Wall Street cambia cavallo, via da Nvidia e avanti con Alphabet
Negli ultimi tre mesi, la sovraperformance di Alphabet rispetto a Nvidia è del 50%, qualcosa di impressionante, visto che stiamo parlando della 1 e della 3 società al mondo per capitalizzazione.

Alphabet-Nvidia a confronto
All’inizio del mese, pochi giorni prima dell’emergere dei primi dubbi sulla tenuta nel medio lungo periodo delle aziende impegnate nella corsa all’avvento dell’intelligenza artificiale, a Wall Street, Alphabet e Nvidia registravano un guadagno da inizio anno quasi uguale, oltre il 55%. Da lì i corsi azionari hanno preso rotte opposte, le performance sono una quasi il doppio dell’altra.
Alphabet, +71% da inizio anno e +13% nella settimana, ha toccato i massimi della storia, la capitalizzazione è sempre più vicina a quota quattromila miliardi di dollari. Nel preborsa il titolo segna un rialzo dell’1%.
Nvidia va incontro a un’altra seduta di ribasso, -1,5% nel preborsa e -13% da inizio mese, contro il -2% dell’indice Bloomberg Magnificent Seven.
Negli ultimi tre mesi, la sovraperformance di Alphabet rispetto a Nvidia è del 50%, qualcosa di impressionante, visto che stiamo parlando della prima e della terza società al mondo per valore della capitalizzazione.
Alphabet, sui chip fa da sé
Il titolo, nelle ultime settimane, ha reagito bene ai conti del trimestre ed ha poi accelerato al momento della presentazione dell’aggiornamento di Gemini, l’assistente che offre strumenti di intelligenza artificiale a chi interroga Google in rete. Le potenzialità mostrate dallo strumento lanciato in una prima versione circa un anno fa, hanno ridimensionato la minaccia rappresentata dalla concorrenza di ChatGPT nelle interrogazioni degli utenti.
Ci sono poi state le indiscrezioni sull’inserimento dei chip prodotti in casa da Google nei data center per l’intelligenza artificiale di Meta Platforms. La società fondata da Sergei Brin e Larry Page ha cominciato a prodursi in casa i propri semiconduttori circa tre anni fa, al momento dell’avvio della corsa agli investimenti nei data center per l’intelligenza artificiale. Gli Axiom, un tipo di strumento all’apparenza non troppo evoluto, sono stati in questi anni una risorsa interna ma non un tema strategico per l’espansione del business. Le ultime novità mostrano che questi chip tecnologicamente ritenuti ordinari possono essere una credibile alternativa a basso costo ai futuristici e costosissimi chip offerti dal quasi monopolista Nvidia.
Il titolo si è raddoppiato in un anno
Alphabet si è risollevata in borsa dopo essere quasi uscita dai radar degli investitori dei big tech di Wall Street: un anno fa il titolo trattava a 20 volte gli ultimi a dodici mesi, il multiplo più basso delle magnifiche sette, oggi, per effetto della crescita degli utili e dell’espansione del PE, siamo a 26 volte.
Il prezzo si è circa raddoppiato ma secondo Barron’s non è il momento di vendere perché a 26 volte gli utili a dodici mesi è al penultimo posto nella classifica delle magnifiche sette: solo Meta Platforms è più giù, a 20 volte.
Cambio cavallo, giù da Nvidia, in sella a Alphabet
Oggi tutti i favori sono su una società che fino a poco tempo fa veniva considerata alla mercé di OpenAI, con un modello di business ancora fermo alla fornitura di risposte attraverso link alle domande degli utenti. In questi mesi, ha mostrato che il mercato ha esagerato, con il pessimismo.
Nvidia, arrivata in ottobre alla incredibile capitalizzazione di cinquemila miliardi, ha presentato conti del trimestre più che brillanti, ma nel futuro dovrà vedersela con un concorrente di stazza e potenza finanziaria simile. In più ci sono le obiezioni sulla contabilità arrivate da Michael Burry, il gestore di fondi hedge a cui si ispira il film “The big short”.
Dopo aver aperto una grossa posizione short su Nvidia, Burry ha anche iniziato a scrivere su presunti parallelismi tra l'attuale frenesia nell'IA e gli eccessi della bolla delle dot-com.
L’attivismo ha probabilmente irritato i dirigenti di Nvidia a tal punto da spingere l’investor relator della società a mandare a qualche analista un documento privato in risposta ai paragoni con Enron e WorldCom tirati fuori da Burry. "Nvidia non somiglia a frodi contabili storiche perché il business sottostante di Nvidia è economicamente solido, la nostra rendicontazione è completa e trasparente, e ci interessa la nostra reputazione per integrità", si legge nel memo finito poi su social.
L’effetto però è stato contrario a quello sperato, secondo Gil Luria, un analista di D.A. Davidson. "Il memo stesso fa sembrare Nvidia sulla difensiva, non condividerlo pubblicamente lo ha fatto apparire ancora peggio. Siamo d'accordo con molte delle risposte che hanno fornito, ma un'azienda di queste dimensioni non ha bisogno di affrontare ogni domanda che viene sollevata tra i rapporti trimestrali," ha detto Luria in una sua nota ripresa dal Wall Street Journal.
Nvidia: prezzo per 17 volte in 5 anni
Se oggi Nvidia deve vedersela con qualche contestatore, è anche perché a questi prezzi, dopo una simile performance, è normale che gli argomento dei pessimisti (bearish) siano più ascoltati di quelli bullish. Cinque anni il titolo era intorno a 11 euro, oggi, dopo la correzione siamo a 177 dollari.
Negli ultimi tre anni, il titolo ha guidato quasi da solo la corsa del Nasdaq, oggi il suo primato nella produzione dei chip per l’intelligenza artificiale è insidiato e gli ultimi accordi di fornitura di chip a società nelle quali poi entra nel capitale, cominciano a destare qualche perplessità.
Analisi Tecnica Nasdaq 100
Operatività. Il trend di fondo del NASDAQ 100 conferma una configurazione strutturalmente rialzista. Confermiamo la view positiva di lungo periodo. La piena violazione di area 24mila punti ha fatto scattare nuovi acquisti in tendenza con target verso 26mila punti, raggiunto nelle ultime sedute. Riteniamo fisiologico l'avvio di una fase di assestamento, propedeutica a una nuova fase impulsiva. Posizionare gli acquisti sulla debolezza in area 24mila.
Per impostare strategie speculative di breve periodo o strategie di lungo periodo sono disponibili i seguenti ETF:
ETP WisdomTree Nasdaq 100 3x Leverage Daily
Isin: IE00BLRPRL42 (QQQ3)
L'ETP mira a replicare la prestazione dell'indice NASDAQ-100® 3x Leveraged Notional Net Return, che a sua volta mira a replicare le prestazioni quotidiane dell'indice NASDAQ-100® Notional Net Total Return moltiplicato giornalmente per tre e adeguato per riflettere alcuni costi inerenti al mantenimento delle posizioni a leva necessarie per raggiungere tale obiettivo. Leggi il documento KID.
ETP WisdomTree Nasdaq 100 3x Short Daily
Isin: IE00BLRPRJ20 (QQQS)
L'ETP mira a replicare la prestazione inversa dell'indice NASDAQ-100® 3x Leveraged Notional Net Return, che a sua volta mira a replicare le prestazioni quotidiane dell'indice NASDAQ-100® Notional Net Total Return moltiplicato giornalmente per tre e adeguato per riflettere alcuni costi inerenti al mantenimento delle posizioni a leva necessarie per raggiungere tale obiettivo. Leggi il documento KID.
ETF Axa Nasdaq 100 Ucits (Usd)
Isin: IE000QDFFK00 (ANAU)
Da inizio 2025: +5,0% (incide la debolezza del dollaro)
L’obiettivo di investimento del Fondo consiste nel replicare l'indice di riferimento NASDAQ 100, dedotte commissioni, spese e costi di transazione. L'indice NASDAQ 100 é composto dai 100 principali titoli azionari tecnologici quotati al Nasdaq pesati secondo la loro capitalizzazione di Borsa. Non contiene titoli di società finanziarie. Non distribuisce dividendi. La valuta di riferimento è il dollaro Usa. Replica fisica completa. Commissioni totali annue (TER) 0,14%. Leggi il documento KID.

ETF Franklin US Mega Cap 100 Ucits
Isin: IE0008M1R3N4 (US100)
Quotato da maggio 2025
Da inizio 2025 +4,20% (incide la debolezza del dollaro)
Lo strumento fa riferimento all'indice Megacap 100, che presenta un mix distintivo di crescita e diversificazione settoriale, pur essendo meno dipendente dalla tecnologia rispetto al più noto Nasdaq 100. Offre un’esposizione azionaria sostenuta da fondamentali storicamente solidi, da una crescita costante degli utili e da una solida dinamica dell’indice. Non distribuisce dividendi. La valuta di riferimento è il dollaro Usa. Commissioni totali annue (TER) 0,09%. Leggi il documento KID.

