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Rendimenti a doppia cifra e barriere profonde: doppia proposta Marex

Strike e barriere fissate venerdì 11 aprile12,8% annuo per puntare su Intesa, UniCredit ed Eni (barriere 50%); 7,65% annuo per il basket su SPX, Nasdaq, Euro Stoxx 50 e Nikkei 225 (barriere 55%). 

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Oggi vi presentiamo non uno, ma due certificati di nuovissima emissione che hanno in comune l’enorme vantaggio di aver fatto fixing sui livelli attuali di prezzo (strike e barriere fissate venerdì scorso 11 aprile). Enorme vantaggio per due ragioni: la prima, evidente, è che le barriere sono veramente basse in quanto fissate dopo un crollo importante dei mercati; la seconda è che, con l’aumento della volatilità, anche i rendimenti di questi prodotti si sono alzati. Il risultato? Due prodotti con un profilo di rischio rendimento interessante. 

Ci riferiamo ai due Memory Cash Collect targati Marex, uno dedicato a tre tra le più amate blue chip italiane e l’altro ai principali indici di borsa globale:

  • ISIN IT0006768615: certificato su basket di tre blue chip italiane quali UniCredit, Intesa Sanpaolo ed Eni. Tre titoli dagli ottimi fondamentali e tra i più amati dagli italiani, che vedono le barriere collocate, grazie al crollo dell’ultima settimana, su livelli di prezzo veramente profondo, come vedremo dai grafici nel corso dell’articolo. Ne consegue un profilo rischio rendimento da considerare. Il certificato infatti paga tanto, 1,067% mensile con memoria, pari ad un rendimento annuo del 12,8%. La barriera per i premi e il rimborso del capitale è collocata al 50% degli strike. Autocall da ottobre 2025 con trigger fisso al 100% dello strike.
  • ISIN IT0006768607: per i profili di rischio più basso, questo prodotto risulta particolarmente interessante (indicatore di rischio KID 4, su una scala da 1 a 7). È un Memory Cash Collect su basket worst of composto da NASDAQ 100, Euro Stoxx 50, S&P 500 e Nikkei 225. Paga premi trimestrali con memoria del 1,913%, pari ad un rendimento annuo del 7,65%, condizionati ad una barriera al 55% (valida anche a scadenza). L’autocall è trimestrale, a partire da aprile 2026 e con step down. Parte da un trigger al 100% e poi decresce del 2%. Da notare che almeno un anno di premi sono liberi dalla possibilità di rimborso anticipato. Scadenza aprile 2029.

Contesto d’incertezza chiama alla prudenza

Cosa dire su questi mercati?

Alla fine, come d’attese, la correzione si è verificata. Partita in USA nel primo quarter del nuovo anno (fine febbraio) è arrivata violentissima in Europa solo ad inizio aprile. La ragione la sappiamo tutti. Il timore di una nuova guerra dei dazi, pressione sui tassi, rischio di rialzo d’inflazione e paura che tutto questo possa tramutarsi in una recessione.

Come al solito Trump rimane imprevedibile e, dopo aver alimentato il crollo dei mercati, grazie alle aste di Treasury ben comprate dagli investitori internazionali, ha deciso di porre una pausa per avviare le negoziazioni. Questo ha permesso al mercato americano di provare ad invertire con una certa decisione. Ancora presto per cantar vittoria, ma crediamo che sul mercato a stelle e strisce la correzione possa ormai essere a buon punto e gradualmente, tra sali e scendi, possa esserci un ritorno verso i massimi. Diverso per l’Europa che potrebbe ancora vedere un calo delle quotazioni degli indici prima di riprendere la strada del rialzo. In generale comunque rimangono alcuni interrogativi che chiamano alla prudenza come la tempesta che stiamo vedendo sul mercato obbligazionario in forte stress e su quello valutario. Due dinamiche che combinate sono molto pericolose per l’equity. Accumulare su ETF su indici ha senso, ma attenzione perché per ora lo scenario rimane ancora fluido e la visibilità bassa.

Ecco perché, due prodotti come quelli proposti da Marex possono essere interessanti, infatti, entrambi hanno fatto strike negli ultimi giorni garantendo così un livello di protezione molto elevata (visto le barriere rispettivamente al 55% e 50%).

Esaminiamoli allora più nel dettaglio mettendo ben in evidenza dove si collocano le barriere.

Certificato su Eni, Intesa Sanpaolo e UniCredit: 12,8% annuo e barriere al 50%

I titoli li conosciamo bene tutti. Intesa e UniCredit sono le due banche più grandi d’Italia e tra le più grandi d’Europa. Fondamentali solidissimi con utili record segnati negli ultimi anni grazie a tassi rimasti elevati e alla buona diversificazione anche sul business delle commissioni. Eni è il colosso petrolifero italiano che sta diversificando sempre di più anche sul green, intercettando la necessità globale (e di business) di sviluppo delle energie rinnovabili.

Il rendimento del certificato è molto interessante anche perché fino a poco fa difficilmente raggiungibile per questo bel basket, se non forse da strutture Fast Cash Collect, che però non sono fatte per essere centrali in un portafoglio di certificati poiché pagano sì tanto, ma tendono ad essere rimborsati anche molto velocemente. Il prodotto ISIN IT0006768615, infatti, paga premi mensili con memoria del 1,067% (10,67 euro su 1.000 euro di nominale), pari ad un premio annuo del 12,8%, condizionato a barriere al 50%.

Il certificato prevede anche la possibilità di autocall da ottobre 2025, con trigger fisso al 100% dello strike. A scadenza, aprile 2028, il certificato paga il 100% del nominale più l’ultimo premio, più eventuali premi non pagati a condizione che nessun titolo del basket sia al di sotto della barriera 50%. Al contrario, se anche solo un titolo sarà al di sotto del livello barriera il certificato pagherà la performance del peggiore. Per esempio, se il worst of dovesse perdere il 60% dallo strike, il certificato pagherebbe 40 euro a pezzo.

Visto l’importanza delle barriere, vediamo dove queste si collocano.

UniCredit vede la barriera a scadenza poco sopra i 23 euro. Livello interessante poiché si trova al di sotto del ritracciamento del 61,8% di Fibonacci (26 euro). Livello che rappresenta un livello psicologico chiave poiché la rottura aumenterebbe le probabilità d’inversione del trend. Si nota tra l’altro la reazione molto forte dai minimi, tanto che UniCredit ha recuperato praticamente la metà di quanto perso.

Per Intesa Sanpaolo il discorso è ancora più accentuato e la barriera si colloca nei pressi dei 2 euro molto al di sotto del 61,8% di Fibonacci. Livello dunque che ci sembra veramente strategico e protettivo.

Infine, Eni. Per la big del petrolio la barriera 50% cade a 5,75 euro, sotto i livelli covid. Livelli che corrispondono ad un contesto di mercato in cui il mondo si era fermato, così come la domanda di petrolio. Situazione quindi peggiore di sempre per Eni. E infatti quei livelli sono minimi record se escludiamo gli anni della quotazione.

Insomma, i livelli barriera ci sembrano particolarmente interessanti.

Certificato su indici: 7,6% annuo e barriere al 55% su 4 indici globali efficienti

Per chi cerca un prodotto a più alta protezione, qui si va su indici storicamente efficienti, dunque, che negli anni vanno a segnare sempre nuovi massimi. Ci riferiamo a NASDAQ 100, Euro Stoxx 50, S&P 500 e Nikkei 225. Il Memory Cash Collect paga premi trimestrali con memoria del 1,913%, pari ad un rendimento annuo del 7,65%, condizionato ad una barriera al 55% (valida anche a scadenza).

L’autocall è trimestrale, a partire da aprile 2026 e con step down. Parte da un trigger al 100% e poi decresce del 2% trimestrale. Da notare che almeno un anno di premi sono liberi dalla possibilità di rimborso anticipato. Questo insieme alla profondità delle barriere rende questo prodotto perfetto per essere inserito nella parte core del portafoglio di certificati.

La scadenza è prevista per aprile 2029. Se tutti gli indici saranno sopra barriera il certificato pagherà 100% del nominale (1.000 euro) + l’ultimo premio ed eventuali premi non pagati.

Visto l’importanza delle barriere, vediamo dove queste si collocano.

Il Nasdaq è da sempre un indice tanto volatile quanto efficiente, del resto rappresenta la tecnologia americana. La barriera per questo indici si colloca poco sopra 10.000 punti, al di sotto del ritracciamento del 61,8% puntato dal minimo del covid e sotto il minimo del bear market del 2022. Oggettivamente un livello strategico.

L'Euro Stoxx 50, insieme al Dax sono i due indici europei più efficienti. La barriera in questo caso si colloca sui 2600 punti, ovvero quasi i minimi testati con il covid. Anche in questo caso dunque livelli molto profondi.

L'S&P 500 è l'indice più efficiente al mondo, una vera e propria macchina da guerra. Una barriera al 55% dai livelli di venerdì si commenta da sola e riporta i prezzi a 2.949 punti.

Infine, il Nikkei 225. Anche questo un indice molto efficiente, quello giapponese di riferimento, vede la barriera sui livelli dei minimi del covid. Anche in questo caso le barriere appaiono veramente molto difensive.

 

Disclaimer:

Il Certificate ISIN IT0006768615 è soggetto ad un livello di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 7, mentre quello ISIN IT0006768607 è soggetto ad un livello di rischio pari a 4 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: Clicca qui e qui.

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