ESG - Il gruppo ENI accelera la transizione verso un’economia low-carbon

FATTO
Eni ha archiviato un 2022 da record e ha promesso di accelerare la transizione verso un’economia low-carbon.
Nel 2022 Plenitude, la controllata che riunisce le attività sostenibili del gruppo (produzione da rinnovabili, vendita di gas e luce, servizi energetici e mobilità elettrica), ha raggiunto gli obiettivi operativi e finanziari prefissati con un EBIT di 340 milioni di euro e una capacità rinnovabile di 2,2 GW, il doppio rispetto al 2021.
“Nel 2022 ci siamo fortemente impegnati non solo nel progredire nei nostri obiettivi di sostenibilità ambientale, ma anche nel garantire la sicurezza energetica all’Italia e quindi all’Europa, costruendo una diversificazione geografica e delle fonti energetiche.” ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
“Le nostre priorità strategiche restano confermate”, ha proseguito, “continueremo a investire per assicurare la stabilità e regolarità delle forniture per soddisfare il fabbisogno energetico e per decarbonizzare le nostre attività e l’offerta ai clienti”.
Sul fronte della transizione sostenibile, Eni ha proseguito nell’impegno per perseguire gli obiettivi in piano. Ad ottobre, due progetti di sviluppo di idrogeno verde di Eni ed Enel Green Power sono stati inseriti tra i beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dalla Commissione europea nell’ambito di IPCEI Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo nato per sostenere la catena del valore dell’idrogeno. I due elettrolizzatori dalla capacità di 20 MW e 10 MW saranno realizzati rispettivamente all’interno della bioraffineria Eni di Gela, in Sicilia, e della raffineria Eni di Taranto. Entrambi gli impianti adotteranno la tecnologia PEM (polymer electrolyte membrane). Nello stesso mese, nell’ambito di una procedura di gara, Commonwealth Fusion Systems di cui Eni è principale azionista, è stata selezionata dall’Autorità Britannica per l’Energia Atomica per supportare il progetto sul sistema di confinamento magnetico per lo Spherical Tokomak di UKAEA per la produzione di energia.
A novembre, Eni ha inoltre sottoscritto un accordo con Leonardo per lo sviluppo di iniziative congiunte nell’ambito della sostenibilità e dell’innovazione, con l’obiettivo di favorire il processo di transizione energetica e decarbonizzazione delle proprie attività. Inoltre, il gruppo ha firmato un accordo con Autostrade per l’Italia e CDP per sviluppare iniziative congiunte per il miglioramento della rete autostradale italiana, attraverso l’incremento dell’offerta di prodotti per la mobilità sostenibile e di altre soluzioni per la decarbonizzazione.
Eni si è mossa anche nel settore dell’agri-business, firmando un accordo di collaborazione con Bonifiche Ferraresi per valutare lo sviluppo dell’agri-business in Italia, tramite la coltivazione di semi da utilizzare come materia prima per la produzione di biocarburanti in terreni degradati, abbandonati o inquinati, senza entrare in competizione con la filiera alimentare.
Nel trimestre, Eni è stata classificata al primo posto tra le 30 aziende del settore europeo Oil & Gas da Moody’s ESG Solutions per capacità di gestione dei rischi ESG: la società ha migliorato il proprio score ed è stata confermata nella categoria Advanced.
Rinnovabili. A novembre, sono state avviate le attività di realizzazione, in partnership con Sonatrach, di un secondo impianto fotovoltaico da 10 MW nell’area produttiva di Bir Rebaa Nord, nell’Algeria sudorientale, per la decarbonizzazione delle attività operative upstream. È programmata la realizzazione di un ulteriore impianto fotovoltaico nei pressi dell’area produttiva del progetto Menzel Ledjmet East (MLE), con avvio delle attività di costruzione nel 2023. A dicembre, è stato avviato l’impianto fotovoltaico operato di Tataouine, nel sud della Tunisia, a seguito dell’allaccio alla rete nazionale. L’impianto, realizzato dalla joint venture tra Eni ed ETAP (Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières), ha una capacità installata di 10 MW e fornirà alla rete elettrica nazionale oltre 20 GWh all’anno di energia rinnovabile sulla base di un accordo di Power Purchase Agreement della durata di 20 anni.
A fine anno, la società guidata da Claudio Descalzi ha firmato un accordo con Snam per lo sviluppo e la gestione congiunta del progetto Ravenna Carbon Capture and Storage (CCS), che ha l’obiettivo di raccogliere dati a supporto della prevista costruzione del grande hub CCS, e che farà leva sui campi offshore esauriti di Eni presenti nell’area. La Fase 1 del progetto è in corso e prevede dal 2024 la cattura di 25.000 tonnellate di CO2 emessa dall’impianto di trattamento del gas naturale Eni di Casalborsetti (Ravenna) e il successivo trasporto e iniezione in un vicino giacimento di gas esaurito. Nel 2027 la Fase 2 sarà avviata su scala industriale con un’iniezione di stoccaggio fino a 4 milioni di tonnellate.
Plenitude e Power. Ad ottobre, è stata avviata la produzione presso il parco eolico spagnolo El Monte da 104,5 MW, nella regione Castiglia La Mancha. La centrale produrrà circa 300 GWh l’anno, equivalenti al consumo domestico di 100.000 famiglie. Nello stesso mese, inoltre, è stata finalizzata la cessione da parte di Plenitude alla JV norvegese Vårgrønn della quota del 20% nella inglese Dogger Bank che sta sviluppando progetti eolici offshore. A seguito dell’accordo tra gli azionisti, HitecVision aumenta la propria quota di partecipazione in Vårgrønn passando dal 30,4% al 35% attraverso un apporto di capitale.
A dicembre, Plenitude ha finalizzato l’acquisizione del 100% di PLT, un gruppo italiano integrato con una capacità installata di 0,3 GW, già in operation, 0,1 GW in costruzione e 1,2 GW di progetti in fase di sviluppo, principalmente per quanto riguarda energia eolica, in Italia e Spagna, oltre che un portafoglio di 90.000 clienti in Italia. Sempre a fine anno, Plenitude ha firmato un accordo per l’acquisito dell’impianto fotovoltaico di Kellam, da 81 MW, situato in Texas, negli Stati Uniti, portando la capacità installata totale nel paese a 878 MW.
EFFETTO
I due ETF seguenti di Franklin Templeton, acquistabili su Borsa italiana, di tipo azionario, sono allineati agli obiettivi di de-carbonizzazione previsti dall’accordo globale sul clima firmato a Parigi alla fine del 2015.
Finora i benchmark a basse emissioni di carbonio si sono concentrati principalmente sulla riduzione o sull’esclusione dei combustibili fossili, con valutazioni del rischio basate sulle emissioni storiche di CO2. La filosofia dei benchmark climatici UE è diversa, in quanto mira non solo a valutare un’azienda sulla base della sua impronta di carbonio (approccio retrospettivo), ma anche a identificare potenziali opportunità di crescita attraverso un’analisi di scenario basata su nuove serie di dati ambientali e scientifici innovativi (approccio prospettico).
Gli ETF Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate e Franklin S&P 500 Paris Aligned Climate forniscono agli investitori italiani un'esposizione azionaria "core" diversificata, sui mercati europeo e statunitense, sostenibile e a basso costo (0,15% su base annua), coerente con la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Con queste scelte, si contribuisce a trasformare la nostra economia in un sistema più verde e circolare. In dettaglio:
ETF Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate
Isin IE00BMDPBY6
Da inizio 2023: +10,0%
Punta a replicare (benchmark) l'indice STOXX Europe Paris Aligned Climate la cui composizione vede ai primi cinque posti le seguenti azioni. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Euro. Leggi il documento KID.
ETF Franklin S&P 500 Paris Aligned Climate
Isin IE00BMDPBZ72
Da inizio 2023: +7,0%.
Punta a replicare l'indice S&P500 Paris Aligned Climate la cui composizione vede ai primi cinque posti le seguenti azioni. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Leggi il documento KID.
www.websim.it