NICE FOOTWEAR - Le sneakers del Brenta sono in Borsa

Nice Footwear ha l’ambizione di fungere da polo aggregatore di eccellenze della calzatura made in Italy, dando la luce a una realtà contemporanea, rivolta al digitale e attenta alla sostenibilità. È con questi presupposti che l’azienda vicentina è nata nel 2004, per poi arrivare a quotarsi su Euronext Growth Milan nel novembre del 2021. 

"Siamo un’azienda giovane", spiega a Websim il Presidente e Ceo Bruno Conterno, "la quotazione è diventata un obiettivo concreto dopo il nostro minibond nel 2020. Durante gli incontri, quando ci raccontavamo, ci siamo accorti che diversi investitori si dimostravano interessati, così abbiamo pensato di aprire le porte a un’operazione più strutturata". 

L’azienda si occupa dello sviluppo, della produzione e distribuzione di calzature sportive e per il tempo libero. Nice Footwear possiede la qualifica di PMI innovativa e ha sedi anche ad Hong Kong e Shanghai. Lavora con importanti brand in licenza come Ellesse, Fred Mello, Avirex, Conte of Florence e Lotto. Distribuisce G-Star Raw ed è proprietaria del brand Kronos. "La nostra caratteristica peculiare è questa: siamo un partner completo per i nostri clienti", continua Conterno, "siamo in grado di governare tutta la supply chain. Noi siamo degli architetti della calzatura(Ci definiamo Shoe Trends Architects) e disegniamo attraverso il nostro software proprietario con cui creiamo modelli 3D. Per i clienti possiamo sviluppare anche network di vendita attraverso i retailer". 

Nice Footwear ha chiuso l’ultimo bilancio consolidato, al 30 aprile, con ricavi per 21,1 milioni di euro e un EBITDA superiore ai 2,3 milioni. L’utile netto si è attestato a 879mila euro, a fronte di una posizione finanziaria netta di 3,9 milioni e un patrimonio netto di 4 milioni. Il mercato, affermano da Nice Footwear, adesso sta vivendo una ripresa significativa. Secondo lo Statista Market Outlook 2020, la vendita di scarpe sneakers crescerà con un CAGR del 6,7% per arrivare a un giro d’affari a livello globale di 102,7 miliardi di dollari entro il 2025. E il Made in Italy va forte anche quando si parla di lusso, almeno secondo il “Global Powers of Luxury Goods” che classifica i 100 top player del settore fashion&luxury a livello globale sulla base delle vendite. La ricerca, redatta da Deloitte, classifica ben 26 le realtà italiane tra le migliori del settore.  

Il mercato del lusso e dell’eccellenza italiana è proprio uno degli obiettivi di Nice Footwear, che sta pensando di riportare almeno in parte la produzione in Italia. "Nella nostra strategia c’è effettuare un reshoring della produzione. Per noi è fondamentale che certi brand vengano prodotti in Italia".

In estate, infatti, l’azienda veneta ha concluso l’acquisizione di Favaro Manifattura Calzaturiera, eccellenza italiana delle calzature femminili di lusso. Nello stesso solco è arrivata in precedenza la chiusura del deal per rilevare il calzaturificio Riviera del Brenta. "Per noi è il momento ideale per dare una spinta ulteriore a una forma di aggregazione di sistemi produttivi, che possa costituire un polo di riferimento e sfruttare al massimo tutta la maestria dei calzaturifici regionali. Questi, infatti, pur essendo vere eccellenze peccano dal punto di vista manageriale e non sono ancora digitalizzate, con noi però saranno attrezzate per affrontare le nuove sfide".

Un ulteriore pilastro per lo sviluppo futuro è quello della sostenibilità. L’azienda, infatti, si appresta a depositare il suo secondo bilancio di sostenibilità, che fa leva sulla riduzione degli sprechi. "Per noi si tratta di un tema portante. Noi pratichiamo un processo di sviluppo del prodotto senza realizzare campioni, questo ci permette di non sprecare prodotti. E nella produzione utilizziamo materiali ecosostenibili o riciclabili. La nostra scelta di pubblicare un bilancio di sostenibilità è volta alla chiarezza, noi vogliamo condividere i nostri obiettivi con gli stakeholder e dare prova concreta del nostro percorso evolutivo".
 

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