I dazi hanno risvegliato l'inflazione, Wall Street si ferma, Piazza Affari sale
L'indice Ftse Mib chiude in rialzo dell'1,2%, sui massimi dal 2007. Miglior blue chip della seduta è Ferrari, +3,8%. Leonardo segue, con un guadagno del 2,6% (+3,8% la settimana)

Sono ancora una volta i dati di macro economia a guidare Wall Street, dopo due record consecutivi, la spinta rialzista si azzera per effetto di un dato sull’inflazione più forte del previsto. I numeri diffusi oggi hanno ridotto le aspettative di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve il mese prossimo.
Nasdaq -0,2%, S&P 500 -0,2%.
Inflazione al galoppo
L’inflazione all’ingrosso negli Stati Uniti ha accelerato a luglio al ritmo più rapido degli ultimi tre anni, segnalando che le aziende stanno trasferendo ai clienti parte dei maggiori costi di importazione legati ai dazi.
L’indice dei prezzi alla produzione (PPI), un indicatore dell'inflazione tenuto da qualche tempo in scarsa, se non nulla, considerazione, è aumentato dello 0,9% rispetto al mese precedente, il rialzo più ampio dal picco dell’inflazione al consumo di giugno 2022. Esclusi alimentari ed energia, il dato è pari sempre a +0,9% (previsto +0,2%).
Il PPI complessivo è salito del 3,3% su base annua. I costi dei servizi sono cresciuti dell’1,1% lo scorso mese, il massimo da marzo 2022.
Per Chris Zaccarelli di Northlight Asset Management, l’impennata del PPI dimostra che l’inflazione si sta diffondendo nell’economia in modo pervasivo: "Questa è una sorpresa al rialzo poco gradita e probabilmente ridurrà parte dell’ottimismo su un taglio ‘garantito’ dei tassi il mese prossimo". La ripercussioni potrebbero farsi sentire presto anche sui consumatori finali, aggravando il 'carello della spesa'.
Secondo Stephen Brown di Capital Economics, ciò che preoccupa ora maggiormente la banca centrale - come ha sottolineato questa settimana il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee - sono i segnali di un’accelerazione dei prezzi nei servizi.
Piazza Affari
L'indice Ftse Mib chiudere in rialzo dell'1,2%, sui massimi dal 2007. Miglior blue chip della seduta è Ferrari, +3,7%. Leonardo segue, con un guadagno del 2,9% (+3,8% la settimana). Telecom Italia, in rialzo del 2,4% rispetto a ieri, del 5,5% rispetto a inizio settimana.
Macrovariabili
Treasury decennale USA: rendimento in salita, +2 punti base al 4,26%. BTP a 3,47%, +3 punti base.
Si apprezza il dollaro, sul venir meno delle aspettative di un taglio dei tassi da cinquanta punti base, oggi la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha detto di non sentire l'esigenza di procedere con una riduzione così forte del costo del denaro.
Euro -0,4% a 1,1653 dollari.
Bitcoin -3,7% dopo il balzo che lo aveva portato stanotte a prezzi record.
Petrolio WTI +1,5% a 63,4 dollari/barile.
Oro spot in calo dello 0,3%.
Titoli sotto la lente a Wall Street
Bullish, +22%, la piattaforma di trading di criptovalute con focus sui soggetti istituzionali, ha debuttato ieri con un guadagno dell'84%.
Deere & Co. -7%. Il maggiore produttore mondiale di macchinari agricoli ha ridotto nuovamente le previsioni di utile netto per l’intero anno, poiché gli agricoltori non hanno ancora ripreso a spendere con i prezzi dei cereali sotto pressione.
Cisco Systems Inc. In calo dell'1% dopo aver diffuso previsioni caute sui ricavi dell’intero anno.
JD.com Inc. -0,2%. Ricavi in crescita del 22% nel secondo trimestre, oltre le attese, grazie a sussidi ai consumatori diretti dal governo e all’espansione in nuovi segmenti come la consegna pasti.
Nvidia poco mosso.