Spread Bund-BTP ai minimi e Wall Street vicino ai massimi, che succede

Le borse globali hanno chiuso in rialzo nonostante correzioni. Wall Street cresce tra trimestrali solide e timori AI, Fed valuta taglio tassi, Europa guarda a pace Ucraina e stabilità energetica.

L’azionario ha chiuso novembre con il settimo mese consecutivo di rialzi a livello globale, nonostante una fase di correzione a metà mese causata da eccessiva euforia. I principali osservatori – da Goldman Sachs a FMI e BCE – avevano messo in guardia sui rischi di sopravvalutazione. Tuttavia, l’ultima settimana del mese ha mostrato un forte recupero, riaprendo il dibattito su un possibile rally di Babbo Natale.

Wall Street tra trimestrali record e dubbi sull’intelligenza artificiale

Negli Stati Uniti, i fondamentali restano solidi: le trimestrali, escluse le “Magnifiche 7”, risultano le migliori degli ultimi tre anni. Tuttavia, il settore tecnologico mostra segnali di tensione. Nvidia ha chiuso il mese a -12% e gli investitori iniziano a dubitare della sostenibilità degli enormi investimenti in intelligenza artificiale.

Uno degli indicatori più osservati è il CDS (assicurazione sul debito) di Oracle, aumentato in modo significativo. Questo segnala il timore che gli investimenti nei data center possano diventare eccessivi rispetto ai ritorni effettivi. La trimestrale di Oracle viene quindi vista come un vero e proprio barometro per il futuro del comparto tech.

Il ruolo chiave della Fed: taglio dei tassi e liquidità

La Federal Reserve resta l’attore centrale per i mercati. Dopo lo shutdown e il blocco dei dati macroeconomici, il quadro appare ora più chiaro: l’economia USA mostra segnali di debolezza, con un mercato del lavoro in rallentamento e consumi sotto pressione.

Questo scenario rende sempre più probabile un taglio dei tassi a dicembre. Al tempo stesso, cresce l’attenzione sulla fine del Quantitative Tightening (QT) e su un possibile ritorno al Quantitative Easing (QE), cioè una nuova immissione di liquidità nel sistema. Se Powell dovesse confermare questa direzione, potrebbe rappresentare una forte spinta rialzista per i mercati.

Europa e pace in Ucraina: un possibile impulso alle borse

Le borse europee mostrano andamenti divergenti: Germania e Italia positive, ma alcuni Paesi dell’Europa dell’Est hanno registrato rialzi del 50-70%. Al centro di tutto c’è il tema Ucraina.

Le dichiarazioni sulla possibilità di un accordo di pace tra Russia e Ucraina sono viste molto positivamente dai mercati. Una soluzione del conflitto potrebbe portare a un calo del prezzo del petrolio e dell’energia, favorendo ulteriormente azioni e obbligazioni europee, in particolare i titoli legati alla ricostruzione.

BTP e spread ai minimi: Italia forte in difesa, meno in attacco

Lo spread BTP-Bund è sceso ai minimi degli ultimi 15 anni e i conti pubblici italiani mostrano solidità: deficit/PIL intorno al 3% e prospettive di riduzione del debito dal 2027.

Il problema resta la crescita. L’economia italiana viaggia intorno allo 0,7%, contro quasi il 3% della Spagna. Il sostegno del PNRR è stato fondamentale, ma non sarà eterno. Le agenzie di rating, pur promuovendo l’Italia, sottolineano il rischio legato alla debole crescita strutturale. Il Paese appare solido nella gestione del debito, ma necessita di nuove politiche per rilanciare lo sviluppo.

Petrolio, OPEC e Venezuela: i nuovi equilibri energetici

Il petrolio resta sorprendentemente sotto controllo. L’OPEC+ ha annunciato lo stop agli aumenti di produzione, ma il vero punto strategico potrebbe diventare il Venezuela, Paese con le maggiori riserve mondiali.

Un possibile riavvicinamento agli Stati Uniti ridurrebbe l’influenza cinese nella regione e potrebbe aumentare l’offerta globale, abbassando il prezzo dell’energia. Questo avrebbe effetti positivi su inflazione, tassi e mercati finanziari, compresi i BTP.