ALKEMY ha già aperto la sala prove del metaverso
Intervista a Marcello Villa, responsabile del Dipartimento Deep Learning & Big Data di Alkemy

Alkemy , società specializzata nell'innovazione del modello di business di grandi e medie aziende, sta già sperimentando con i clienti delle soluzioni immersive di visualizzazione dei dati. Se non è il metaverso, poco mi manca.
“Con questo progetto pilota stiamo cercando di dare seguito ad una delle tante promesse del metaverso, quello della fruizione multiutente in un ambiente a tre dimensioni: pensiamo che questo tipo di immersione possa dare una maggiore profondità analitica e possa, in definitiva, aiutare le imprese a prendere le decisioni”, ha detto Marcello Villa, il responsabile del Dipartimento Deep Learning & Big Data di Alkemy, nel corso della quarta puntata della serie METAVERSO, IN BORSA È PIÙ VERO DEL REALE.
Con questa serie di video interviste, websim chiede alle aziende quotate di raccontare questa nuova fase della rivoluzione digitale. Come sempre avviene, il cambio di paradigma rischia di lasciare ai margini chi non si adegua, invece chi lo guida o lo segue da vicino si ritroverà nel giro di pochi anni a poter prendere una parte dei cinquemila mila miliardi di dollari di giro d’affari che Mc Kinsey attribuisce come ordine di grandezza estremo del giro d’affari del metaverso nel 2030.
Alkemy, che per vocazione deve essere sia visionaria sia capace di dare risposte operative immediate alle richieste delle aziende clienti, prevede di poter svolgere entrambi i ruoli anche nel metaverso, soprattutto grazie al lavoro svolto dalle decine di data scientist e tecnici dell’intelligenza artificiale che lavorano nel nuovo dipartimento guidato da Villa.
In concordia con il doppio mandato, di consulente pioniere ed aggiustatore, la società guidata dal ceo Duccio Vitali, ha già aperto una demo room, un ambiente dove la realtà virtuale applicata alla visualizzazione dei dati è fruibile e sperimentale. Le reazioni di chi è entrato sono molto diverse, Villa racconta di scetticismo, sorpresa, ma anche entusiasmo, inaspettatamente anche da dirigenti di aziende che non hanno un rapporto così stretto con l’innovazione. “A qualcuno sembra un gioco, quindi non una cosa tanto seria, ma è invece importante per noi non rinunciare a questo elemento, anche ludico, perché comunicare con i parametri del gaming, usare la gamification, permete di allargare la platea di chi ascolta. Ovvio che la gamification non basta, infatti noi lavoriamo affinché l’impatto emotivo provocato dall’esperienza immersa sia in grado di fornire un elemento aggiuntivo alla comprensione dei dati”, conclude Villa.
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