La BCE risponde ai dazi di Trump: avanti tutta sul taglio tassi
Il taglio di un quarto di punto deciso oggi è stato votato all'unanimità, parecchi membri avrebbero voluto una misura extra large, mezzo punto. Goldman Sachs prevede altri tre tagli consecutivi

I tassi d’interesse in Europa scenderanno ancora
Il taglio da un quarto di punto annunciato oggi, il settimo dal giugno dell’anno scorso, sarà seguito nel corso dell’anno da almeno altri due, se si guarda ai future. Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management va oltre e dice oggi di aspettarsene tre consecutivi, in modo da arrivare a fine anno all’1,5%.
Di fronte a un Donald Trump scatenato con i suoi dazi, anche i falchi del Nord Europa si sono zittiti e il board ha votato all’unanimità: il mese scorso invece, l’Austria si era opposta. La BCE ha optato per un taglio di portata normale, anche se, nel corso della riunione, si era parlato della possibilità di arrivare al mezzo punto percentuale.
Il mercato si adegua e compra obbligazioni. Il tasso di rendimento del Bund a dieci anni scende di quattro punti base al 2,46%, minimo delle ultime sei settimane. Il BTP si apprezza a 3,64%, rosicchiando qualcosa in termini di spread.
La BCE si tiene pronta a un altro extra stimolo
Lale Akoner, Global market analyst di eToro, segnala che nel comunicato di oggi non si parla più di una politica monetaria restrittiva, ma non si allude al fatto che siamo arrivati alla neutralità, quella condizione in cui il costo del denaro non favorisce e non frena lo sviluppo economico. “Ciò suggerisce che i tagli dei tassi potrebbero continuare”.
Su questo punto, rispondendo ai giornalisti nel corso della conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha spiegato che il tasso di neutralità ha senso solo in un mondo senza senza shock, per cui, in condizioni di stress quali sono quelle attuali, quell’area di equilibrio potrebbe essere parecchio più in basso.
Akoner prevede che la BCE sia vigile e pronta a riportare fuori dal magazzino le armi non convenzionali: “Se l'aumento dei disavanzi di bilancio dovesse minacciare la sostenibilità del debito, la BCE potrebbe essere costretta a riavviare gli acquisti di obbligazioni su larga scala”.
C'è chi si tiene pronto a comprare
Gli investitori istituzionali si stanno preparando ad anticipare gli acquisti delle BCE. “Monitoriamo attentamente le condizioni di domanda e offerta nel mercato obbligazionario, dove un aumento delle emissioni e il quantitative tightening della BCE potrebbero creare opportunità per gli investitori nel reddito fisso”, scrive Dangoor nella nota di commento.
Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM scrive che le preoccupazioni della BCE sulla crescita sono “giustificate, così come il fatto di operare in un contesto di elevata incertezza. La BCE è ora effettivamente pronta e flessibile in questo contesto. Pertanto, i rendimenti core dell'Europa possono e probabilmente continueranno a essere sostenuti da questi fattori, con una tendenza ad incrementarsi nel medio termine. Anche i Bund dovrebbero continuare a risultare attrattivi grazie al loro status di bene rifugio in un contesto di volatilità dei mercati”