Borse del Giappone, di Taiwan e della Corea, in rialzo dopo i record a WallStreet

L'indice Nikkei guadagna l’1,4% a 40.181 punti, massimo da luglio.Gli ultimi dati sulle esportazioni zavorrano le borse della Cina: indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,5%.

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Il 46° record da inizio anno dell’indice S&P500 di Wall Street porta su stamattina in Asia Pacifico la borsa di Tokyo, il Nikkei guadagna l’1,4% a 40.181 punti, massimo da luglio. 

In Giappone sembra essere tornata la voglia di andare sul listino. L'offerta pubblica iniziale della Tokyo Metro ha raccolto 348,6 miliardi di yen (2,3 miliardi di dollari). L’operatore della metropolitana della capitale, 6,5 milioni di passeggeri al giorno trasportati, avrebbe prezzato le azioni al massimo della gamma prevista dal mercato, a 1.200 yen l’una. Il giorno della campanella dovrebbe essere il 23 ottobre. L’IPO è la più grande in Giappone dopo la quotazione di SoftBank Corp. per 21 miliardi di dollari nel dicembre 2018, secondo i dati compilati da Bloomberg. Le debuttanti hanno raccolto 1,6 miliardi di dollari quest'anno e la quotazione di Tokyo Metro, combinata con altre operazioni, potrebbe portare questa cifra vicino ai 4,4 miliardi di dollari raccolti in tutto il 2023. 

Lo yen è poco mosso, sui minimi degli ultimi due mesi rispetto al dollaro, cross a 149,7.

Gli ultimi dati sulle esportazioni zavorrano le borse della Cina: indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,5%.

La crescita delle esportazioni cinesi è inaspettatamente rallentata a settembre, l’incremento in dollari è stato del 2,4% rispetto all'anno precedente, a circa 304 miliardi di dollari, il livello più basso da maggio. L’amministrazione doganale ha fatto sapere ieri pomeriggio che le spedizioni verso mercati chiave come il Giappone, la Corea del Sud e Taiwan sono diminuite, mentre le esportazioni verso l'Unione Europea e gli Stati Uniti, anche per effetto dei dazi, hanno registrato l'aumento più debole in almeno quattro mesi. Gli acquisti russi di beni cinesi hanno raggiunto la cifra record di 11 miliardi di dollari. ”La crescita delle esportazioni cinesi era stata straordinariamente forte quest’anno, contribuiendo a compensare la debolezza della domanda interna", ha dichiarato Zhiwei Zhang, presidente e capo economista di Pinpoint Asset Management. Le esportazioni cinesi hanno sostenuto l'economia quest'anno, con un'impennata delle spedizioni fino a settembre che hanno raggiunto il secondo valore più alto mai registrato. Le importazioni sono aumentate solo dello 0,3%, lasciando un surplus commerciale di quasi 82 miliardi di dollari per settembre e di 690 miliardi di dollari per i primi nove mesi di quest’anno.

Intanto, secondo quanto riportato ieri sera dal media cinese Caixin, la Cina potrebbe raccogliere 6.000 miliardi di yuan (846 miliardi di dollari) dall’emissione di titoli di Stato speciali a lunghissimo termine nell'arco di tre anni. I fondi saranno in parte utilizzati per aiutare i governi locali ad alleggerire il peso dei debiti fuori bilancio. Il ministro delle Finanze Lan Fo'an ha accennato sabato a questo tema, parlando del fatto che il governo ha un buon margine di manovra per aumentare le emissioni di debito, ma senza specificare la cifra in dollari. Il Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il massimo organo legislativo cinese, dovrebbe approvare ulteriori manovre di bilancio durante la riunione di fine mese.

La borsa di Hong Kong è in ribasso, indice Hang Seng -1,3%. Nel resto dell’Asia prevale il rialzo. KOSPI di Seul +0,2%. TAIEX di Taipei +1,1%. S&P ASX 200 di Sidney +0,7%. 

Il petrolio WTI è in calo di oltre il 2%, a 71,5 dollari il barile, dal -2,4% di ieri. Il Washington Post ha scritto stanotte che Israele non ha intenzione di attaccare le infrastrutture petrolifere dell’Iran, neanche quelle nucleari.