I Treasury sono i bond più sicuri al mondo, rassicura Bessent

Sul mercato dei capitali all’ingrosso continua a esserci tensione. I primary dealers sono strapieni di Treasury, in quanto non riescono a scaricarli agli hedge fund che lavorano sull'arbitraggio

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Bond inquieti   

Aprile si avvia alla fine con un ritorno dell’azionario in prossimità dei livelli precedenti gli annunci sui dazi di inizio del mese, dai minimi del 4 aprile l’S&P500 ha guadagnato circa il 13,5%. Se Wall Street sembra aver ritrovato l’equilibrio, sui bond la tensione resta relativamente alta. Antonio Cesarano, il chief global strategist di Intermonte, segnala a questo riguardo l’andamento del differenziale tra il tasso di riferimento del Treasury Note a dieci anni e il suo tasso swap: oggi siamo circa a cinquanta punti base, dieci in meno dei massimi di lunghissimo periodo toccati un paio di settimane fa, ma ancora circa quindici punti base sopra i livelli medi precedenti il cosiddetto Liberation Day.

I Treasury sono i più sicuri al mondo

Nell’intervista rilasciata ieri, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha insistito sul tema delle obbligazioni, etichettando invece come, un irrilevante “rumore di fondo statistico”, quel che avviene sulle azioni. L’ex gestore di hedge fund ha chiarito che oggi l'amministrazione Trump sta solo “fissando le fondamenta” ed ha ribadito che “il mercato dei titoli di Stato statunitensi è il più sicuro e solido al mondo”.
Sul secondario, lo stress sembra stia rientrando ma dal mercato dei capitali all’ingrosso continua a esserci una situazione di disagio, potenzialmente pericolosa per il buon funzionamento del collocamento dei prestiti da parte del Tesoro. 

La macchina del debito non gira bene

I grandi acquirenti dei titoli di Stato degli Stati Uniti al momento delle aste, i primary dealer, sono strapieni di Treasury, in quanto non riescono a scaricarli, come in tempi normali avviene, alla pattuglia di hedge fund attivi su quel che nel gergo della finanza si definisce basis trade. Senza entrare troppo negli aspetti tecnici, si può dire che per funzionare bene, questo arbitraggio ha bisogno di bassa volatilità, ovvero, che il prezzo di acquisto dei Treasury si mantenga sotto il valore del finanziamento dell’operazione, che per questi hedge fund, è la vendita allo scoperto del future del Treasury.
Quando tutto funziona al meglio, le quantità detenute dalle due categorie di investitori, più o meno si pareggiano, da qualche settimana, invece, la forbice si sta aprendo, gli hedge fund non stanno assorbendo quel che gli asset manager di norma gli girano, così, la loro posizione netta lunga di Treasury è sempre più bassa. 

C'è bisogno della Federal Reserve

 Sul mercato delle obbligazioni, la spia rossa dell’allerta più serio si è spenta, resta accesa quella arancione. Secondo Cesarano, per tornare alla normalità servirebbe un’azione concertata delle istituzioni finanziarie degli Stati Uniti. La Federal Reserve potrebbe muoversi per prima sospendendo, come avvenuto allo scoppio della pandemia, la norma sulla contabilizzazione dei Treasury nei bilanci delle banche: queste ultime, potrebbero così comprarli senza avere l’obbligo di accantonare capitale addizionale.
Dalla banca centrale degli Stati Uniti non sono arrivate indicazioni di alcun genere, ma qualcosa potrebbe muoversi nei prossimi giorni, nel caso del persistere delle tensioni. La posta in gioco è grossa, in questo momento la Casa Bianca non può permettersi di avere cattivi rapporti con la Fed, infatti, Trump ha messo la marcia indietro, smettendo di prendersela con Jerome Powell.


Marino Masotti

Caporedattore