Ulisse Biomed diventa operatore integrato della diagnostica in vitro
L'A.D. Matteo Petti spiega in dettaglio i vantaggi dell'ultima operazione straordinaria compiuta dalla società

Con l’operazione Hyris, Ulisse Biomed, healthcare biotech company attiva nei settori della diagnostica, della teranostica e della terapeutica, intende ampliare la base clienti e compiere passi in avanti nel miglioramento del conto economico.
Delle implicazioni dell’aggregazione annunciata a dicembre ha parlato l’amministratore delegato Matteo Petti nell’intervista rilasciata a Websim: “L’operazione ci consente di proporre una piattaforma completa per i test diagnostici. I clienti del nostro settore, infatti, si aspettano che il fornitore metta a disposizione tutto il necessario per eseguire i test, quindi anche le macchine, che prima dell’entrata di Hyris noi non avevamo. L’integrazione ci permette di prevedere per il 2024, un impatto abbastanza interessate sui ricavi”. Ma non solo, grazie all’efficientamento dei costi, “che continueremo durante tutto il corso dell’anno”, Petti si aspetta un miglioramento anche della reddittività. “Non pensiamo di arrivare a breakeven nel 2024, ma nel 2025 auspicabilmente ci potremmo arrivare”, prosegue il ceo.
Prima dell’acquisizione, Ulisse Biomed poteva fornire i suoi test solo ai piccoli laboratori, che seguono procedure manuali, o a quelli più grandi che già possedevano una macchina compatibile. Tuttavia, questa soluzione si portava dietro delle complessità, in quanto era spesso necessario adattare i test alle macchine dei clienti: “Questa procedura appesantiva i costi, senza considerare che i nostri test sono spesso tecnologicamente più avanzati rispetto a quelle macchine. Inoltre, gli ultimi test che abbiamo sviluppato non sempre sono adattabili. Questi fattori ci hanno spinto a completare la nostra offerta integrando Hyris”, continua Petti.
La macchina di Hyris ha una capacità più contenuta, perché, rispetto alle altre, che possono eseguire 96 test contemporaneamente, può farne solo 16-36. Ma questo, spiega Petti, si traduce in un vantaggio a livello commerciale: “Una PCR tradizionale, ossia la macchina che esegue la nostra tipologia di test, può costare fra 25 e i 60mila euro. La macchina di Hyris costa invece circa 8mila euro. Quindi i nostri clienti possono comprare la macchina, noleggiarla a 300 euro al mese, oppure riceverla in regalo a fronte di un ordine minimo di test e reagenti.”
La nuova offerta permette quindi a Ulisse Biomed di spingere le vendite diversificando la clientela: “Ora possiamo raggiungere clienti di qualsiasi dimensione, piccoli, medie e grandi, e fare upselling su quelli già esistenti”
L’acquisizione di Hyris è avvenuta con un’operazione carta contro carta, del valore di 26,2 milioni di euro, che ha comportato due aumenti di capitale. Il primo (aumento di capitale in natura) era riservato ai soci venditori di Hyris, che hanno conferito la totalità di quest’ultima in Ulisse Biomed, ricevendo in cambio azioni di Ulisse Biomed di nuova emissione.
Il secondo (aumento di capotale in denaro) ha invece la finalità di permettere ai vecchi soci di Ulisse Biomed di contenere l’avvenuta diluizione del capitale, conseguente alle nuove emissioni. L’offerta, alle stesse condizioni dell’aumento in natura, è già partita e terminerà il 22 gennaio.
Il capitale Ulisse Biomed non è concentrato su uno o più soci di maggioranza. Prima dell’acquisizione di Hyris, solo i membri del patto parasociale assieme raggiungevano circa il 20% del capitale.
La struttura dell’azionariato è quindi rimasta la stessa anche dopo l’operazione, spiega Petti: “Nessuno ha il controllo dell’azienda, anche Hyris prima aveva un numero di soci abbastanza elevato, erano circa 42. Il socio principale era il fondatore, Stefano Lo Priore, che oggi, per effetto del conferimento, è diventato il primo socio di Ulisse Biomed con il 16,5% della società. Post operazione è stato siglato un nuovo patto parasociale fra i vecchi pattisti di Ulisse Biomed e i fondatori di Hyris, Lorenzo Colombo e Stefano Lo Priore. Il nuovo patto raggruppa il 25,9% del capitale”.
Ulisse Biomed è una healthcare biotech company operante nei settori della diagnostica, della teranostica e della terapeutica con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative in detti campi. L’azienda dispone di tre piattaforme tecnologiche proprietarie in grado di generare prodotti innovativi e competitivi: Sagitta (diagnostica molecolare), NanoHybrid (teranostica e diagnostica) e Aptavir (terapeutica). UBM è titolare di un portafoglio di intellectual properties costituito da 9 domande di brevetto internazionali (4 relative a Sagitta, 4 relative a NanoHybrid e 1 relativa a Aptavir), 4 dei quali concessi in Italia ed in Europa, che coprono le tre piattaforme tecnologiche.