Bond corporate - L'Europa è di nuovo ferma, avanti con il taglio tassi

L'indice S&P Global è sceso in maggio sotto quota cinquanta, quella che separa l’espansione dalla contrazione. Il rallentamento è dovuto soprattutto ai Servizi, in calo per la prima volta da novembre

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L'Europa perde slancio

L'indice composito dei responsabili degli acquisti di S&P Global è sceso in maggio a 49,5 da 50,4 di aprile, gli analisti avevano previsto un leggero incremento a 50,6.

La discesa sotto quota cinquanta, quella che separa l’espansione dalla contrazione, arriva dopo quattro letture sopra la soglia.

Il rallentamento è dovuto soprattutto alla componente Servizi, in calo per la prima volta da novembre: l’indice del comparto segna la maggior flessione degli ultimi sedici mesi. Ha relativamente tenuto la manifattura, al terzo mese consecutivo di crescita.

A frenare, dopo una buona partenza d’anno, è stata soprattutto la Germania. Ciò significa che la prima economia dell’Europa ha raggiunto la seconda in zona contrazione: l’attività economica francese segna un calo per il nono mese consecutivo. Il resto dell’eurozona continua a superare le prime due maggiori economie, ma il tasso di espansione  è il più lento da gennaio.

I dazi centrano poco

"Se l'economia dell'eurozona sembra avere difficoltà a stare in equilibrio - afferma nel comunicato di S&P e Hamburg Commercial Bank di Amburgo, il Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist di HCB - “non è a causa dei dazi statunitensi.

I tentativi di anticipare gli effetti dei dazi potrebbero in effetti spiegare in parte perché il settore manifatturiero ha retto un po' meglio negli ultimi tempi. Le aziende del settore industriale hanno aumentato la loro produzione per il terzo mese consecutivo e, per la prima volta dall'aprile 2022, i nuovi ordini non sono diminuiti.

D’altro canto, le aziende dei servizi, che generalmente sono meno esposte alla politica commerciale degli Stati Uniti, ad eccezione dei settori come la logistica internazionale, stanno assistendo alla prima contrazione dell'attività economica da novembre 2024. Sebbene la domanda estera di servizi si stia attenuando, è la debolezza della domanda interna che sembra trascinare verso il basso il settore”.

Sul mercato secondario, il Bund a dieci anni è poco mosso a 2,64% e il BTP a 3,64%.

Avanti tutta con il taglio tassi

David Powell, senior euro area economist di Bloomberg, dubita a questo punto che la previsione della BCE “di un aumento dei redditi reali in grado alimentare la spesa in servizi e guidare una ripresa più ampia” possa concretizzarsi a breve, più probabile sia più in là di quel che si aspettano a Francoforte.

Di buono c’è, in questo contesto che l’inflazione sta diminuendo, per c’è spazio per la politica monetaria. “Prevediamo che la BCE abbasserà nuovamente i costi di finanziamento di 25 punti base sia a giugno che a settembre. Ciò porterebbe il tasso terminale all'1,75%, ossia 25 punti base al di sotto del livello generalmente ritenuto neutrale. Per il momento non ci aspettiamo molto di più, visto che l'esperienza recente di un'inflazione elevata è ancora fresca nella mente di tutti”.

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Marino Masotti

Caporedattore