TREASURY BOND - Meglio prepararsi mercoledì a qualche brutta sorpresa?
Se l'inflazione sorprendesse al rialzo, la FED potrebbe ritardare i tagli dei tassi, causando un rimbalzo del Dollaro USA, una discesa dei Bond e pressione sulle azioni, specie i titoli Growth

Fatto
La corsa dei Treasury Note, i titoli sovrani degli Stati Uniti, si è fermata in attesa dei delicatissimi dati sui prezzi al consumo (CPI) in agenda mercoledì pomeriggio, probabilmente l'evento più importante della settimana di Ferragosto dal punto di vista macroeconomico.
Si prevede su base annua un dato generale invariato a +3% e un dato "core" in leggero rallentamento a +3,2% da +3,3%, in ulteriore avvicinamento verso l'obiettivo annuale del +2% fissato dalla Fed.
Una lettura che mostra solo un modesto raffreddamento potrebbe dissipare i timori che la Fed abbia mandato l'economia in tilt lasciando i tassi elevati per troppo tempo. All'opposto, un dato troppo debole potrebbe aumentare le preoccupazioni recessive, innescando nuova volatilità del mercato.
Sull'aspettativa di un taglio del costo del denaro, il Treasury decennale è sceso sotto il 4% di tasso di rendimento, a 3,95%, sui minimi da febbraio (il prezzo, nei bond, si muove al contrario del tasso).
Preparatevi a un potenziale "brutto shock" mercoledì, avvertono tuttavia alcuni strateghi.
Gli investitori potrebbero essere presi in contropiede se il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo (CPI) di mercoledì dovesse risultare più alto del previsto, avverte Gavekal Research, società indipendente che fornisce consulenza in materia macroeconomica.
I mercati stanno attualmente contando su aggressivi tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, ma un aumento a sorpresa dell'inflazione potrebbe rapidamente smantellare queste aspettative, portando a quello che Gavekal definisce uno "brutto shock".
Gli esperti notano che il mercato dei future sta attualmente scontando con una certezza al 100% un taglio dei tassi il 18 settembre, con una probabilità del 50% per un taglio più sostanziale di 50 punti base.
Inoltre, c'è l'aspettativa di un taglio completo di 100 punti base entro la fine del 2024.
Tuttavia, Gavekal avverte che un aumento dell'inflazione potrebbe innescare un "violento aggiustamento della posizione", costringendo gli investitori a riconsiderare la traiettoria della Fed.
Secondo Gavekal, il dibattito in corso attualmente riflette l'incertezza del mercato. Alcuni analisti ritengono che i fattori strutturali spingeranno l'inflazione oltre l'obiettivo del 2% della Fed, mentre altri sostengono che fattori come una contrazione dell'offerta di moneta e l'allentamento dei colli di bottiglia dell'offerta freneranno l'inflazione.
"Sì, il rapporto sull'occupazione di luglio ha mostrato che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi. Ciò implica che la crescita salariale continuerà a moderarsi, rafforzando la narrazione della disinflazione. Ma un aumento dell'inflazione minerebbe questo scenario nel breve termine", ha affermato Gavekal.
In conclusione:
1) se l'inflazione sorprendesse al rialzo, la Fed potrebbe ritardare i tagli, causando un rimbalzo del dollaro USA, rendimenti obbligazionari più elevati e pressione sulle azioni statunitensi, in particolare sui titoli growth.
2) Gavekal suggerisce che in caso di un simile shock, gli asset più sicuri potrebbero essere il cash in dollari USA, i Treasury bills con scadenze a breve e i titoli del Tesoro protetti dall'inflazione.
Gavekal sottolinea, con così tanto in gioco nella prossima pubblicazione dell'indice dei prezzi al consumo, che potrebbe essere prudente per gli investitori prepararsi alla potenziale volatilità di mercoledì.
Effetto
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