Gli indici correggono dai massimi: ecco cosa dice l'analisi tecnica
Agosto si sa è un mese ciclicamente di volatilità. A scatenare una correzione, per ora fisiologica, un mix di ragioni. Vediamo cosa dice l'analisi tecnica.

Dopo un lungo periodo di crescita sostenuta, i principali mercati azionari a livello globale hanno iniziato una fase correttiva. L'indice Nasdaq dai massimi storici realizzati il 10 luglio ha già perso l'8% circa, una performance aggravata dal rosso di mercoledì 24 luglio, seduta in cui il paniere delle società tecnologiche americane ha messo a segno il suo peggior sell off dal 2022 (-3,6%). Stesso andamento anche per l’indice S&P 500 (-4,5% dai top), ma anche in Europa dove alcuni conti trimestrali sotto le attese, e in particolare nei comparti degli industriali e del lusso, hanno innescato un deciso incremento della volatilità, portando a brusche correzioni dei prezzi.
Questo repentino cambio di umore dei listini ha colto di sorpresa gli investitori, ma c’è davvero da preoccuparsi o l’andamento visto nelle ultime sedute è solo una pausa fisiologica prima di eventuale ripartenza della tendenza principale?
In questo articolo andiamo ad analizzare la situazione grafica di alcuni tra i principali indici, con l’obiettivo di capire quali sono le aree di prezzo più importanti che potrebbero sostenere i prezzi, offrendo così dei buoni entry point al rialzo, magari usando degli ETF. D’altronde si sa, è proprio in situazioni come queste che i mercati possono offrire delle ghiotte opportunità per permettere agli investitori di rientrare in posizione.
S&P 500, occhio al supporto a 5.200 punti
Partiamo con l'analisi dell'indice S&P 500, ovvero il paniere che sintetizza l'andamento delle 500 maggiori società americane. Dopo aver raggiunto un nuovo ed ennesimo massimo storico sopra quota 5.660 punti, l'indice ha invertito bruscamente la direzione perdendo da lì già quasi il 5%. In particolare, come vediamo dal grafico qui sotto su time frame settimanale, la candela della settimana del 15 luglio (-1,97%) ha inghiottito interamente (tranne l'ombra superiore) quella della settimana precedente, una sequenza grafica che ricorda alla lontana un bearish engulfing, uno tra i più importanti ed efficaci pattern di inversione ribassista della tendenza (non lo è perché la candela inghiottita, l'ultima verde, dovrebbe avere un corpo lungo).
Ora i prezzi si trovano a 5.400 punti e in caso di prosecuzione delle prese di beneficio innescate da metà luglio sarà da monitorare la tenuta dell'area supportiva in area 5.260 - 5.200 punti; una fascia di prezzo il cui test già ad aprile aveva respinto le quotazioni al ribasso prima del successivo rimbalzo e breakout al rialzo di maggio.
Ecco che se l'indice S&P 500 dovesse tornare con forza al di sotto di tale area (5.200 punti), si potrebbero aprire ulteriori spazi al ribasso fino al raggiungimento del livello spartiacque dei 5.000 punti, un livello chiave.
Tuttavia, la correzione in atto ricorda molto quanto osservato a inizio aprile, quando l'indice S&P 500 perse in tre settimane il -5,7%, per poi rimbalzare proprio in prossimità del livello di supporto a 5.000 punti e andare a segnare nuovi massimi storici. Ciò potrebbe accadere anche in questo caso, proseguendo così la corsa rialzista dopo essersi appoggiato al supporto a 5.200 punti.
Oltre ai 5.200 e 5.200 punti, come importanti aree supportive si segnalano quota 4.800 punti e poi più in basso verso i 4.580 punti, prezzi del dicembre scorso. Quindi primo entry point 5.200 punti e in caso di break a 4.800 punti c'è un bel livello da sfruttare.
In ogni caso, allo stato attuale la tendenza sull'indice rimane ampiamente positiva nel medio-lungo periodo, con il listino che da inizio anno si trova ancora in rialzo del +13,8%, +54% dai minimi del 2022. In tal senso, i prezzi si trovano ancora al di sopra della trendline rialzista (linea tratteggiata blu) costruita dai minimi di ottobre 2022 e distanti circa il 20% dalla media mobile esponenziale a 200 settimane.
Ricordiamo anche che ci stiamo avvicinando sempre più all'evento clou di quest'anno delle elezioni presidenziali americane, un evento che molto spesso ha avuto un impatto significativo anche sui principali indici di Wall Street. Ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo.
Nasdaq 100 perde l'8% dai top. Vendite sui Big Tech
Prese di profitto ancora più marcate per l'altro principale indice americano, il Nasdaq 100 che, dopo aver aggiornato il record storico a 20.690 punti, nella seduta del 10 di luglio ha invertito la direzione perdendo da lì quasi il 9% in poco più di due settimane.
Le vendite di questa settimana alimentano i dubbi degli investitori sulla tenuta del trend delle big Tech, titoli che, complice la febbre AI, nell'ultimo anno e mezzo sono stati i veri protagonisti del mercato, ma che adesso potrebbero prendersi una pausa.
Teniamo infatti presente che mentre il Nasdaq (ma anche lo S&P 500) passava rapidamente da un record all’altro, la preoccupazione di molti investitori riguardava la poca coralità di movimento e la poca ampiezza di mercato, dato che solo una manciata di mega titoli hanno permesso ai due listini a stelle e strisce di aggiornare costantemente i rispettivi record storici. Questi timori si stanno amplificando sempre più nelle ultime giornate, con le svendite sui colossi della tecnologia che hanno trascinato al ribasso l'intero mercato, offuscando anche alcuni dati macroeconomici migliori delle attese (Pil del secondo trimestre oltre le attese).
In tal senso, sull'andamento del Nasdaq hanno impattato i deboli conti trimestrali di Alphabet (-12% nelle ultime tre settimane), ma anche di Tesla (-8% nell'ultima settimana). Vendite anche su altri grandi nomi della tecnologia come Meta e Nvidia.
Graficamente, per il Nasdaq 100 sarà importante mantenersi al di sopra dell'area supportiva a quota 18.500 punti. Se così non fosse è possibile che il listino americano torni nei pressi della fascia 16.200 - 17.000 punti, un buon entry point per chi volesse puntare al rialzo sull'indice nel medio-lungo periodo. Come vediamo dal grafico su time frame settimanale (qui sopra), il listino mantiene comunque un intonazione positiva: da inizio 2023 permane all'interno di un canale rialzista (linee blu), con i prezzi al di sopra della media mobile a 200 settimane. Anche in questo caso per ora la correzione sembra solo la classica correzione estiva, che come elemento scatenante ha avuto le trimestrali deboli di alcuni giganti.
Il Russell 2000 recupera terreno e punta i massimi storici
Se da una parte il tech continua a rimanere sotto pressione, alcuni comparti e alcune aziende a più piccola capitalizzazione hanno invece registrato un deciso balzo in avanti, alimentati dal fatto che la Fed riesca a domane l'inflazione senza grosse ripercussioni sulla tenuta dell'economia e ben presto sarà anche in grado di tagliare i tassi di interesse.
In questo contesto ne ha beneficiato il Russell 2000, listino del mercato azionario statunitense che rappresenta proprio l'andamento aggregato dei 2mila titoli a bassa capitalizzazione. Questa rotazione settoriale è ben visibile nel grafico qui sotto: ad un indebolimento del Nasdaq e ancor più dell'indice delle magnifiche sette, abbiamo avuto un parallelo recupero del Russell 2000.
Graficamente, il listino delle small cap Usa, dopo aver più volte testato a fine 2023 l'area supportiva intorno a 1.690 punti, da li è partito un rally rafforzato ulteriormente dal breakout al rialzo della quota psicologica dei 2.000 punti. Ora il listino si trova a quota 2.264 punti e sembrerebbe essere diretto verso i massimi assoluti del 2021 in area 2.457/2.500 punti.
Ftse Mib consolida i massimi dal 2008
Fase di consolidamento anche per il paniere principale di Piazza Affari, l'indice Ftse Mib. Il listino dopo aver raggiunto a maggio un nuovo record dal 2008 a quota 35.474 punti. Facciamo notare che questo livello coincide con il ritracciamento di Fibonacci del 61,8% di tutto i down trend storico che ha portato l'indice dai massimi del 2000 in area 50.000 punti ai minimi del 2012 in area 12.400 punti. Una correzione era quindi abbastanza chiamata e anche utile. In caso di break nei prossimi mesi di questo livello la probabilità d'inversione di lungo corso aumenta e il Mib potrebbe proseguire la sua corsa.
Tornando all'analisi tecnica più di breve termine, il Mib ha iniziato una fase di ritracciamento che è stata però arrestata dal test dell'area supportiva intorno a quota 32.500 punti, minimi di giugno. Da lì è ripartito un nuovo tentativo di rimbalzo che ha condotto nuovamente i corsi fino a 34.800 punti, per poi tornare al ribasso e trovandosi al momento a 33.800 punti. Se nelle prossime settimane dovesse continuare il movimento ribassista innescato con la seduta del 23 luglio, allora è plausibile un ritorno dei prezzi nella fascia supportiva 32.600-32.500 punti, livelli minimi di giugno e parte bassa del canale rialzista. Solo il break di questo livello giustificherebbe una correzione più profonda verso la fascia di prezzo 31.000-30.000 punti, dove si trova il 50% di Fibonacci e che rappresenta un altro entry point di grande valore.
Nonostante la correzione dai massimi di periodo (-4,6%), la tendenza di medio periodo rimane rialzista, con l'indice che da inizio anno mostra ancora un rialzo del +10,7% (+16% nell'ultimo anno di negoziazione).
EuroStoxx 50 al test della media a 200 giorni
La pessima settimana di Wall Street ha contagiato tutti i principali mercati azionari. In Europa, l'indice EuroStoxx 50, nonostante da inizio anno mostri ancora una performance positiva di poco più del 6%, dai massimi di aprile ha già perso il -5,5% circa, segnalando così un'indebolimento della tendenza rialzista. Anche nel Vecchio Continente il sentiment è stato impattato da alcuni conti trimestrali sotto le attese e in particolare nel comparto degli industrial e del lusso.
In questo contesto, l'indice EuroStoxx50 ha proseguito la sua fase di consolidamento lateral-ribassista avviata dopo il raggiungimento dei massimi segnati nella prima seduta di aprile. Con il ribasso di ieri (25 luglio), il paniere delle 50 maggiori aziende europee si è riportato al test del principale supporto di breve periodo a quota 4.765 punti, un livello che, come possiamo vedere nel grafico qui sotto (a sinistra su time frame settimanale e a destra su time frame giornaliero), transita anche la media mobile esponenziale a 200 giorni (linea arancione).
Ecco che fin tanto che il listino europeo riuscirà a mantenersi al di sopra di tale livello la tendenza rimane positiva, mentre in caso contrario si potrebbero aprire spazi al ribasso per un ritorno dell'indice prima verso i 4.600 punti e poi verso i 4.420 punti.