SAIPEM -5% Concluso ieri il termine per la negoziazione diritti d'opzione

Diritti d'opzione trattabili fino al 5 luglio

FATTO
Saipem perde il 5%.

Si è concluso ieri il termine per la negoziazione dei diritti d'opzione e secondo La Repubblica l’inoptato finale sarà almeno pari a quello dell’aumento del 2016 quando raggiunse il 12.2% dei titoli offerti. 

Tuttavia, secondo il quotidiano non vi sarebbero rischi per l’aumento - anche grazie alla sua natura inscindibile – e le banche del consorzio sarebbero pronte a coprire tutto l’inoptato.

Ricordiamo che l’offerta dei diritti non esercitati si terrà il 12 e 13 luglio.

E' in corso l'aumento di capitale da 2 miliardi di euro. Saranno emesse 1.974.327.430 nuove azioni, con un rapporto di 95 nuove azioni per 1 posseduta, a un prezzo di 1,013 euro per azione. 

Il calendario dell’offerta prevede che i diritti siano esercitabili dal 27 giugno alle ore 13.00 dell’11 luglio e non più negoziabili da oggi.

EFFETTO
L’aumento di capitale è costruito con alcune tecnicalità che stanno mettendo in difficoltà i piccoli investitori perché li costringe a sottoscrivere un numero molto elevato di nuove azioni a parità di diritti d’opzione post-accorpamento delle vecchie azioni. 

Per meglio intenderci, per ogni diritto d’opzione si tratta di sborsare 96,235 euro (95 x 1,013 euro), ovvero un multiplo molto alto rispetto al valore del diritto. 

Il piccolo risparmiatore si trova dunque di fronte a un dilemma: vendo tutti i diritti e non partecipo alla ricapitalizzazione o sottoscrivo, sborsando una cifra importante?

Mettiamo qualche paletto:

1) se si sono venduti tutti i diritti d'opzione, praticamente si è rinunciato a partecipare all'eventuale rilancio della società perchè in pratica si azzera quasi del tutto la posizione in Saipem; 

2) se si sottoscrivono tutti i diritti d'opzione ci si gioca la carta del rilancio. A questo proposito sottolineiamo che: 

   a) l'aumento di capitale da 2 mld di euro dovrebbe andare a buon fine. Usiamo il condizionale perché in finanza non c’è nulla di certo. Saipem ha stipulato il contratto di garanzia con il pool di banche, che si sono impegnate a sottoscrivere le nuove azioni non sottoscritte al termine dell’asta dell’inoptato, fino a un importo massimo complessivo pari a circa 1,120 miliardi, equivalenti alla differenza tra il valore complessivo dell’aumento di capitale e il valore delle nuove azioni oggetto dell’impegno di sottoscrizione di Eni e CDP;

  b) lo scenario macro gioca a favore delle società energetiche, impegnate direttamente o indirettamente nell'industria di estrazione di petrolio e gas. Anche Saipem ha evidenziato un deciso miglioramento del portafoglio ordini.

In conclusione.

A operazione finita ci potremmo trovare davanti a una società che ha sostanzialmente risolto il problema del debito e che può tornare profittevole, sempre che il management cavalchi adeguatamente il nuovo favorevole scenario.

Rebus sic stantibus, riteniamo opportuno sottoscrivere i diritti d'opzione, anche se costa qualche sacrificio. In alternativa, si può vendere una parte dei diritti e sottoscriverne una quota inferiore a propria discrezione.

Chi non ha posizione sul titolo Saipem, può cogliere questa opportunità per entrare sul titolo, tramite l'acquisto sul mercato e la contemporanea sottoscrizione dei diritti d’opzione negli ultimi giorni di trattazione.

www.websim.it