Attenzione massima sulle prossime aste dei Treasury

Tutto il giro dei soldi inizia lì, con i colossali collocamenti di debito: neanche Trump può permettersi di ignorare i segnali di malfunzionamento arrivati in questi giorni dal mercato primario

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L’ asta di titoli decennali del Tesoro USA di ieri è andata in porto. Anche per questo, dopo l’allarmante esito del collocamento del giorni prima, il mercato secondario delle obbligazioni ha tirato un sospiro di sollievo.

La tensione resta alta e tra poche ore si vedrà se il cruciale sistema di allocazione del debito degli Stati Uniti funziona al meglio o gira male

Il dato di oggi sull'inflazione potrebbe contribuire a placare la volatilità. In marzo, i prezzi al consumo al netto delle componenti cibo e energia sono saliti del +2,8% anno su anno, in frenata dal +3,1% di febbraio: gli economisti di aspettavano +3%. Per la prima volta in cinque anni, l'inflazione generale arretra mese su mese, -0,1%.  

Movimenti anomali sul primario 

In serata il Tesoro mette in asta 22 miliardi di dollari di titoli a trent’anni: una buona accoglienza potrebbe confermare che il peggio è alle spalle. Al contrario, un indebolimento della domanda potrebbe far suonare di nuovo l’allarme.

Nei tre giorni precedenti, sul secondario, il trentennale ha messo a segno un movimento che non si vedeva da 45 anni e lo spread tra il titolo a dieci anni e il suo swap si è aperto a circa sessanta punti base: i due movimenti sono una forte anomalia, probabilmente indicano che qualcosa non sta andando come dovrebbe.

Secondo Antonio Cesarano, chief global strategist di Interment, tutte le aste dei Treasury delle prossime settimane saranno importanti, in quanto si possono considerare dei check up delle condizioni di salute del mercato all’ingrosso dei capitali, quello che permette il regolare funzionamento dell’interscambio di obbligazioni, di azioni e tutto il resto.

Il mondo si regge sui debiti

Ogni settimana il Tesoro degli Stati Uniti vende decine di miliardi di dollari in Treasuries per finanziare il governo, nessuno o quasi se ne accorge e tutti continuano a considerare i titoli di debito degli Stati Uniti il solidissimo free risk di riferimento mondiale. Se questa assunzione dovesse anche soltanto incrinarsi sarebbero guai seri, perché il mondo non può permettersi di perdere questa certezza.

Il pianeta sta in piedi sui debiti e nel 2025, secondo S&P Global, i prestiti a lungo termine degli Stati Uniti raggiungeranno i 4,9 trilioni di dollari, con un aumento di 200 miliardi di dollari rispetto al 2024.

Un soccorso dall'estero 

Il collocamento di ieri sera è andato molto bene, grazie a un boom della domanda dei soggetti esteri, il debito è stato venduto a un rendimento del 4,435%, rispetto al 4,465% visto poco prima della vendita.

La differenza tra i due rendimenti, chiamata stop through - indica che il Tesoro è stato in grado di vendere facilmente il proprio debito senza dover allettare gli investitori con un premio di rendimento rispetto al mercato. "L'asta decennale è stata molto forte", ha scritto Vail Hartman di BMO Capital Markets.

Gli acquirenti indiretti, una categoria che di solito comprende le banche centrali estere e gli investitori privati, hanno acquistato l'87,9% dell'offerta loro assegnata, superando la media del 70%. Poche volte nella storia si è visto un livello superiore all’80% e quello di ieri, se non è un record, poco ci manca.

Gli acquirenti diretti, come i fondi pensione statunitensi e gli specialisti convenzionati, hanno richiesto solo l’1,4%, rispetto alla norma del 17,5%. Non c’è uno spaccato della composizione degli acquirenti, ma secondo Cesarano ci sono alte possibilità che a farsi avanti, con offerte anche di parecchio superiori alla base d’asta, siano stati i soggetti nazionali: banche centrali, fondi sovrani e altre entità riconducibili agli stati. Nelle ultime settimana, sia il presidente Donald Trump che il suo entourage, avevano sollecitato i paesi partner commerciali a comprare carta di debito degli Stati Uniti, gli appelli devono essere arrivati a segno.

Non sembra una coincidenza, il fatto che l’annuncio di Trump sulla sospensione di novanta giorni dell’entrata in vigore dei dazi, sia arrivata a pochi minuti dalle comunicazioni sulla chiusura dell’asta.

Come investire con gli ETF

Consideriamo gli attuali rendimenti una buona occasione per costruire una posizione con ottica di medio/lungo periodo.

1) Chi vuole un rendimento più alto può prendere in considerazione il seguente strumento quotato a Piazza Affari sulle obbligazioni societarie denominate in Euro con rating investment grade. Duration 4,70 anni.

ETF Axa IM Euro Credit Pab UCITS
Isin: IE000JBB8CR7 (AIPE)

Da inizio 2025: -0,30%

L'ETF investe "con gestione attiva" in obbligazioni societarie denominate in Euro con rating investment grade. La selezione dei titoli si basa su criteri di sostenibilità e su un modello di investimento quantitativo/fondamentale. L’indice di spesa complessiva (TER) è pari allo 0,20% annuo. Valuta di denominazione/quotazione EURO. Non distribuisce dividendo. Replica fisica totale acquistando tutti i componenti dello stesso. Yield medio 4%. Leggi attentamente il documento KID.

2) Il seguente strumento quotato a Piazza Affari investe in obbligazioni societarie di tutto il mondo. Duration 3,20 anni.

ETF Axa IM Global High Yield Opportunities Ucits 
Isin: IE000O2QIHN4 (AGYU)

Da inizio 2025: -8,0%

L'ETF investe in obbligazioni societarie ad alto rendimento di tutto il mondo. I titoli inclusi sono filtrati in base a criteri ESG (ambientali, sociali e di corporate governance). Riproduce con replica fisica totale l'indice AXA IM Global High Yield Opportunities. Commissioni totali annue (TER) 0,45%. E' ad accumulazione dei proventi e perciò non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi attentamente il documento KID.

3) C'è la possibilità di investire sul segmento Corporate USA tramite il seguente ETF. Duration 3,20 anni.

ETF Axa IM US High Yield Opportunities UCITS
Isin IE000IAPH329 (AHYU) 

Da inizio 2025: -8,80%

Obiettivo dell'ETF è sovraperformare l’indice ICE BOFA US High Yield al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato obbligazionario high yield statunitense prevalentemente attraverso un’attenta selezione del credito mantenendo un tracking error contenuto rispetto all’indice. Commissioni totali annue 0,35%. E' ad accumulazione dei proventi e perciò non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi attentamente il documento KID. 

Altri dettagli:
Yield to maturity (rendimento a scadenza) del 7,63%;
L'85,0% dei componenti è rappresentato da bond corporate USA;
Il 48% circa dei componenti gode di un rating B, il 32,50%;

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