RedFish - Expo Inox: "Nuove acquisizioni in Europa per crescere"

L'azienda - che produce e distribuisce una vasta gamma di prodotti in acciaio, tra cui sistemi fumari modulari - è nel portafoglio della holding industriale che la supporta nel suo sviluppo

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Expo Inox è una realtà specializzata nella lavorazione dell'acciaio inossidabile: l'azienda produce e distribuisce una vasta gamma di prodotti, tra cui sistemi fumari modulari. La società è tra le partecipate di RedFish Longterm Capital, holding industriale quotata (giudizio Buy con target price a 2,27 euro) che mira a valorizzare le PMI italiane. Websim ha intervistato il fondatore di Expo Inox, Mauro Travini.

 

Come valutate i risultati 2024 rispetto alle vostre aspettative?

Il fatturato si è attestato a circa 65 milioni, sostanzialmente stabile rispetto al 2023. Per quanto riguarda l’utile, questo è passato da circa 3 milioni a circa 2 milioni, ma considerando la complessità del contesto, siamo soddisfatti. Infatti, nel 2024 abbiamo dovuto affrontare problematiche di natura europea, soprattutto perché operiamo nel settore dell’acciaio, in particolare nella produzione di sistemi di evacuazione fumi per diverse applicazioni, come motori di cucine di ristoranti, caldaie, gruppi elettrogeni per ospedali e simili. Alcune applicazioni stanno risentendo delle normative green UE, mentre negli USA con Trump i nostri competitor non hanno più vincoli di ecosostenibilità.

Ci sono prodotti nel vostro portafoglio che possono essere più in linea con le direttive green?

Noi operiamo in maniera trasversale. Forniamo sistemi per svariate applicazioni che non hanno a che vedere con il Green Deal, però abbiamo anche prodotti per l’evacuazione e l’abbattimento dei fumi che potrebbero essere considerati più ecosostenibili rispetto ad altre soluzioni. Certo, un segmento che può essere influenzato negativamente da alcune normative è quello delle caldaie a gas, che rappresenta circa il 20% del nostro fatturato e potrebbe subire una riduzione del 20-30%. Dall’altro lato, potrebbero beneficiarne attività legate ai biocombustibili, su cui opereremo in maniera crescente.

Quali sono le vostre attese per il 2025?

L’obiettivo è sicuramente crescere. Oggi, per espandersi, non basta più aprire nuove filiali: è necessaria una strategia di acquisizioni sofisticata, come si è visto in altri settori quali l’automobile, le banche e le assicurazioni. E in queste attività il supporto e le competenze di RedFish sono fondamentali. Negli ultimi tre o quattro anni, l’interesse di competitor europei per operazioni di compravendita è aumentato nel nostro settore, e noi vogliamo essere tra i protagonisti. In sintesi, nonostante le difficoltà e la confusione normativa a Bruxelles, la nostra azienda sta puntando su una strategia di espansione internazionale e acquisizioni per crescere e consolidare la propria posizione sul mercato globale.

Qual è la vostra strategia in termini di presenza internazionale?

Attualmente il 50% dei nostri ricavi proviene dall’Italia e il restante 50% dall’estero. L’obiettivo è arrivare a un 75% di fatturato all’estero. Quando parlo di “estero” includo non solo l’Europa, ma anche mercati come il Regno Unito. Anche la Turchia dove, ad esempio, abbiamo una fabbrica moderna, situata strategicamente tra Ankara e Istanbul, che serve sia il mercato europeo sia quello locale, pur con l’obiettivo di espandersi ulteriormente in altre aree geografiche.

Come impatta la svalutazione della valuta in Turchia sul vostro business?

È un po’ come vivere in Italia negli anni ’80: c’era un’inflazione elevata, ma questo non ha impedito allo spirito imprenditoriale di fiorire. La svalutazione favorisce le esportazioni, sebbene comporti sfide per il sistema locale. In generale, il business in Turchia sta performando bene.

Come procedono le acquisizioni e gli investimenti esteri in corso?

L’espansione in Europa avviene sempre più tramite acquisizioni piuttosto che con l’apertura di nuove filiali. Grazie a RedFish, prevediamo nuove acquisizioni europee entro l’anno. In Inghilterra, A1 Flues, il nostro primo acquisto, è la “Bentley del settore evacuazione fumi” per grandi clienti, con lavori a Wembley, a Wimbledon e Buckingham Palace. L’altra acquisizione inglese che stiamo per fare è in un altro settore, quello domestico. Stiamo inoltre valutando un’operazione importante in Germania. Queste mosse ci hanno resi più visibili e apprezzati sia dai competitor che dal mondo finanziario. 

Uno dei vostri obietti è quello di ridurre i tempi di consegna a 24 ore, come prevedete di farlo?

Abbiamo aumentato notevolmente le scorte per poter arrivare garantire consegne in 24 ore, soprattutto per il mercato dei privati e degli installatori. Miriamo a diventare “l’Amazon Prime” di questo settore professionale. Abbiamo già definito la costruzione di una fabbrica di 40.000 metri quadrati, metà nostra e metà destinata a un partner logistico che lavora con piattaforme come Amazon ed eBay.

Quali sono gli impatti delle variazioni dei costi delle materie prime sui vostri bilanci?

Le materie prime incidono per circa il 25-30% sui nostri acquisti. Quindi, un eventuale aumento tra il 5%-10% non creerebbe un impatto destabilizzante, soprattutto se confrontato con aziende in cui il costo della materia prima incide per l’80-90%. Nel nostro caso, è la manodopera a giocare un ruolo altrettanto importante, il che rende il nostro modello più resiliente.


 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim