Il governo supera l'ostacolo dei referendum, spread sempre più giù
La stabilità politica ha contribuito al rafforzamento del BTP, su Bund, su Bono spagnolo e OAT francese. Il voto sul referendum era una minaccia agli assetti della maggioranza, ora non lo è più

L'affluenza si è fermata al 29% circa, non sufficiente a rendere valida la votazione, abbastanza alto per autorizzare i comitati referendari a festeggiare. Il risultato del voto sarà da oggi esaminato da ogni possibile angolo della politica, il tema riguarda comunque anche i mercati finanziari, in particolare quelli dei titoli governativi italiani, i più sensibili al tema della stabilità del governo.
Spread ai minimi
Il BTP decennale tratta è al 3,45%, sui minimi degli ultimi tre mesi. Lo spread con il Bund tedesco, il classico indicatore della solidità dell’Italia sui mercati finanziari, è arrivato proprio oggi a 92 punti base, minimi degli ultimi quattro anni.
Ancora più rilevante è il fatto che il debito italiano si stia rafforzando rispetto alla Spagna: il differenziale con il BONO è sui minimi da settembre 2021, a 34 punti base. Il distacco con la Francia è 24 punti base, per trovarlo così basso si deve tornare indietro di diciassette anni.
Insomma, la discesa dello spread con il Bund tedesco non è dovuta alla relativa perdita di forza della Germania, o al suo piano di aumento dell’indebitamento varato dal nuovo cancelliere Friedrich Merz, c’è altro.
Il BTP trasloca dalla periferia al centro
Sono tanti gli elementi che hanno fatto traslocare il BTP dalla periferia al centro dell’Europa, tra questi, c’è probabilmente anche la stabilità del governo.
Da qualche tempo ormai manca dalla cronaca politica un tema ricorrente della storia della Repubblica italiana, la crisi di governo. Dal 1948 a oggi, tralasciando la fase costituente e la consulta nazionale, ci sono stati 68 esecutivi per 29 legislature. Quella di oggi, non sembra la solita Italia dei continui cambiamenti di governo. Quella, per intenderci, presa a riferimento dagli sceneggiatori della serie TV, Borgen-Il Potere: nella puntata in cui il governo danese rischia la crisi, i personaggi affermano un paio di volte che a Copenaghen non può succedere, “non siamo mica in Italia qui”.
Crisi politiche in Europa, non a Roma
Oggi gli scenari romani sono altrove, a Parigi, a Berlino, o all’Aia, dove il governo olandese è caduto la scorsa settimana. In Italia invece, i commentatori parlamentari danno come pochissimo probabile una caduta del premier Giorgia Meloni. Anche il cruciale asse con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a torto a ragione ritenuto dai mercati un difensore dei conti pubblici italiani, sembrerebbe solido. La vittoria dei referendum avrebbe potuto, al massimo, mettere in tensione la maggioranza, anche perché, va precisato che l’attacco politico sul tema del lavoro era la Legge di Matteo Renzi, non di Giorgia Meloni. Non sarebbe stato un dramma, ma la sconfitta, rimuove anche questa relativa minaccia alla stabilità.
Lavorare in Italia
La decisione degli italiani di non mettere in discussione il jobs act arriva in un contesto di notevole forza degli indicatori del lavoro: la disoccupazione è bassa, i tassi di partecipazione sono elevati e la quota di occupazione stabile e a lungo termine continua ad aumentare. “Proteggere i lavoratori non significa annullare la flessibilità, ma rafforzare le politiche attive del lavoro. Questo obiettivo, e non un passo indietro, dovrebbe essere una delle priorità principali dell'Italia”, scrive stamattina in un commento Simona Delle Chiaie, senior economist di Bloomberg Economics.
Effetto Renzi sulla disoccupazione
Se in Italia la disoccupazione è scesa in aprile al 5,9%, meno della metà di quel che era al momento del varo del jobs act, è “probabilmente anche il risultato delle riforme di Renzi, che hanno migliorato la produttività a livello aziendale e incoraggiato l'uso di contratti a tempo indeterminato”, aggiunge Delle Chiaie.
C'è più lavoro, ma a salario più basso
Va detto che dietro alla crescita sostenuta dell'occupazione c’è però il “il calo dei salari reali, che sono diminuiti più rapidamente della produttività dall'inizio del 2022. Questa tendenza è particolarmente pronunciata in Italia, dove l'erosione dei salari reali a seguito del recente shock inflazionistico ha superato quella osservata in altre importanti economie dell'area euro”, segnala l’esperta, che ha lavorato per molti anni alla BCE con il ruolo di Principale Research Economist.
Analisi tecnica BTP 10 anni
Dal punto di vista grafico, negli ultimi tre anni il Btp decennale ha avviato un solido recupero, che ha portato il rendimento dal picco negativo del 5% nel 2023 al picco positivo del 3,15% di fine 2024. L'inversione di rotta degli ultimi mesi non ha compromesso il movimento di recupero. La soglia critica è intorno al 4,20%
Operatività. Consideriamo ogni pull back una interessante occasione per comprare BTP sulla debolezza. Perciò confermiamo la view positiva di lungo periodo. Sfruttare sistematicamente le risalite del rendimento verso il 3,70%/4,0% per acquisti. Pronti a incrementare la posizione sulla forza alla prima chiusura, confermata su base settimanale, sotto 3,50%. Obiettivo finale nel range 3,15%/3,0%.
Ci sono diversi strumenti che consentono di intervenire in ottica speculativa LONG/SHORT o soltanto LONG in ottica di lungo periodo.
Per puntare in ottica speculativa a un rimbalzo dei prezzi dei BTP (discesa dei rendimenti) c'è il seguente strumento. Leggi il documento KID:
ETP WisdomTree BTP 10Y 3x Leverage Daily
Isin: IE00BKT09149 (3BTL)
Per puntare a un ribasso dei prezzi (aumento dei rendimenti) c'è il seguente strumento. Leggi il documento KID:
ETP WisdomTree BTP 10Y 3x Short Daily
Isin: IE00BKS8QM96 (3BTS)
Per investire direttamente sul Btp c'è il seguente ETF:
Amundi Italy BTP Government Bond 10Y UCITS Acc
Isin: LU1598691217 (BTP10)
Da inizio 2025: +2,30%
L'ETF punta a replicare l'indice MTS Mid Price Italy 10y Target Maturity. L'indice MTS Mid Price Italy 10y Target Maturity (EUR) replica i titoli di Stato italiani con scadenza 10 anni. L'indice viene calcolato sulla base dei prezzi medi delle obbligazioni sottostanti. La scadenza obiettivo è complessivamente pari a 10 anni. Valuta di denominazione Euro. Commissioni totali annue 0,165%. Non distribuisce dividendi. Leggi il documento KID.
Per investire sui bond dell'area euro in ottica di brevissimo termine, a basso rischio e senza subire l'effetto del cambio euro dollaro, è disponibile il seguente ETF, che stacca anche un dividendo annuale:
Franklin Euro Short Maturity Ucits Etf (Distribuzione)
Isin: IE00BFWXDY69 (FLES)
Da inizio 2025: +1,20%
L'ETF investe principalmente in titoli di debito investment grade a tasso fisso o variabile e a breve termine denominati in Euro ed emessi da governo e emittenti privati anche non europei. L'ETF potrà investire fino al 20% del patrimonio in titoli di debito di qualità inferiore, includendo titoli aventi rating sub-investment grade. Valuta di denominazione Euro. Commissioni totali annue 0,05%. Distribuisce un dividendo annuale. Leggi il documento KID.

