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La volatilità è tornata, sull’Italia si investe con barriere profonde

Buone notizie per il nostro Paese. Le stime sull’andamento dell’economia italiana nel 2023 sono positive: l’agenzia di rating Fitch stima un tasso di crescita del +0,5%, sulla stessa scia il governo Meloni (+0,6%), il Fondo Monetario Internazionale (+0,8%) e il Tesoro (+1,0%).

Tuttavia, ci sono ancora molte difficoltà legate all’occupazione, energia, inflazione e debito pubblico che rendono il futuro del nostro Paese incerto.

In tale contesto per investire sull’Italia suggeriamo il nuovo certificato Memory Cash Collect di UniCredit ISIN DE000HC4WR96 sul basket composto da tre campioni italiani: Banco BPM, Terna e Tenaris. Il prodotto paga premi mensili dello 0,85% (10,20% annuo) del valore nominale, condizionati ad un livello barriera profondo posto al 50% dello strike. Stesso livello barriera valido per il rimborso del capitale a scadenza. Oggi è interessante acquistare il prodotto perchè quota a forte scoto, 94 euro, e di fatto incrementa il rendimento medio annuo potenziale offerto all'investitore all'11,45%, al lordo delle imposte.

Prima di approfondire le caratteristiche di questo prodotto, come sempre vediamo di contestualizzarlo.

Investire sull’Italia

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat, il PIL nell’ultimo trimestre del 2022 ha registrato una lieve contrazione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, ma in aumento dell’1,4% rispetto al quarto trimestre 2021.

Si sono registrati andamenti negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi: -0,7% in agricoltura, -0,2% nell’industria e -0,1% nei servizi.

La stima per l’intero 2022 è stata rivista al ribasso al +3,7%, dal +3,9% precedente, in linea con le previsioni del Nadef pubblicate novembre scorso. Da considerare comunque un ottimo risultato, confrontato alla crescita economica dell’1,8% della Germiania nello stesso periodo.

Positiva la variazione acquisita per il 2023 pari al +0,4%.

Proprio ieri, Fitch Ratings ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita italiana nel 2023 grazie al parziale miglioramento della situazione sui prezzi dell'energia e delle prospettive di crescita della zona euro e a livello globale. Nel report l'agenzia di rating ha indicato per l'anno in corso una crescita di +0,5% rispetto alla contrazione per -0,1% di dicembre. Tagliate invece marginalmente le stime per il 2024 a +1,3% rispetto al precedente +1,5%.

La società afferma: «Abbiamo aggiornato le nostre previsioni di crescita per l’Italia a causa di un parziale sollievo dallo shock dei prezzi dell’energia e un miglioramento delle prospettive di crescita dell’Eurozona e globale. Il governo ha disposto aiuti mirati per aiutare chi ha un reddito più basso con il pagamento delle bollette energetiche, ma questa misura dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del 2023. Sulla crescita del 2024 peserà anche una politica fiscale più restrittiva».

Quello che fa bene al nostro Paese e sta dando le maggiori soddisfazioni è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che potrebbe portare a un solido rilancio dell’economia. In questi due anni il PNRR si è dimostrato efficace nel risanare alcune criticità economiche che il Paese si porta dietro da tempo, come il peso del debito pubblico. Lo confermano non solo Meloni, ma anche Lagarde e Visco di Bankitalia.

Secondo gli esperti può realmente essere la svolta per superare le diverse crisi che hanno colpito l’Italia e l’Europa dallo scoppio della pandemia in poi.

Il governo Meloni non ha dubbi: il 2023 sarà un anno in positivo con una crescita positiva del +0,6%.

Ma in tale contesto non mancano le criticità, in primis fra tutte, che continua a pesare sulle spalle degli italiani, l’inflazione, che seppur ha iniziato a dare segnali di rallentamento si trova ancora su livelli molto alti.

Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di febbraio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10,0% nel mese precedente.

Il rallentamento è legato ai prezzi dei beni energetici, la cui corsa iniziata con la pandemia e aggravata dalla guerra in Ucraina si è attenuata. Si registra così una diminuzione per tariffe di luce e gas sul mercato tutelato, quello cioè regolato dallo Stato, mentre per chi ha un contratto libero, e per i carburanti, il calo è più modesto.

Per contro, sono aumentati i prezzi dei prodotti del carrello della spesa, come cibo e beni per la cura della casa e della persona. Tutto questo si ripercuote sulle tasche degli italiani, solo in parte protetti dagli aiuti pubblici, e le associazioni dei consumatori calcolano che per una coppia con due figli quest’anno l’esborso aggiuntivo supererà i 2.800 euro.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, osservata in primis dalle banche centrali, passa dal +6,0% del mese precedente al +6,4%.

Non pesa solo il costo della vita. Tra le recenti rilevazioni dell’Istat è emerso un rapporto deficit e Pil molto alto che è cresciuto del +8%, decisamente superiore all’5,6% stimato dal Nadef.

Un dato che molti analisti si aspettavano, in seguito alla pubblicazione dall’Eurostat delle nuove regole a livello europeo per la compilazione dei dati di finanza pubblica.

Ciò che pesa maggiormente sul bilancio italiano è la diversa contabilizzazione dei crediti d’imposta collegati al “super bonus del 110 per cento per l’edilizia”, un’iniziativa lanciata nel 2020 con lo scopo di offrire uno sconto fiscale ai contribuenti sulle spese sostenute per lavori di ristrutturazione edilizia, ed al cosiddetto “bonus facciata”.

Tali spese pesano non in ragione della scalettatura finanziaria originariamente prevista, ma direttamente sull’esercizio in cui è stata presentata la domanda di rimborso.

L’Eurostat ha quindi messo il nostro Paese di fronte ad una scelta, registrare i 120 miliardi di euro di crediti d’imposta già generati nei deficit del 2023 e degli anni successivi oppure di iscriverli a deficit tra il 2020 e il 2022, negli anni in cui sono stati generati.

Sui mercati finanziari da inizio anno si respira aria positiva. In particolare, il nostro Ftse Mib è uno dei migliori indici a livello globale con una performance YTD del 10,42%, che batte il Dax che registra una performance del +7,44% e perfino l’americano S&P 500 che segna un +0,42%.

Non possiamo però trascurare il fatto che tali performance sono peggiorate negli ultimi giorni a causa delle turbolenze create dal crack della banca americana Silicon Valley e al salvataggio intrapreso dalla Federal Reserve, il Dipartimento al Tesoro e la Federal Deposit Insurance Corporation che hanno unito le forze per mettere un cordone sanitario al sistema bancario. Ad ogni modo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, lo ha ribadito più volte, nel suo breve intervento dalla Casa Bianca per rassicurare la popolazione dopo il fallimento di Signature Bank, in scia a quello di Silicon Valley Bank: "Il sistema bancario è sicuro. Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti".

Scegliere la migliore soluzione d’investimento in un contesto di elevata incertezza

Dato il contesto incerto del nostro Paese, il suggerimento è quello di muoversi con prudenza e scegliere le migliori soluzioni di investimento per proteggere il capitale a scadenza e soprattutto farlo fruttare.

Uno strumento, che combina le esigenze di protezione e profitto, è il certificato d’investimento codice ISIN DE000HC4WR96 emesso da UniCredit che punta su tre campioni italiani: Terna, Tenaris e Banco BPM.

Tutte società caratterizzate da buoni fondamentali e ottime prospettive di crescita. La performance degli ultimi 6 mesi che spicca è sicuramente quella di Banco BPM con un +31,53%, seguita da Tenaris con un +2% e, infine, Terna con un +1,15%.

In termini di correlazione il basket risulta debole, inferiore a 0,65, ciò significa che è possibile che, durante la vita del certificato, i titoli possano prendere strade differenti. Il titolo con la maggiore volatilità ad un 1 anno è Tenaris (37%).

Al momento il consensus su Bloomberg sui titoli sottostanti, come riportato dalla tabella (aggiornata 13 marzo 2023), mostra come gli analisti sono sostanzialmente positivi su tutti e tre i titoli.

Dopo aver analizzato il paniere passiamo alle caratteristiche principali del prodotto. Un prodotto interessante perché permette all’investitore di guadagnare un rendimento per un periodo di tempo determinato con una barriera difensiva, valida anche per il rimborso del capitale a scadenza.

Premi mensili condizionati

Il prodotto prevede lo stacco di premi mensili di importo pari a euro 0,85 (il primo con data di osservazione 20 aprile 2023), a condizione che nelle date di osservazione tutti e tre i sottostanti non scendano oltre il livello barriera fissato al 50% dallo strike iniziale. Se un solo titolo dovesse perdere oltre il 50%, il premio non verrà pagato. Ma i premi non pagati vengono persi definitivamente? No, grazie all’effetto memoria.

Effetto memoria dei premi mensili

Tutti i premi mensili godono dell’effetto memoria, ciò significa che se i livelli dei tre sottostanti superano il livello barriera in una qualsiasi data di osservazione mensile dei premi, oltre ad essere pagato il premio in corso, vengono recuperati tutti i premi non incassati in precedenza. I coupon mensili potrebbero offrire all’investitore un rendimento potenziale per anno del 10,20%, al lordo delle imposte.

Rimborso anticipato

Il certificate gode della possibilità di rimborso anticipato con osservazione trimestrale che sarà attivo da dicembre 2023, e che scatterà se i tre sottostanti si riporteranno, nelle date di valutazione mensili, ad un valore superiore a quello iniziale. Da marzo 2023 cambia leggermente il meccanismo perché per far scattare il rimborso anticipato le quotazioni dei sottostanti dovranno superare il 95% del Valore iniziale e così via. Ogni trimestre il livello di autocall scenderà del 5% fino a raggiungere l’80% dell’ultima data di valutazione di dicembre 2025.

Se la condizione, nelle date di autocall trimestrali, non sarà soddisfatta, il prodotto continuerà a quotare fino alla scadenza naturale fissata al 19 marzo 2026.

Rimborso a scadenza

Se il certificate non scade anticipatamente, il prodotto scadrà alla data naturale fissata a marzo 2026, in cui si possono verificare due scenari:

  1. Se i prezzi di riferimento di tutti e tre i sottostanti sono pari o al di sopra della barriera fissata al 50% del Valore iniziale, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale del Certificate (100 euro), il premio mensile in corso e quelli precedentemente non incassati;
  2. Se anche solo uno dei sottostanti sarà al di sotto della barriera, l’investitore riceverà un importo proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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