Banche Italiane: ultime 48 ore per puntare alla maxi-cedola del 17%
Inizia il countdown per il certificato ISIN XS2863781709 sulle banche italiane che il 25 ottobre staccherà una maxi cedola incondizionata del 17%.

Restano solo due giorni per approfittare della maxi-cedola incondizionata del 17% offerta dal certificate con ISIN XS2863781709 che investe su Bper, Unicredit e MontePaschi. Emesso da BNP Paribas, questo prodotto si caratterizza per un ottimo mix fra rendimento e protezione del capitale, grazie a una barriera al 50% che garantisce il rimborso totale dell’investimento fino a un ribasso del 50% dei sottostanti nell’arco di tre anni.
Con i mercati vicini ai loro massimi storici o di periodo, investire in certificati, anziché nei titoli sottostanti, permette di generare un flusso cedolare, e quindi un rendimento positivo, anche in caso di lateralità o moderata discesa dei listini azionari.
Lanciato sul mercato il primo ottobre scorso a un valore nominale di 100 euro, il certificate con ISIN XS2863781709 pagherà il 31 ottobre un premio di 17 euro senza condizioni. Successivamente pagherà 35 premi mensili con memoria da 0,30 euro (0,3% del valore nominale), condizionati dal rispetto della barriera al 50%.
Il 25 ottobre ultimo giorno utile per acquistare con diritto al maxi-premio
Fra maxi-cedola e premi mensili, il rendimento offerto è del 9,1% all’anno per tre anni. Per ottenere il maxi-bonus, l’ultimo giorno utile per acquistare il prodotto è venerdì 25 ottobre. Il maxi-bonus è particolarmente appetibile per gli investitori che hanno nello zainetto fiscale minusvalenze vicine alla scadenza. Infatti, poiché le cedole dei certificate sono considerate “redditi diversi”, si prestano a compensare le minus.
Il nostro consiglio agli investitori è di verificare quale modalità di compensazione viene adottata dalla propria banca: se immediata o a scadenza. Nel caso della compensazione immediata, la cedola incassata può essere utilizzata subito per compensare le minusvalenze in portafoglio, senza particolari condizioni aggiuntive.
Nella modalità a scadenza, molto meno efficiente, la compensazione avviene solo alla chiusura dell’investimento, e cioè o con la vendita del prodotto, o con il rimborso anticipato o con il rimborso alla scadenza naturale. In questo caso, se l’investitore vende il certificate subito dopo aver incassato il maxi-premio, potrà sì compensare le minusvalenze pregresse, ma allo stesso tempo andrà a creare una nuova minusvalenza, perché, come è logico, il prezzo del certificate è destinato a scendere sotto il nominale immediatamente dopo lo stacco della cedola.
Dal punto di vista fiscale si tratta di una soluzione meno conveniente della compensazione immediata, ma comunque utile per “guadagnare tempo” (quattro anni) nel caso di minusvalenze con scadenza ravvicinata.
il 1° ottobre, il certificate è acquistabile oggi sul mercato secondario a 102,9 euro con tutti e tre i sottostanti sopra lo strike. Rispetto al Valore iniziale, Bper ha guadagnato il 14%, Unicredit il 4,8% e MontePaschi l’1%.
Barriera a difesa del capitale al 50% del Valore iniziale
Abbiamo accennato in apertura che una caratteristica interessante del certificate XS2863781709 è la barriera a difesa del capitale, collocata al 50% del Valore iniziale. Vuole dire che alla scadenza finale, nell’ottobre 2027, il certificate verrà rimborsato al 100% del suo valore di emissione (100 euro) anche se uno, due, o tutti e tre i sottostanti dovessero avere quotazioni inferiori al Valore iniziale. La protezione garantisce fino a un ribasso massimo del 50%. Nel caso di un ribasso maggiore, l’investitore andrà incontro a una perdita.
Premi mensili con memoria dello 0,30%
Una volta staccata la “cedolona”, questo prodotto pagherà premi mensili con memoria dello 0,30%. Le cedole mensili sono condizionate al rispetto di una barriera sempre al 50%. Nel caso in cui a una data di osservazione anche solo uno dei sottostanti quotasse al di sotto della barriera, il premio non verrà pagato ma resterà nella memoria del prodotto e verrà corrisposto alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno tornati sopra la barriera.
Quindi, basterà che tutti e tre i sottostanti quotino sopra la barriera all’ultima data di osservazione (1° ottobre 2027) per avere la certezza di incassare tutte le 35 cedole mensili previste e chiudere l’investimento con un rendimento medio annuo del 9,1%.
Rendimento ancora più alto con il rimborso anticipato
Il rendimento potrebbe diventare sensibilmente più alto in caso di rimborso anticipato. Il prodotto, infatti, prevede la possibilità dell’autocall (rimborso anticipato) a partire dalla data di osservazione del luglio 2025. Se quel giorno, e in tutte le successive date di osservazione, tutti e tre i sottostanti mostreranno prezzi di chiusura pari o superiori ai Valori iniziali, il certificate verrà ritirato.
Agli investitori spetterà un rimborso pari al 100% del Valore nominale (100 euro), il pagamento dell’ultima cedola mensile e delle eventuali cedole non pagate e conservate in memoria. Da quel momento nessuna altra cedola sarà più pagata.
E’ evidente che tanto prima dovesse scattare l’autocall, tanto più alto sarebbe il rendimento medio annuo del prodotto.
Ad esempio, in caso di rimborso già a luglio 2025, chi compra oggi il certificate chiuderebbe l’investimento fra otto mesi con 17 euro di maxi-cedola e 2,4 euro di premi mensili (8 x 0,30). Il rendimento in otto mesi sarebbe del 19,4%. Il rendimento medio annuo sarebbe del 29,1%.
Se invece il rimborso anticipato avvenisse dopo 18 mesi, a maggio 2026, il totale delle cedole incassate sarebbe di 22,4 euro, e il rendimento medio annuo sarebbe del 14,9%.
Cosa succede alla scadenza naturale del certificate
Se poi non dovesse scattare l’autocall, alla scadenza finale del 1° ottobre 2027 ci potranno essere due ipotesi.
Se alla scadenza finale tutti e tre i sottostanti quoteranno sopra la barriera o allo stesso livello, il certificate verrà rimborsato al valore d’emissione di 100 euro. L’investitore riceverà l’ultima cedola e le cedole eventualmente non pagate e trattenute nella memoria.
Se invece alla scadenza finale anche solo uno dei sottostanti dovesse quotare sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore accusi un ribasso del 60% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato a 40 euro (40% del Valore iniziale).
Focus sui sottostanti
Il 2024 è un anno ottimo per le banche in Europa. L’indice Stoxx Europe 600 Banks è salito del 21% dall’inizio dell’anno ed è sui massimi dal 2015. Le banche italiane sono i trattori del settore e in particolare le tre banche del certificate: dall’inizio del 2024 Bper ha guadagnato il 78%, Unicredit +60%, MontePaschi +57%.
L’avvio della discesa dei tassi da parte della Bce non crea preoccupazioni fra gli investitori che dai prossimi risultati trimestrali i attendono conferme della buona redditività delle aziende di credito.
UNICREDIT
Unicredit, impegnata nel tentativo di acquisizione della tedesca Commerzbank, ha deciso di agire con calma e diplomazia in una situazione che si presenta comunque vantaggiosa. Se i politici e i sindacati tedeschi si decideranno ad accettare la banca italiana come un investitore valido, Unicredit potrà trarre notevoli vantaggi industriali dall’integrazione fra Commerzbank e la sua controllata in Germania Hvb (HypoVereibnsbank).
Se, invece, a strada resterà sbarrata, la sola vendita delle azioni Commerzbank potrebbe fruttare una plusvalenza di oltre 500 milioni di euro, considerando che le quotazioni della banca tedesca dall’inizio di settembre a oggi sono salite di oltre il 30%.
Per la maggior parte degli analisti Unicredit resta un titolo da comprare. La media dei target price è 45,4 euro, più alta del 12% rispetto al prezzo attuale.
BPER
è reduce da un brillante successo, avendo ottenuto 15 giorni fa il plauso di analisti e investitori al suo nuovo piano industriale 2024-2027. L'istituto emiliano ha promesso più utili e una decisa impennata della remunerazione degli azionisti. Il dividendo cumulato cash del periodo 2024-2027 sarà di 3,2 miliardi, con un payout medio del 75% contro il 29% pagato sul 2023. Il ritorno sul capitale tangibile (Rote) a fine piano sarà del 16%, mantenendo un Cet 1 al 14,5%.
Il 10 ottobre, il giorno della presentazione del piano, il titolo è salito del 7% e non è più sceso. Oggi la media dei target price è 6,68 euro e indica un potenziale di rialzo del titolo del 17%.
MONTEPASCHI
Anche MontePaschi è spinta in Borsa dai venti del consolidamento bancario. L’ultima ipotesi è quella di una cordata italiana per rilevare una quota della banca senese. Secondo quanto riportato da alcuni media, il numero uno di Banca Finint e Save, Enrico Marchi, starebbe sondando il terreno per mettere assieme un nocciolo duro di imprenditori, raccogliere 500-750 milioni e rilevare così dal Mef tra il 7,5% e l'11,5% del capitale dell'istituto. Questa opzione consentirebbe al Ministero dell’Economia e Finanza di confermare il percorso di privatizzazione e rispettare gli impegni presi con la Ue,
Gli analisti sono positivi sul titolo e indicano un tergate price medio di 6,48 euro (+23% rispetto al prezzo attuale).
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