BANCHE ITALIANE -5% Crisi di governo: allargamento Spread e minore visibilità su PNNR

FATTO
L'indice FTSE delle Banche italiane perde il 5% e torna sui livelli di marzo.
La caduta dell’attuale governo presieduto dal premier Mario Draghi e le elezioni anticipate, a nostro avviso, fanno aumentare considerevolmente il “rischio paese” per l’Italia.
L’incertezza derivante dagli ultimi eventi politici è da considerarsi negativa per il "sistema italia" e potrebbe portare ad un allargamento stabile dello spread BTP/Bund.
Anche in caso di istituzione di uno schema anti-frammentazione efficiente da parte della BCE, tuttavia, crediamo che i titoli bancari possano essere messi sotto pressione nei prossimi mesi, essendo visti come una proxy del “rischio Italia”.
EFFETTO
Ad attenuare il clima negativo c'è il fatto che il settore bancario negli ultimi anni ha ridotto la propria esposizione ai titoli di Stato italiani.
Attualmente, tra le banche commerciali da noi seguite: Banco BPM , BPER sono quelle che hanno un più alto rapporto tra titoli domestici e Tangible Book Value, mentre Intesa e Unicredit hanno un rapporto inferiore a 1x (0.6x e 0.7x rispettivamente).
Sottolineiamo, tuttavia, come, in linea con i principi contabili internazionali, la maggior parte delle esposizioni sono classificate attraverso il metodo amortized cost che consente alle banche di non avere impatti dall’allargamento dello spread né a livello di P&L, né di capitale.
Complessivamente, un allargamento dello spread di +100 bp dovrebbe avere un impatto negativo a livello di capitale pari a -15 bp/-20 bp.
A parte l’effetto immediato sullo spread, sarà da capire quale sarà l’impatto sul PIL derivante dalle elezioni anticipate che dovrebbero rallentare i progetti legati al PNNR.
www.websim.it