Borse in rosso, Spread a quota 200 prima del verdetto di S&P

Le borse sono condizionate dalle tensioni in Medio Oriente, ma anche dalle parole di Jerome Powell di ieri sera

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Le borse dell’Europa proseguono deboli con perdite intorno al punto percentuale. Indice EuroStoxx50 -1,1%. FtseMib di Milano -1%. Tutti in rosso anche i settori. Solo il Farmaceutico galleggia sulla parità. Peggio di tutti Materie di Base -2%.

L'indice Stoxx 600 ha perso circa il -3% nell'arco della settimana, più o meno quanto lasciato sul terreno dal FtseMib.

I future di Wall Street anticipano un avvio in lieve ribasso.

Le borse sono condizionate dalle tensioni in Medio Oriente, ma anche dalle parole di Jerome Powell di ieri sera, che hanno parzialmente placato le tensioni sulle obbligazioni, aumentando tuttavia le preoccupazioni sull’allargamento del conflitto in Medio Oriente.

Germania. I prezzi alla produzione hanno registrato a settembre il maggior calo su base annua da quando i dati hanno iniziato a essere rilevati nel 1949, alimentando le speranze di un ulteriore allentamento dell'inflazione: -14,7%. Il dato non ha sorpreso del tutto gli analisti che si aspettavano comunque una contrazione del -14,2%.

FED. Nel suo intervento di ieri sera, Jerome Powell ha lasciato intendere che prepara una nuova pausa nella aggressiva campagna di rialzi di interesse avviata dalla Fed. Pur spianando la strada a mantenere il costo del denaro invariato alla prossima riunione del 31 ottobre-1 novembre, il presidente della Fed ha lasciato comunque la porta aperta a ulteriori strette guardando avanti, liberandosi di fatto le mani da ogni vincolo su come procedere. La Fed procederà con "cautela" di fronte alle "incertezze vecchie e nuove" e alle “elevate tensioni geopolitiche che pongono importanti rischi all’attivita' economica globale”. La Fed - ha spiegato - è molto attenta ai recenti dati che hanno mostrato la "resilienza della crescita economica e della domanda di lavoro. Ulteriori prove di una persistente crescita sopra il trend o di un mercato del lavoro potrebbe mettere a rischio i progressi sull'inflazione e garantire un'ulteriore stretta della politica monetaria”.

Macrovariabili

Il petrolio Brent e WTI sale anche oggi, seguito di quanto rivelato ieri sera dal Pentagono: una base militare degli Stati Uniti in Siria è stata attaccata da droni, un razzo sparato dallo Yemen è stato intercettato da un cacciatorpediniere della marina statunitense. Si va verso la seconda settimana positiva.

L'oro ritrova la sua identità di bene rifugio e sale fino a 1.982 dollari l’oncia, da 1950 di ieri. Si sta per chiudere la seconda settimana di spinta. Approfondimento nella rubrica Fatti & Effetti.

Si è attenuata leggermente la pressione in vendita sui bond governativi, dopo i dati sulla Germania. Treasury Note a dieci anni a 4,93%. Biennale a 5,10% di rendimento. La curva dei tassi è sempre meno invertita. BTP decennale a 4,91%, Bund a 2,92%. Spread a 199 punti base. Stasera a mercato chiuso S&P Global emetterà la sua sentenza sul rating, attualmente 'BBB' con outlook stabile. Viene considerata ad oggi remota l'opzione di un taglio del rating. Se stasera, S&P dovesse lasciare tutto invariato, rating e outlook, lunedì prossimo ci potrebbero essere degli acquisti di ricopertura sui nostri BTP, che dovrebbero consentire anche una chiusura dello spread. 

Cross Euro dollaro a 1,057.

Bitcoin in rialzo del 3% oltre i 29mila dollari. Secondo alcuni esperti, le criptovalute potrebbero svolgere la funzione di asset rifugio nell'attuale fase di turbolenza.

Titoli Piazza Affari

Nexi +1,8% resta sotto i riflettori per le attese speculative.

Generali -2%, penalizzata dalla notizia che l'impatto delle catastrofi naturali nei primi nove mesi è stato superiore alle attese.

Azimut -1%. Barclays taglia il target a 24,50 euro.

Enel -1%. RBC taglia il target price a 7 euro.

Eni +0,4%. JP Morgan alza il target price a 19,5 euro.

Nexi -1%. Secondo indiscrezioni, il fondo di private equity, Brookfield, potrebbe essere interessato alla società dei pagamenti.

Ferragamo -4%, chiude i nove mesi con ricavi pari a 844 milioni di euro, in calo dell'8,3% a cambi correnti e del 9,2% a cambi costanti rispetto ai primi nove mesi del 2022, per effetto anche della riduzione di perimetro sia nel canale Retail che Wholesale. E’ stato sorprendentemente debole il risultato del canale delle vendite dirette. Mediobanca e Morgan Stanley hanno abbassato stamattina il target price rispettivamente a 11,90 e 11,50 euro.

Brunello Cucinelli +3%, termina i primi nove mesi con un balzo dei ricavi del 27,5% a cambi correnti (+28,8% a cambi costanti) a quota 818,4 milioni di euro e alza la guidance per fine anno.

Tim -1,6%. Il governo è convinto che il piano di riassetto di Telecom Italia incentrato sulla vendita della rete fissa del gruppo al fondo statunitense Kkrr avrà successo. Lo ha detto il ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso. Il primo azionista di TIM, Vivendi si esprimerà ufficialmente sull'offerta di Kkr nelle prossime assemblee degli azionisti, ha detto il CFO Francois Laroze, ribadendo che i francesi si aspettano un prezzo di 30 miliardi di euro per la rete fissa. Laroze ha aggiunto che Vivendi valuterà nei prossimi mesi tutte le opzioni per quanto riguarda la propria partecipazione in Tim.

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