Borse dell'Asia in calo, nella scia di WallStreet, sale il petrolio

Le parole di Jerome Powell di ieri sera hanno parzialmente placato le tensioni sulle obbligazioni, ma aumentano le preoccupazioni sull’allargamento del conflitto in Medio Oriente

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Le borse dell’Asia Pacifico si avviano a chiudere in ribasso la seduta e la settimana. Le parole di Jerome Powell di ieri sera hanno parzialmente placato le tensioni sulle obbligazioni, ma aumentano le preoccupazioni sull’allargamento del conflitto in Medio Oriente.

Il petrolio WTI si porta a quasi 91 dollari al barile, da 88 dollari di ieri mattina, anche a seguito di quanto rivelato ieri sera dal Pentagono: una base militare degli Stati Uniti in Siria è stata attaccata da droni, un razzo sparato dallo Yemen è stato intercettato da un cacciatorpediniere della marina statunitense.

Il Nikkei di Tokyo è intorno alla parità, -2,9% la settimana. Il tasso di inflazione globale del Giappone si è attestato al 3% a settembre, in rallentamento rispetto al 3,2% di agosto. Siamo al 18° mese consecutivo in cui l'inflazione è rimasta al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Banca del Giappone. Anche l'inflazione di fondo - che esclude i prezzi degli alimenti freschi - è rallentata al 2,8%, in calo rispetto al 3,1% di agosto.

Hang Seng di Hong Kong -0,4%, -3,3% la settimana. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,3%, -3,8% la settimana. La Cina ha iniettato stanotte un’altra grande quantità di liquidità nel suo sistema finanziario attraverso uno degli strumenti monetari a breve termine della banca centrale. Si è trattato di un’operazione da 733 miliardi di yuan (100 miliardi di dollari).

Kospi di Seul -1,2%, -3% la settimana. BSE Sensex di Mumbai -0,2%, -1,2% il bilancio provvisorio della settimana. 

In lieve rialzo la borsa di Giacarta. La Banca d'Indonesia ha alzato a sorpresa i tassi d’interesse, un intervento d’emergenza provocato dalla perdurante discesa della rupia indonesiana. Il tasso di riferimento sui pronti contro termine a 7 giorni è stato portato al 6%, il secondo aumento di quest'anno. Tutti gli economisti intervistati da Reuters si aspettavano che la banca lasciasse i tassi invariati.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future dell’indice EuroStoxx50 -0,7%. Ieri il FtseMib di Milano ha chiuso in calo dell’1,4%.

Chiusura in ribasso anche a Wall Street. Indice S&P500 -0,9%.

Nel suo intervento di ieri sera, Jerome Powell ha lasciato intendere che prepara una nuova pausa nella aggressiva campagna di rialzi di interesse avviata dalla Fed. Pur spianando la strada a mantenere il costo del denaro invariato alla prossima riunione del 31 ottobre-1 novembre, il presidente della Fed ha lasciato comunque la porta aperta a ulteriori strette guardando avanti, liberandosi di fatto le mani da ogni vincolo su come procedere.

La Fed procederà con "cautela" di fronte alle "incertezze vecchie e nuove" e alle “elevate tensioni geopolitiche che pongono importanti rischi all’attivita' economica globale”. La Fed - ha spiegato - è molto attenta ai recenti dati che hanno mostrato la "resilienza della crescita economica e della domanda di lavoro. Ulteriori prove di una persistente crescita sopra il trend o di un mercato del lavoro potrebbe mettere a rischio i progressi sull'inflazione e garantire un'ulteriore stretta della politica monetaria”.

Macrovariabili

L'oro ritrova la sua identità di bene rifugio e sale a 1.980 dollari l’oncia, da 1950 di ieri.

Treasury Note a dieci anni a 4,95%. Biennale a 5,12% di rendimento. La curva dei tassi è sempre meno invertita. 

BTP decennale a 4,94%, più o meno sui livelli di un giorno fa. Bund a 2,94%. Spread a 200 punti base.

Cross Euro dollaro a 1,057.

Titoli Piazza Affari

Enel  RBC taglia il target price a 7 euro.

Eni  JP Morgan alza il target price a 19,5 euro.


Marino Masotti

Caporedattore