Terre rare - Si cercano alternative alla Cina
La Cina controlla oltre il 90% della capacità mondiale di raffinazione

Nei vecchi pc e smartphone si cela un tesoro. Infatti, grazie alla raccolta e al trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE) è possibile recuperare preziose materie prime critiche, tra cui le terre rare, ossia i minerali che muovono l’industria dei chip e di tutto ciò che ne consegue (automotive, elettronica, aerospazio etc.).
E in Nord Africa, le imprese italiane potrebbero contribuire, attraverso il Piano Mattei, a estrarre e valorizzare materie prime critiche fino a 2,5 miliardi attraverso questa forma di economia circolare.
Tema di primaria importanza in un quadro internazionale caratterizzato da una domanda in crescita e da catene di approvvigionamento sempre più concentrate nelle mani di pochi attori.
Sono tra i principali aspetti emersi dal report "La geopolitica delle Materie Prime Critiche: le opportunità del Piano Mattei e dell'urban mining per la competitività industriale in Italia", presentato oggi da Iren e realizzato da TEHA Group (Ambrosetti).
Rafforzare le partnership e investire nel recupero
Certo, come sottolineato da Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo della multiutility, “il percorso verso l’autosufficienza resta complesso: l’Italia non dispone di riserve minerarie significative per l’estrazione di materie prime critiche e la filiera del processing e della raffinazione richiede economie di scala difficili da sviluppare in un contesto nazionale”.
Tuttavia, gli spazi di miglioramento sono importanti, cominciando da due leve: “La prima è il rafforzamento delle partnership internazionali, seguendo l’esempio di Cina e Stati Uniti, per garantire l’approvvigionamento di materie prime vergini e sviluppare relazioni strategiche attraverso il Piano Mattei, orientato alla cooperazione industriale con i Paesi africani”.
Mentre la seconda leva è, appunto, “l’investimento nell’economia circolare dei RAEE, volto ad aumentare i volumi raccolti, incrementare la capacità e la diffusione degli impianti di riciclo e favorire anche l’import di materie prime seconde da partner europei e mediterranei”.
Import in aumento, si cercano alternative alla Cina
Oggi l'Unione europea importa 4,7 miliardi di euro di titanio e 1,4 miliardi di euro di terre rare e dipende in gran parte da un numero minuscolo di Paesi fornitori: nel caso delle terre rare, la Cina controlla oltre il 90% della capacità mondiale di raffinazione. Una interruzione delle forniture metterebbe a rischio fino a 700 miliardi di euro di produzione industriale nel nostro Continente.
Anche la dipendenza italiana da materie prime grezze e semilavorati è elevata e, tra l’altro, è in aumento: nel 2024 l’import ha raggiunto 36,5 miliardi, in crescita del +51% rispetto al 2014.
E sempre nello stesso periodo, i volumi importati sono saliti del +4,4%, con incrementi rilevanti per alcune materie prime critiche, in particolare cobalto (+313%), barite (+100%) e berillio (+84%), strategiche per il fabbisogno industriale tricolore.
Per l’Italia e per l’Unione Europea, i cui pil sono legati rispettivamente per il 31% e per il 22% alle materie prime critiche, cercare alternative è un obbligo inderogabile. Le istituzioni, dunque, riverseranno crescenti risorse nella loro estrazione e recupero, con beneficio per le aziende europee del settore.
Per investire sulle terre rare
Per investire in ottica di lungo termine si può utilizzare il seguente strumento:
ETF WisdomTree Strategic Metals and Rare Earths Miners UCITS
Isin IE000KHX9DX6 (RARE)
Da inizio 2025: +59%
L'ETF replica l'andamento dell'indice WisdomTree Strategic Metals and Rare Earths Miners. A sua volta, replica le società di tutto il mondo impegnate nell'esplorazione, nell'estrazione e/o nella raffinazione di materiali essenziali per la transizione verso le fonti di energia rinnovabili. I titoli azionari inclusi sono filtrati a seconda di criteri ESG (ambientali, sociali e di corporate governance). L’indice di spesa complessiva (TER) dell'ETF è pari allo 0,50% annuo. Replica fisica totale ovvero acquistando tutti i componenti. Non distribuisce dividendi. L’ETF è stato lanciato il 3 aprile 2024 ed ha domicilio fiscale in Irlanda. Leggi attentamente il KID.

