CO2 - Commissione Europea: mercato emissioni non responsabile dell'impennata dei prezzi dell'energia

FATTO
Il mercato delle emissioni di carbonio dell'Unione europea non è la causa del balzo dei prezzi di gas ed energia in Europa, ha detto il Commissario europeo per il Clima e il Green Deal, Frans Timmermans.
Il mercato delle emissioni di CO2 "è responsabile in minima parte, al massimo per un quinto", ha detto Timmermans arrivando a Lussemburgo per presiedere un meeting dei ministri dell'Ambiente. "Il problema è altrove. Il problema è nelle condizioni di mercato che, a questo punto, con la domanda ai massimi di 25 anni, creano questi prezzi".
Dietro ai forti rincari della bolletta elettrica, secondo gli osservatori, ci sarebbe anche l’andamento delle quotazioni della CO2, in apprezzamento da mesi a causa della ripartenza delle attività economiche e di qualche cambiamento regolamentare che ha reso più liquido ed efficiente il mercato dei certificati verdi.
A partire ai minimi del marzo 2020, all'apice della crisi scatenata dalla pandemia, il prezzo si è moltiplicato per oltre 4 volte passando da 15 a 64 euro.
EFFETTO
Da pochi giorni è stato lanciato su Borsa italiana un prodotto d’investimento che permette di esporsi all’andamento delle emissioni di carbonio: la caratteristica rilevante di questo ETP emesso da WisdomTree è quella di essere totalmente collateralizzato.
ETF WisdomTree Carbon
Isin: JE00BP2PWW32
Le spese di gestione annue sono pari allo 0,35%. Valuta di denominazione Euro. Valuta di quotazione Euro.
L’ETP CARB intende riflettere l’andamento del prezzo dei contratti sul future ICE Carbon Emission Allowances (EUA) seguendo l’Indice Solactive Carbon Emission Allowances Rolling Futures TR Index. Quello sui future EUA è, al momento, il contratto sui future di carbonio più liquido scambiato in borsa a livello globale.
Il nuovo prodotto entra a far parte del “più grande mercato mondiale sulle emissioni di carbonio, nonché il fondamento della politica dell’Unione Europea” spiega l’emittente.
Bruxelles, che è tra i firmatari dell’Accordo di Parigi, ha approvato una legge per rendere giuridicamente vincolanti i propri obiettivi in materia di emissioni di gas serra. L’Accordo mira a ridurre le emissioni nette dell’UE del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e ad eliminarle entro il 2050.
L’EU ETS definisce un tetto per limitare la quantità di gas serra che le aziende possono emettere ogni anno. Un numero fisso di quote di emissione di carbonio viene emesso ogni anno e alle aziende è richiesto di detenere quote sufficienti a coprire le proprie emissioni al fine di garantire il rispetto del limite stabilito. L’aumento dei prezzi delle quote di emissione di carbonio significa che diventa più costoso per le aziende sostenere la propria impronta di carbonio, incentivandole a investire nelle tecnologie per ridurre l’inquinamento, aspetto che potrebbe contribuire ad un cambiamento più rapido.
Un maggiore coinvolgimento degli investitori nel mercato dei future EUA potrebbe aumentare la liquidità dei future e degli EUA sottostanti e ciò può contribuire a migliorare il processo di “determinazione del prezzo.
Un mercato del carbonio sottoprezzato potrebbe rallentare il progresso verso la decarbonizzazione. Un maggiore coinvolgimento degli investitori potrebbe quindi essere considerato come un effetto positivo del mercato.
Le attività di scambio delle quote di emissioni di carbonio dell’UE sono state valutate complessivamente in oltre 200 miliardi di euro nel 2020, equivalenti a 8.096 milioni di tonnellate di anidride carbonica, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente.
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