Cosa sono gli ETF? Una guida per capirli in modo semplice

Con oltre 10 trilioni di dollari investiti a livello globale, gli ETF stanno diventando sempre più protagonisti del mondo finanziario. Sai cosa sono gli ETF e quali rischi comportano? Leggi l'articolo

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Tutto quello che devi sapere sugli ETF

  • Un ETF è un fondo che si compra e si vende in borsa come un’azione e permette di investire in tanti titoli con un solo acquisto.
  • Chi investe in ETF spende meno in commissioni, ha un investimento già diversificato e può comprare o vendere in qualsiasi momento.
  • Rischi: il valore di un ETF può salire o scendere con il mercato, può non replicare perfettamente l’indice di riferimento e, se in valuta estera, può essere influenzato dal cambio.

Indice

 

"Non mettere tutte le uova nello stesso paniere!" tutti almeno una volta nella vita se lo sono sentiti dire, ma questo antico detto popolare riassume perfettamente uno dei principi fondamentali degli investimenti: la diversificazione. Ed è proprio su questo concetto che gli ETF hanno costruito il loro successo.

Negli ultimi dieci anni, il patrimonio investito in ETF è esploso, superando i 10* trilioni di dollari a livello globale. Sempre più investitori li scelgono, dai piccoli risparmiatori ai grandi fondi istituzionali, cosa rende gli ETF così popolari? E soprattutto, come funzionano davvero? Scopriamolo insieme.

Questo articolo spiega in modo semplice tutto ciò che c'è da sapere sugli ETF, dai vantaggi ai rischi, fino a come scegliere quello giusto.

Cosa Sono gli ETF?

L’acronimo ETF sta per Exchange Traded Fund, si tratta di un fondo d'investimento che viene scambiato in borsa proprio come un’azione. Il loro obiettivo è replicare la performance di un indice, come il FTSE MIB, o l’S&P 500 per il mercato statunitense, permettendo di investire in un intero paniere di titoli, in modo passivo, con un solo acquisto.

Gli ETF fanno parte della categoria più ampia degli Exchange Traded Products (o ETP), strumenti finanziari negoziati in borsa che replicano l’andamento di indici, materie prime o altri asset. Essendo prevalentemente strumenti a gestione passiva, non cercano di battere il mercato, ma semplicemente di seguirne l’andamento.

Perché Investire in ETF? I Vantaggi

Uno dei motivi per cui gli ETF stanno conquistando sempre più investitori è la combinazione di semplicità ed efficienza. Con un solo strumento, infatti, è possibile ottenere una diversificazione immediata, accedendo a decine o addirittura centinaia di titoli, riducendo così il rischio specifico legato alle singole aziende. A questo si aggiunge il vantaggio dei costi ridotti: essendo strumenti a gestione passiva, che si limitano a replicare un indice senza l’intervento di gestori attivi, le commissioni di gestione risultano nettamente inferiori rispetto a quelle dei fondi comuni d’investimento.

Gli ETF sono anche estremamente pratici, essendo negoziati in borsa, possono essere comprati e venduti in tempo reale durante le ore di apertura dei mercati, proprio come un’azione. Un altro aspetto fondamentale è la trasparenza, la composizione di un ETF è generalmente pubblica e facilmente consultabile, permettendo agli investitori di sapere esattamente dove stanno mettendo i propri soldi. Infine, questi strumenti offrono grande flessibilità, adattandosi sia a chi vuole costruire un portafoglio diversificato e bilanciato nel lungo periodo, sia a chi opera con strategie più dinamiche, come il trading a breve termine.

Tipologie di ETF

Su cosa posso investire con un ETF? Gli ETF offrono agli investitori la possibilità di investire in veramente tante asset class e settori ed è proprio questa loro versatilità che li rende uno strumento ideale per gli investitori retail, alla ricerca di una soluzione semplice ed efficace per diversificare il loro portafoglio. Scopriamo quindi le principali tipologie di ETF in base all'asset sottostante:

  • ETF azionari: sono tra i più diffusi e permettono di investire negli indici di mercato di tutto il mondo, dai grandi indici globali, ai mercati specifici di un paese. Esistono anche ETF focalizzati su determinate aree geografiche o su strategie di investimento come indici growth (che investono in aziende con alti potenziali di crescita) o value investing (che puntano su azioni sottovalutate dal mercato con solidi fondamentali).
  • ETF obbligazionari: questi ETF replicano il rendimento di panieri obbligazionari, permettendo di investire in titoli di Stato o obbligazioni corporate. Sono spesso utilizzati per ridurre il rischio e stabilizzare il portafoglio, grazie alla minore volatilità rispetto agli ETF azionari.
  • ETF settoriali: permettono di investire in un particolare settore economico, come tecnologia, healthcare o energia. Sono ideali per chi vuole puntare su un'industria specifica senza dover scegliere singole aziende.
  • ETF tematici: simili agli ETF settoriali, ma con un focus su trend di lungo periodo, come ad esempio la sostenibilità, l’intelligenza artificiale o la robotica. Sono particolarmente apprezzati dagli investitori che vogliono scommettere su cambiamenti strutturali nell’economia.

Oltre alla tipologia di asset sottostante, gli ETF possono differenziarsi per il loro meccanismo di funzionamento. È importante conoscere tale classificazione per poter scegliere la struttura più adatta alle proprie esigenze. Una prima distinzione è quella tra ETF a replica fisica vs sintetica: laddove i primi acquistano realmente i titoli dell’indice, i secondi usano derivati per replicarne la performance. Questa struttura è particolarmente utile per investire in mercati difficili da replicare, come il settore delle materie prime (ad esempio, petrolio e gas naturale, dove l'acquisto fisico è complesso) o mercati con restrizioni agli investitori stranieri, come alcuni mercati emergenti. Potremmo poi trovarci a dover scegliere tra ETF ad accumulazione vs distribuzione: i primi reinvestono automaticamente dividendi o cedole, nel caso di ETF obbligazionari, aumentando progressivamente il valore dell’investimento; mentre i secondi, come intuibile, li distribuiscono periodicamente agli investitori.

Ulteriori tipologie di ETF in cui potremmo imbatterci sono gli ETF a leva e inversi, strumenti più complessi che amplificano i movimenti del mercato, sia in positivo che in negativo. Gli ETF a leva, infatti, moltiplicano la performance dell’indice sottostante, spesso su base giornaliera, mentre quelli inversi mirano a ottenere un rendimento opposto rispetto all’andamento del mercato.

ETC: Il "Cugino" degli ETF per le Materie Prime

Parlando di strumenti passivi, spesso si sente parlare di ETF sulle materie prime (oro, petrolio o metalli industriali), si tratta però di un errore comune, in realtà la definizione corretta per questi strumenti è ETC (acronimo di Exchange Traded Commodities), anch’essi appartenenti alla famiglia degli ETP. Come gli ETF, anche gli ETC sono negoziati in borsa e replicano un sottostante, ma esistono differenze strutturali fondamentali.

Gli ETF sono fondi d’investimento che acquistano direttamente o indirettamente un paniere di titoli, mentre gli ETC non sono fondi, ma strumenti finanziari emessi da istituzioni finanziarie e garantiti da asset reali o derivati. Ad esempio, un ETC sull’oro può essere garantito da lingotti fisici custoditi in caveau, mentre un ETC sul petrolio o sul gas naturale potrebbe basarsi su contratti futures.

Per un investitore, la scelta tra ETF e ETC dipende dall’obiettivo di investimento. Gli ETF offrono esposizione a indici azionari o obbligazionari diversificati, mentre gli ETC consentono di investire in singole materie prime e sono spesso scelti per proteggersi dall’inflazione o diversificare ulteriormente proprio il portafoglio.

Rischi degli ETF

Anche se gli ETF offrono numerosi vantaggi, è fondamentale essere consapevoli dei rischi che comportano. Il primo aspetto da considerare è il rischio di mercato: poiché questi strumenti replicano un indice, il loro valore segue l’andamento generale del mercato. Questo significa che, in periodi di ribasso, un ETF azionario può subire perdite significative, esattamente come il paniere di titoli che rappresenta.

Un altro elemento da tenere in considerazione è il tracking error, ovvero la differenza tra la performance dell’ETF e quella dell’indice di riferimento. Anche se questi strumenti sono progettati per replicare fedelmente un indice, fattori come costi di gestione, meccanismi di replica, liquidità e costi di transazione possono creare discrepanze nei rendimenti. È sempre utile controllare questo parametro prima di scegliere un ETF, un valore basso indica che l’ETF sta replicando bene l’indice, mentre un valore elevato segnala una scarsa aderenza. Gli ETF su indici molto liquidi e facili da replicare, come l’S&P 500, tendono ad avere un tracking error molto contenuto, generalmente inferiore all’1%.

Un ulteriore fattore da considerare è il rischio di cambio. Se un ETF è denominato in una valuta diversa da quella dell’investitore, le oscillazioni valutarie possono incidere sul rendimento complessivo. Ad esempio, un investitore italiano che acquista un ETF in dollari USA potrebbe vedere ridursi il valore del proprio investimento se l’euro si rafforza rispetto al dollaro. Per mitigare questo rischio, esistono ETF con copertura valutaria (hedged), che limitano l'impatto delle fluttuazioni dei tassi di cambio, sebbene a un costo leggermente più elevato.

Esistono poi rischi legati alla struttura dell’ETF, in particolare quando si parla di ETF a replica sintetica. Questi strumenti, che abbiamo descritto nel paragrafo precedente, sebbene siano utili per investire in mercati difficili da replicare, comportano un rischio aggiuntivo legato all’affidabilità delle controparti che emettono questi derivati. Infine, bisogna prestare particolare attenzione agli ETF a leva e inversi, sebbene possano sembrare strumenti interessanti per strategie speculative, il loro utilizzo è rischioso e spesso inadatto a chi investe nel lungo periodo, perché il loro rendimento tende a deteriorarsi nel tempo a causa della struttura stessa del prodotto.

Vediamolo con un esempio: se un ETF a leva x2 segue un indice che parte da 100 e sale del 10% in un giorno, l’ETF salirà del 20%, arrivando a 120. Se il giorno successivo l’indice perde il 10% e scende a 99, l’ETF a leva perderà il 20% di 120, scendendo a 96. Nonostante l’indice sia quasi tornato al valore iniziale, l’ETF ha perso 4 punti. Questo effetto si amplifica nel tempo a causa della volatilità, rendendo questi strumenti poco adatti a investimenti di lungo periodo.

Conoscere questi aspetti è fondamentale per investire consapevolmente, scegliendo gli ETF più adatti alle proprie esigenze e al proprio livello di tolleranza al rischio.

Come Scegliere un ETF

Per trovare l’ETF più adatto alle proprie esigenze in primis bisogna individuare l’indice di riferimento, ovvero il mercato, il settore o la strategia che si vuole replicare.

Un altro fattore essenziale è il costo di gestione, misurato dal Total Expense Ratio (TER). Come abbiamo detto, poiché gli ETF sono strumenti passivi, tendono ad avere commissioni più basse rispetto ai fondi attivi, ma è comunque importante confrontare il TER tra ETF simili: minori sono i costi, maggiore sarà il rendimento netto per l’investitore.

Anche la dimensione e la liquidità dell’ETF sono aspetti da non sottovalutare. Un ETF con un elevato volume di scambi giornalieri sarà più facile da comprare e vendere senza incorrere in ampi spread tra prezzo di acquisto e vendita. Inoltre, ETF più grandi tendono ad avere una replica più efficiente dell’indice e costi di transazione inferiori.

Infine, è utile considerare l’emittente dell’ETF, ovvero la società che lo gestisce. Alcuni dei principali fornitori a livello globale sono iShares (BlackRock), Vanguard, Lyxor, Amundi e WisdomTree. Affidarsi a un emittente solido e con una lunga esperienza nella gestione degli ETF può offrire maggiore sicurezza e trasparenza.

Come Investire in ETF

Investire in ETF è un processo accessibile anche per chi è alle prime armi, grazie alla semplicità con cui possono essere acquistati e gestiti. Tuttavia, per ottenere il massimo da questi strumenti, è importante seguire alcuni passaggi fondamentali.

Il primo passo è scegliere un broker. Oggi esistono numerose piattaforme di trading online che consentono di investire in ETF con costi contenuti e un’interfaccia intuitiva. È fondamentale valutare le commissioni applicate, la varietà di ETF disponibili e gli strumenti di analisi messi a disposizione.

Una volta aperto il conto, bisogna definire una strategia di investimento. Gli ETF si prestano sia a strategie a lungo termine, come l’investimento buy & hold, sia a strategie più dinamiche. Molti investitori scelgono di utilizzare un Piano di Accumulo del Capitale (PAC), acquistando ETF a intervalli regolari (ad esempio, ogni mese) per mediare il prezzo di acquisto nel tempo e ridurre l’impatto della volatilità. Altri invece preferiscono un approccio più attivo, sfruttando movimenti di mercato per operazioni di breve termine.

Infine, anche se gli ETF sono strumenti a gestione passiva, è importante monitorare l’andamento degli investimenti. Controllare periodicamente la performance degli ETF scelti, verificare se continuano a essere in linea con la propria strategia e, se necessario, effettuare aggiustamenti, permette di mantenere il portafoglio efficiente nel tempo.

Grazie alla loro flessibilità, trasparenza e costi ridotti, gli ETF rappresentano un'opzione ideale per chi vuole investire in modo semplice ed efficace, senza rinunciare alla diversificazione. Informarsi è il primo passo per investire con consapevolezza.

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Fonti

  • Financial Times, dati BlackRock: Nel corso dell'ultimo anno gli ETF globali hanno registrato afflussi netti record di 1,5 trilioni di dollari, superando il precedente record di 1,2 trilioni nel 2021. Questo ha portato gli asset under management a raggiungere i 13,8 trilioni di dollari, con un aumento significativo rispetto a un decennio fa.