F.I.L.A. - In India è boomer time
La conferma di Narendra Modi alla premiership in India ha mosso la scorsa settimana il mercato azionario di Mumbai, prima con movimenti all’insù e poi all’ingiù. La volatilità si è poi placata e DOMS Industries, la controllata dell’italiana F.I.L.A., anch’essa attiva nel segmento della cartoleria per la scuola e dei prodotti per l’arte, è tornata a muoversi sui massimi storici, poco sotto duemila rupie per azione.
Dalla quotazione di fine novembre, il titolo della società con sede nello stato Nord Occidentale del Gujarat, quello dal quale è iniziata la carriera politica di Modi, è salito di oltre il 150%: la capitalizzazione è 116 miliardi di rupie, pari a circa 1,3 miliardi di euro.
La società sta crescendo anche più di quel che ci si aspettava al momento dell’Ipo: nei primi tre mesi dell’anno i ricavi sono saliti di un quinto anno su anno, a 4,03 miliardi di rupie (44,4 milioni di euro). L’Ebitda è arrivato a 759 milioni di rupie, 8,4 milioni di euro. L’intero esercizio (marzo 2024) si è chiuso con una crescita dei ricavi del 27%. “L'India, con il suo vantaggio demografico e grazie alla maggiore attenzione e alla maggiore importanza attribuita all'istruzione e allo sviluppo olistico dei bambini, è emersa come la destinazione di consumo più attraente”, spiega nel comunicato dei dati il direttore generale della società Santosh Raveshi. Secondo Pietro Nargi, l’analista di Intermonte che copre F.I.L.A., la società continuerà a crescere di oltre il 20% l’anno.
Il percorso di successo di DOMS nell’indice BSE SENSEX non sembrerebbe aver influenzato più di tanto le quotazioni di F.I.L.A., detentrice di una quota di poco superiore al 30%: secondo i calcoli di Nargi, questa partecipazione è arrivata a valere più di quattro quinti della capitalizzazione della casa madre.
A Piazza Affari, il titolo della società controllata dalla famiglia Candela, è di poco sotto i livelli di prezzo della quotazione di DOMS a 9,14 euro, da inizio anno il guadagno è del 7%. A questi prezzi la capitalizzazione è circa 460 milioni di euro, cifra che tiene conto delle azioni speciali in mano al socio di riferimento.
Gli ultimi dati del trimestre di F.I.L.A., se depurati dall’effetto non ricorrente dell’adozione di un nuovo software per la gestione della logistica negli Stati Uniti, mostrano un ritorno alla crescita organica dell’Europa, dopo quattro trimestri di flessione. L’Ebitda normalizzato, al netto di DOMS, è sceso del 2,3% a 18,5 milioni e la marginalità, per effetto del mix di prodotti in Europa e del miglioramento dell’efficienza, è salita al 14,1%. La società ha leggermente ridotto le stime sui ricavi del 2024, ma solo a causa del cambio software, mentre ha confermato i target sulla redditività e sul cash flow.
Le indicazioni positive sul ritorno a scuola negli Stati Uniti e in Europa hanno spinto Nargi a migliorare il target a 13 euro, dal precedente 11,9 euro. L’Ouperform, confermato, è giustificato dal fatto che F.I.L.A. tratta a multipli incoerenti con free cash flow yield del 10%, Nargi calcola che quel che resta dopo aver sottratto DOMS, tratta a 3,9 volte l’Ebitda e 4,1 volte l’utile.
Da dove viene questa sottovalutazione? Nargi parla di scetticismo sul valore di DOMS, che, come tante altre società del SENSEX tratta a multipli stellari (fino a quaranta volte l’Ebitda), perché gode semplicemente della proiezione dei tassi di crescita del Paese. Mentre per quel che riguarda le attività in Europa, la dinamica demografica negativa viene enfatizzata oltre ogni ragionevole esagerazione. Per ultimo c’è il debito, elemento che soprattutto in passato, può aver contribuito a tenere lontano gli investitori: ma anche per effetto dell’operazione India, oggi la leva è meno esasperata (2,5 volte l’Ev/Ebitda a fine 2023) e in via di stabilizzazione: Intermonte la vede a 2,1 volte a fine 2026.