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La BCE mette via la forbice taglia tassi, pausa estiva, poi si riparte

Tassi portati al 2%. Secondo Antonio Cesarano di Intermonte, resta comunque valida l’ipotesi di arrivare all’1,50%, “soprattutto in caso di euro verso quota 1,17/1,20 nei prossimi mesi”

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Al due per cento di tasso di deposito, dopo otto tagli consecutivi, la BCE dovrebbe mettere in stand by la procedura di allentamento monetario avviata un anno fa

Giovedì il board ha deciso a stragrande maggioranza di portare i tassi di interesse sui depositi al 2%. Solo un membro ha votato no. I tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale, scendono al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.

Ciclo espansivo alla fine

Nel corso della conferenza stampa post annuncio, la presidente Christine Lagarde ha affermato  il ciclo di politica monetaria è quasi concluso. Il contesto macroeconomico sembra essersi stabilizzato, per cui è possibile stare a vedere quale sarà l’evoluzione della guerra commerciale su posizioni prossime alla neutralità, quelle che non stimolano e non reprimono.

Rispetto al 17 aprile, data del settimo taglio dei tassi, “si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento”.

Quadro economico più stabile 

La BCE guarda con relativa tranquillità alla dinamica economica di medio periodo e Lagarde ha parlato della possibilità di una revisione al rialzo delle stime di crescita dell’anno in corso: il primo trimestre è andato bene, forse anche a ragione della corsa a comprare prima dell’arrivo dei dazi.

A conferma di questo relativa stabilizzazione in corso, le stime di crescita sono rimaste sostanzialmente stabili, rispetto a marzo.

Revisioni più marcate per l’inflazione, stimata rimanere sotto al 2% nel 2026 per poi ritornare al target l’anno successivo. La variazione, rispetto alle previsioni di marzo, è legata a prezzi dell’energia più bassi e alla forza dell’euro. 

Un'estate senza tagli

Queste considerazioni hanno ridotto di molto la possibilità di arrivare a nove tagli consecutivi dei tagli, anche le chance di altre due riduzioni nel corso del 2025, si sono ridimensionate.
Secondo Antonio Cesarano, chief globol strategist di Intermonte, resta comunque valida l’ipotesi di arrivare al tasso di deposito all’1,50%, “soprattutto in caso di euro verso quota 1,17/1,20 nei prossimi mesi”.

Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management continua a vedere rischi per la crescita economica dell’area euro, mentre la disinflazione underlying sembra destinata a persistere, pertanto, “ci aspettiamo altri due tagli dei tassi, che potrebbero portare il tasso sui depositi all’1,5% entro fine anno.

Nel 2026 i tassi torneranno su (S&P)

Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings ritiene che l’attuale ciclo dei tassi della BCE abbia raggiunto il punto più basso, intorno al 2%, ma “a condizione che l’economia europea riesca ad assorbire lo shock derivante dai dazi statunitensi senza subire gravi perturbazioni”.

L’economista guarda oltre il 2025 e mette in conto nuovi aumenti dei tassi, “potenzialmente già dalla fine del 2026. Questa previsione è sostenuta da fattori come il prossimo stimolo fiscale in Germania e i persistenti colli di bottiglia nel mercato del lavoro, che rappresentano rischi al rialzo per l’inflazione”.

Il cambio è di certo una variabile importante, in quanto “’euro è più forte di 10 centesimi rispetto al dollaro rispetto a quanto suggerirebbero i fondamentali. Ma non è qualcosa su cui la BCE possa, e debba, fare qualcosa, considerando che le attuali pressioni inflazionistiche (su alimentari e servizi) sono di origine interna”, conclude Broyer.

Analisi Tecnica Dollaro

Nell'ultimo periodo l'euro dollaro ha invertito la tendenza ribassista, che proiettava obiettivi intorno alla parità, approdando verso una soglia discriminante di estrema valenza, in grado teoricamente di frenare per qualche tempo la discesa del dollaro. 

Operatività 

L'attuale debolezza è occasione per diversificare sul dollaro che gode di rendimenti nettamente superiori al resto delle valute di maggior peso, euro compreso. Impostare un primo step su questi livelli e un secondo step in caso di un sell-off in direzione di 1,20/1,23.

Sarebbe opportuno un ritorno stabile al di sotto di area 1,13 per far rientrare la fase di emergenza. Una discesa sotto 1,12 potrebbe invertire la fase di debolezza e proiettare obiettivi intorno a 1,10/1,08. 

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Il mercato mette a disposizione una serie di strumenti più o meno dinamici per investire in ottica di trading stretto long/short o in ottica di lungo periodo. 

Per puntare su una rapida rivalutazione del Dollaro USA (contro Euro) senza prendere rischi sull'oscillazione dei prezzi delle obbligazioni c'è il seguente ETC. Leggi il documento KID:
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Wisdomtree 3x Short USD Long EUR 
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L’Obiettivo di Investimento del Comparto è quello di replicare il rendimento del FED FUNDS EFFECTIVE RATE TOTAL RETURN INDEX®. Il Comparto non distribuisce dividendi. L’Indice, pubblicato da Deutsche Bank, rappresenta i mercati monetari e di capitali dell’area Dollaro USA. L’Indice è calcolato sulla base del rendimento complessivo (total return) con ciò indicando che rappresenta un deposito sostituito giornalmente (daily rolled deposit) al quale viene applicato il federal funds effective rate (tasso di riferimento effettivo statunitense). Non distribuisce dividendo. Leggi il documento KID.

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Marino Masotti

Caporedattore