BOND: Trump guarda alla lunga scadenza, vuole il Treasury sotto il 4%
A pochi giorni dall'emissione del BTP Più, migliora ulteriormente il contesto per le obbligazioni, principalmente negli Stati Uniti, ma le ricadute positive saranno anche in Europa

Donald Trump spiegato da Scott Bessent
Sono bastate poche parole, al Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, per modificare, appiattendola, la curva dei tassi. Le sue dichiarazioni a Fox Business hanno spinto all’ingiù i tassi di interesse di tutti i Treasury, soprattutto quelli a lunga scadenza. Il decennale si è portato sui minimi da metà dicembre a 4,43%, -9 punti base rispetto al giorno prima e circa quaranta punti base sotto i massimi di medio periodo di fine 2024. Il biennale è scesi a 4,20%: lo spread tra le due durate, l’elemento che definisce l’inclinazione della curva, è sui minimi degli ultimi due mesi.
Per trascinamento, si sono mossi nella stessa direzione i titoli di Stato dell'Europa, con il BTP a dieci anni oggi a 3,43%, da 3,55% di inizio settimana.
Bessent ha innescato gli acquisti sui Treasury, presentando quella che potrebbe definirsi l’interpretazione autentica del pensiero di Trump. L’obiettivo suo e del presidente è la parte a lunga del debito degli Stati Uniti, non quella a breve, governata dalla politica monetaria della banca centrale. “Io e lui siamo concentrati sul Treasury a 10 anni”, ha risposto a Lawrence Kudolow, già a capo del Consiglio Economico della Casa Bianca nel primo mandato del primo mandato del presidente, che gli chiedeva ragione delle uscite di Trump sull’abbassamento del costo del denaro. “Trump non sta chiedendo alla Fed di abbassare i tassi”, ha chiarito.
La Casa Bianca non vuole dare fastidio al governatore Jerome Powell e intende invece lavorare sul tasso del decennale, quello che interessa di più all'elettorato perché influenza la rata del mutuo per la casa. Ma come? Dato che i lavoratori americani misurano le loro aspettative sul carovita sull’energia, “se riusciamo a far scendere la benzina e il gasolio da riscaldamento, i consumatori non solo risparmieranno denaro, ma l'ottimismo sul futuro” li aiuterà a riprendersi dagli ultimi anni di alta inflazione, ha spiegato l’ex gestore di hedge fund.
Il mercato teme che Trump sia un pericolo per i conti pubblici, ma il suo staff dice che è invece vero il contrario. Riferendosi al piano del tre volte tre già articolato al momento della sua nomina, Bessent ha ripetuto che Trump intende abbassare il deficit/Pil sotto il 3%, avere una crescita del 3% l’anno e aumentare di tre milioni di barili di petrolio al giorno la produzione. “Ora che sono al posto di Segretario, ci credo più che mai”, ha ribadito nel corso del colloquio. Negli ultimi quattro anni, l’espansione economica è stata sostenuta dalla spesa pubblica, quello a cui punta il nuovo team è uno sviluppo guidato dal settore privato alimentato dalla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori che in passato avevano delocalizzato.
Il movimento dei tassi di rendimento delle obbligazioni nelle ultime settimane mostra che gli investitori hanno ridimensionato le loro paure, Bessent se ne compiace: “Il mercato obbligazionario sta riconoscendo che” sotto Trump ”i prezzi dell'energia saranno più bassi e potremo avere una crescita non inflazionistica”. Il programma di lavoro è quindi il seguente: “Tagliamo le spese riducendo le dimensioni del governo, otteniamo una maggiore efficienza e ci avviamo a un buon ciclo dei tassi d’interesse”.
Il programma di finanza pubblica della Casa Bianca potrebbe anche buona ed efficace, di certo è dirompente in alcuni suoi aspetti, soprattutto perché la tattica negoziale di Trump è estrema e aggressiva. Andiamo incontro, secondo Pacific Investment Management (PIMCO) a un periodo di instabilità dei prezzi, ma dall’incertezza possono nascere ottimi rendimenti, dice il chief investment officer, Daniel Ivascyn, a Bloomberg News. “Un po' di volatilità, un po' di paura nei mercati, per noi sarebbe probabilmente una cosa positiva”. Il colosso dell'asset management con sede a Newport Beach, in California, sta comprando obbligazioni a 5-10 anni, in quanto generano un reddito solido, nel caso il decennale dovesse tornare verso il 5% ne comprerebbe altre.