Ultima chiamata per il maxi-premio incondizionato del 15% di Unicredit
È iniziato il countdown per la maxi cedola incondizionata del 15% offerta dal Maxi ISIN DE000UG3NXK5 di Unicredit su Intesa, MPS e BPER. Pagamento fissato per il 22 maggio e ultima cum date 19 maggio.

Con l’avvicinarsi delle vacanze estive si avvicina anche l’ultima data utile (19 maggio) per sottoscrivere il certificato Maxi Cedola di Unicredit (ISIN DE000UG3NXK5), legato a un basket di titoli bancari italiani, e beneficiare della maxi cedola iniziale del 15%, completamente incondizionata e prevista in pagamento per il 22 maggio.
Il prodotto prevede, dopo il primo pagamento, cedole trimestrali condizionate dello 1% (4% annuo), con effetto memoria. Le barriere, sia per il pagamento delle cedole che per la protezione del capitale a scadenza, sono fissate al 55% dei livelli iniziali.
La scadenza prevista è fissata a novembre 2027, ma con possibilità di richiamo anticipato tramite meccanismo di Autocall a partire da novembre 2025.
La struttura
15% incondizionato subito e successivamente 4% annuo.
Il certificato Maxi Cedola di Unicredit (ISIN DE000UG3NXK5) si distingue per la sua prima cedola incondizionata del 15%, in pagamento il 22 maggio. Gli investitori che acquistano il prodotto entro il 19 maggio, ultima data cum, avranno diritto al maxi coupon: 15 euro per certificato (15% del valore nominale di 100 euro).
Dopo la maxi cedola, il certificato offre cedole trimestrali condizionate del 1% (1 euro), equivalenti a un rendimento annuo potenziale del 4%. Le cedole trimestrali saranno condizionate a una barriera al 55% dei valori iniziali (strike), garantendo premi finché i titoli del basket non perdono oltre il 45% rispetto ai valori di riferimento.
In caso di discesa sotto la barriera, entra in gioco la funzione di memoria: i premi non erogati saranno recuperabili a condizione che i titoli risalgano sopra il livello barriera in una delle successive date di osservazione semestrali.
La maxi cedola del 15%, così come le successive, sarà classificata fiscalmente come “redditi diversi”. Questa particolarità contribuisce a rendere il titolo la soluzione fiscalmente più efficiente tra i certificati d’investimento, permettendo di portare in compensazione tutti i flussi generati con le eventuali minusvalenze accumulate nei 4 periodi d’imposta precedenti. È comunque bene verificare con la propria depositaria la tipologia di compensazione applicata: se immediata o a scadenza. Nel caso infatti di compensazione immediata, ovvero registrata nel momento stesso in cui viene incassata la cedola, essa può essere portata a compensazione delle minus in portafoglio immediatamente. D’altro canto, in caso di compensazione a scadenza, l’effettiva compensazione con le minusvalenze avverrebbe solo a scadenza, in caso di rimborso anticipato o in caso di chiusura dell’investimento da parte dell’investitore. Facile intuire come tra le due alternative la prima risulti decisamente più efficiente rispetto alla sua controparte a scadenza: in quest’ultima, infatti, se si decidesse di “forzare” il processo di compensazione disinvestendo appena dopo che la maxi cedola iniziale sia stata pagata, lo scorporo della stessa dal prezzo di mercato genererebbe nuove minusvalenze, spostando semplicemente il problema invece che risolverlo. Un metodo meno efficiente come detto rispetto alla compensazione immediata, ma che comunque permette di “guadagnare tempo”, dando così la possibilità all’investitore di programmare il recupero su un orizzonte temporale più ampio ed in maniera più qualitativa.
Possibilità di richiamo anticipato e scenari a scadenza
Il certificato ha una durata prevista di due anni e mezzo circa, con possibilità di richiamo anticipato a partire da novembre 2025. Grazie al meccanismo di Autocall, infatti, da novembre 2025 in poi, se in una qualsiasi data di osservazione prevista tutti e tre i sottostanti risultano sopra i rispettivi livelli di richiamo anticipato previsti, il certificato sarà rimborsato anticipatamente, restituendo il valore nominale e includendo gli eventuali coupon rimasti in memoria.
I trigger previsti inizieranno dal 100% dei rispettivi livelli iniziali per poi decrescere del 5% ad ogni osservazione trimestrale fino ad assestarsi al 80% dei rispettivi livelli iniziali
Se non dovesse essere richiamato anticipatamente, e quindi arrivare a scadenza nel novembre 2027, saranno previsti due possibili scenari:
- Se alla data di osservazione finale tutti e tre sottostanti dovessero essere osservati con valori superiore al livello di barriera finale, prevista per il 55% del fixing iniziale, il certificato rimborserà 100% del valore nominale a cui verrà aggiunta la relativa cedola (e le cedole eventualmente non pagate).
- Altrimenti il certificato verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. In tal caso, se ipotizziamo che il titolo peggiore dei tre crolli del 70% dal suo valore iniziale, allora il certificato sarà rimborsato a 30 € (30% del valore iniziale).
Focus sul basket
Intesa
Uno dei top performer dello scorso anno si sta confermando anche per l’anno in corso come una delle realtà più solide e qualitative del panorama bancario nazionale. Come dimostrato anche dai risultati del 1Q25, comunicati al mercato pochi giorni fa, che superano le aspettative degli addetti ai lavori rafforzando la guidance per l'utile netto del FY25 "ben oltre 9 miliardi di euro". La banca si conferma essere una delle migliori scelte nel settore bancario italiano data la sua solida base, una politica di payout altamente remunerativa, e un modello di business diversificato, fortemente esposto a business guidati da commissioni come AM, WM e Insurance, rimanendo comunque al di fuori dello scenario di consolidamento volatile attuale. Il titolo quota attualmente in area 4,92 euro, con lo strike fissato a 4,79 euro e l’unica barriera prevista a 2,6345 euro.
MPS
Altro titolo tra i top performer dell’anno passato e che sembra stia cercando di riconfermare il trend per quello in corso. Come visto la Banca senese ha da pochi giorni comunicato i propri risultati per il quarter appena conclusosi superando le attese a livello operativo. Si segnalano infatti maggiori ricavi a causa di forti utili da trading e maggiori commissioni (compensando in parte la riduzione del margine d’interesse), un efficiente controllo dei costi ed una solida posizione di capitale: in sostanza buoni risultati che rendono visibile il raggiungimento del target di piano. Il titolo quota attualmente in area 7,94 euro con lo strike fissato a 6,888 euro e l’unica barriera prevista a 3,7885 euro.
BPER
Anche BPER segue il trend rialzista del settore, iniziato lo scorso anno e che sta proseguendo nel corso di quest’ultimo. Performance solida e sostenuta come visto dai risultati del 1Q25, comunicati pochi giorni fa, registrati anch’essi al di sopra delle attese operative. In particolare si sottolineano ricavi totali maggiori del 5,40% rispetto alle aspettative, trainati da un forte contributo delle partecipazioni, un margine d’interesse resiliente e un ottimo andamento delle commissioni ed un buon controllo delle OpEx. Il titolo quota attualmente in area 7,82 euro, con lo strike fissato alle 7,348 euro e l’unica barriera prevista a 4,0414 euro.
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