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Il certificate sulle banche che si trasforma in capitale protetto

E’ ancora presto per dire se la crisi delle banche è passata, dopo la messa in liquidazione della Silicon Valley Bank e l’acquisto forzato di Credit Suisse da parte di Ubs. Una cosa, però, sembra chiara: il certificate Memory Cash Collect Switch-to-Protection di Bnp Paribas con sottostanti Intesa Sanpaolo e Unicredit ha superato con incredibile brillantezza la più severa crisi che si potesse immaginare al momento della sua emissione.

Lanciato sul mercato lo scorso 25 gennaio con codice Isin XS2326871857, questo prodotto funziona per alcuni versi come un normale Cash Collect, con premi trimestrali del 2,05% (8,20% all’anno) condizionati da una barriera al 60%, e a scadenza (fra quattro anni) la stessa barriera al 60% che gioca a protezione del capitale in caso di discesa dei sottostanti rispetto ai Valori iniziali.

A tutto questo si aggiunge una particolarità molto accattivante, ovvero il meccanismo dello Switch-to-protection che funziona così: se nel primo anno di vita del prodotto nessuno dei due sottostanti scende mai sotto un’altra barriera, posta al 70% del Valore iniziale, il certificate si trasforma nei rimanenti tre anni in un prodotto con capitale garantito al 100% e con cedole trimestrali garantite del 2,05%. In pratica viene cancellata la barriera al 60%, sia per i premi che per la valutazione finale. Se scatta lo Switch, chi possiede il certificate potrà dormire sonni tranquilli con 12 premi trimestrali che arriveranno senza nessuna incertezza sul suo conto corrente (salvo che venga attivato il rimborso anticipato, come vedremo più avanti). Nessuna incertezza anche sul rimborso finale del capitale al 100% del valore nominale (100 euro).

Superata la prova più difficile

A fine gennaio, quando il prodotto è stato lanciato sul mercato, nessuno avrebbe immaginato che meno di due mesi dopo il sistema bancario di Europa e Stati Uniti sarebbe stato terremotato dal fallimento del Credit Suisse, una delle banche di maggior prestigio a livello internazionale. Il timore del contagio e di una crisi generalizzata di liquidità si è fatto sentire sui mercati. In nove sedute, dal 6 marzo al 17 marzo, l’indice europeo Stoxx Europe 600 Banks è caduto del 16,4%. Se c’era un’occasione in cui i due sottostanti del certificate XS2326871857, Intesa Sanpaolo e Unicredit, avrebbero potuto infrangere la barriera del 70% dal Valore iniziale, era in quei giorni di tensione e paura.

Invece, i titoli delle due principali banche italiane hanno tenuto bene le posizioni.

Unicredit e Intesa, un mese di quotazioni

Fra il 6 e il 17 marzo Intesa ha perso il 15% arrivando a segnare un minimo di 2,19 euro, quotazione più bassa da quando è stato lanciato il certificate. Considerando che la barriera al 70% è a 1,599 euro, c’è ancora una distanza enorme (-27%) prima di arrivare al livello fatidico che metterebbe a rischio lo Switch-to-protection. Tanto più che lunedì 21 marzo le banche hanno reagito con forti rialzi in tutto il mondo e Intesa è rimbalzata del 3,5% a 2,6 euro.

Ancora più forte è stato lunedì il rimbalzo di Unicredit, che ha guadagnato il 6,9% arrivando a chiudere a 17,42 euro. Il fatidico venerdì 17 marzo aveva segnato il minimo da quando è stato lanciato il certificate a 15,90 euro, ma la barriera al 70% era ancora ben lontana a 10,679 euro (-32%).

Nella tabella qui sotto riassumiamo la situazione attuale del certificate XS2326871857. I prezzi sono in euro.

I numeri del certificate XS2326871857

Perché si attivi lo Switch devono passare ancora 10 mesi, in cui sui mercati potrebbe succedere di tutto, considerando anche i crescenti rischi dello scenario geopolitico. E’ certo, però, che il fallimento del Credit Suisse è un evento con un potenziale destabilizzante enorme. Lo abbiamo superato o il fuoco cova ancora sotto le ceneri?

Le autorità rassicurano: banche solide

La segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen dice che "il settore si sta stabilizzando" e il capo della vigilanza Bce, Andrea Enria, rassicura che in Europa non ci sono banche con il modello di Silicon Valley Bank, ma comunque con i tassi più alti ci sono i rischi di liquidità da monitorare. C’è una cifra che gira e che mette paura: le banche americane, messe tutte insieme, hanno nei loro portafogli minusvalenze potenziali sui bond per 620 miliardi di dollari, causate dal deprezzamento subito dalle obbligazioni a causa del rialzo dei tassi di interesse.

Il rialzo dei tassi rappresenta per le banche sia un’opportunità, perché permette di aumentare i guadagni grazie all’allargamento dei margini di interesse, sia un rischio perché colpisce come una mazzata il valore dei bond in portafoglio. La Silicon Valley Bank è saltata perché aveva una struttura squilibrata fra duration dei depositi e degli investimenti, ma altre banche potrebbero trovarsi in una situazione molto favorevole e le loro azioni potrebbero essere un’interessante opportunità di acquisto. Secondo Ubs, i fondamentali delle grandi banche americane, JPMorgan Chase, Bank of America, Wells Fargo e Citi, sono “piuttosto solidi”.

Sulle banche europee è importante quello che ha detto lunedì al Parlamento europeo Andrea Enria: il numero uno della vigilanza bancaria ha parlato di una "solidità dei bilanci delle banche" dell'Euozona che è stata un "fattore cruciale" per superare le turbolenze delle ultime settimane e ha assicurato che l'Autorità non sta prendendo in considerazione l’ipotesi di imporre restrizioni sui dividendi.

Intesa e Unicredit: buyback e target price

Quindi le notizie sono positive per Unicredit e Intesa Sanpaolo, due banche che hanno appena annunciato bilanci con utili record per il 2022 ed entrambe si apprestano a lanciare consistenti buyback che avranno l’effetto di sostenere le quotazioni fino alla fine dell’anno: Unicredit acquisterà azioni proprie per 3,34 miliardi di euro, Intesa per 1,7 miliardi.

Per Intesa Sanpaolo media dei target price è 2,99 euro (potenziale di rialzo del 31%).

Per Unicredit la media dei target price è 21,8 euro, un obiettivo di prezzo che indica un potenziale di rialzo del 34%.

Un certificate dal rendimento competitivo

Ricordiamo brevemente i dettagli del certificate XS2326871857. Il prodotto offre un rendimento potenziale dell’8,2% all’anno per quattro anni, grazie a premi trimestrali che possono essere utilizzati per compensare le minusvalenze eventualmente presenti in portafoglio. A valle del prelievo fiscale, il certificate XS2326871857 offre un rendimento netto del 6,06%, competitivo anche con il rendimento dei Btp Italia, le cui cedole sono legate all’inflazione. Il Btp Italia con scadenza giugno 2030 (17a emissione) offre oggi un rendimento annuo del 7,2%, che al netto del prelievo fiscale agevolato al 12,5% diventa del 6,3%.

Attenzione, però: se nei prossimi anni l’inflazione calerà, scenderà anche il rendimento del Btp Italia. Invece, il rendimento del Cash Collect resterà invariato per quattro anni fino alla scadenza. Le ultime previsioni della Bce indicano per il 2023 un’inflazione nella zona euro al 5,9%, destinata a scendere al 2,7% nel 2024 e al 2% nel 2025.

Cedole con Effetto memoria

Finora abbiamo ragionato sulle possibilità che Unicredit e Intesa scendano o non scendano nei prossimi 10 mesi fino alla barriera al 70%, bloccando così lo Switch to protection. Se nel primo anno verrà infranta la barriera al 70%, il certificate continuerà a pagare ogni tre mesi cedole da 2,05 euro a patto che alle date di osservazione le azioni di Intesa e di Unicredit non accusino un ribasso superiore al 40% rispetto al Valore iniziale (barriera al 60%).

Nel caso di evento barriera la cedola non verrà pagata, ma non sarà persa. Il premio sarà accantonato e verrà pagato alla prima scadenza successiva in cui verrà rispettata la condizione della barriera. In questo modo l’appuntamento più importante diventa l’ultima data di osservazione del 30 gennaio 2027: se quel giorno nessuno dei due sottostanti accuserà un ribasso superiore al 40% dal Valore iniziale, l’ultima cedola e tutte le altre cedole precedenti eventualmente accantonate saranno pagate.

Tre scenari diversi alla scadenza

Alla scadenza finale del 30 gennaio 2027, ultima data di osservazione, potranno esserci tre scenari diversi, a patto che il certificate non sia stato rimborsato anticipatamente.

  • Se è scattata la clausola Switch-to-protection, l’investitore riceverà l’ultima cedola da 2,05 euro e verrà rimborsato con il 100% del valore nominale del prodotto (100 euro), qualsiasi siano le quotazioni dei due sottostanti.
  • Se la clausola Switch-to-protection non è scattata e il prezzo finale dei due sottostanti è pari o superiore alla barriera al 60%, l’investitore riceverà l’ultima cedola da 2,05 euro, le eventuali cedole accantonate e non pagate, e verrà rimborsato con il 100% del valore nominale del prodotto (100 euro).
  • Se la clausola Switch-to-protection non è scattata e il prezzo finale anche di uno solo dei due sottostanti è inferiore alla barriera al 60%, l’investitore non incasserà l’ultima cedola da 2,05 euro e nemmeno le eventuali cedole accantonate e non pagate. Il rimborso del capitale sarà proporzionale alla performance del peggiore dei due sottostanti. Se per esempio il peggiore risultasse Unicredit con un ribasso del 55% rispetto al Valore iniziale, all’investitore andrebbe un rimborso pari al 45% del valore nominale, cioè 45 euro. Con un ribasso del 65%, il rimborso sarebbe di 35 euro.

Ipotesi rimborso anticipato

Il certificate XS2326871857 potrà non arrivare alla scadenza finale se scatteranno le condizioni per il rimborso anticipato. Se in una delle tre date di osservazione precisamente indicate, il 30 gennaio 2024, il 30 gennaio 2025 e il 30 gennaio 2026, entrambi i certificati quoteranno sopra il 100% del Valore iniziale, scatterà il rimborso anticipato. L’investitore riceverà la cedola da 2,05 euro prevista per la scadenza, le eventuali cedole accantonate e non pagate, e verrà rimborsato con il 100% del valore nominale del prodotto (100 euro). Da quel momento l’investimento si chiude e nessuna altra cedola sarà pagata.
Il rimborso anticipato può verificarsi in entrambe le situazioni, sia che sia scattata la clausola Switch-to-protection, sia che non sia scattata.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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