Settore energetico in rally con l'aumento dei prezzi di petrolio e gas
Trascinato dalla crisi in Medio Oriente il settore energetico ha chiuso la scorsa settimana con un +4,7%, che si confronta con il calo del -1,4% registrato dall'indice globale Stoxx 600

L’indice Stoxx Energy, che raggruppa i principali gruppi energetici europei, guadagna l'1% e figura tra i migliori settoriali di oggi. Siamo tonati sui massimi da fine marzo.
Trascinato dal peggioramento della crisi in Medio Oriente il settore energetico ha chiuso la scorsa settimana con un balzo in avanti del +4,7% che si confronta con il calo del -1,4% registrato dall'indice globale Stoxx 600.
Da inizio anno il primo è cresciuto del +11%, il secondo del +7,5%.
Il petrolio e il gas naturale consolidano i robusti progressi della scorsa settimana, il Brent (+11,7%) ha messo a segno il più grande guadagno settimanale dal 2022, a causa delle preoccupazioni per le interruzioni dell'approvvigionamento in Medio Oriente. Due i timori principali:
1) l'estensione del conflitto ad altri Paesi, principalmente gli Stati Uniti;
2) le interruzioni del flusso di greggio nello Stretto di Hormuz, via di trasporto strategica per l'Asia e l'Europa.
Intanto, il presidente Donald Trump ha affermato che si sta cercando di raggiungere un cessate il fuoco, ma che Israele e Iran potrebbero dover "combattere" prima di poter raggiungere un accordo. Trump ha anche messo in guardia l'Iran dall'attaccare le strutture statunitensi nella regione.
"Tutto si riduce al grado di intensificazione del conflitto sui flussi energetici", ha affermato Harry Tchilinguirian, responsabile della ricerca presso Onyx Capital Group. Finora, la capacità produttiva e la capacità di esportazione sono state risparmiate e non c'è stato alcun tentativo da parte dell'Iran di ostacolare i flussi attraverso lo Stretto di Hormuz. Ma nessuno può prevedere come andrà a finire il conflitto.
Stretto di Hormuz in primo piano
Circa un quinto del consumo mondiale totale di petrolio, ovvero circa 18-19 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio, condensato e carburante, passa attraverso lo stretto. Un blocco dello Stretto di Hormuz potrebbe far salire drasticamente i prezzi.
L'Iran, membro dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), attualmente produce circa 3,3 milioni di barili al giorno ed esporta oltre 2 milioni di barili al giorno di petrolio e carburante.
La capacità inutilizzata dell'OPEC e dei suoi alleati, inclusa la Russia, di pompare più petrolio per compensare eventuali interruzioni è all'incirca equivalente alla produzione dell'Iran, secondo analisti e osservatori dell'OPEC.
"Se le esportazioni di greggio iraniano subissero interruzioni, le raffinerie cinesi, gli unici acquirenti di barili iraniani, dovrebbero cercare qualità alternative da altri paesi del Medio Oriente e dal greggio russo", ha affermato in una nota Richard Joswick, responsabile dell'analisi petrolifera a breve termine di S&P Global Commodity Insights. "Ciò potrebbe anche aumentare le tariffe di trasporto e i premi assicurativi per le petroliere, ridurre lo spread Brent-Dubai e danneggiare i margini delle raffinerie, in particolare in Asia", ha aggiunto Joswick.
La produzione di petrolio greggio cinese è diminuita dell'1,8% a maggio rispetto all'anno precedente, raggiungendo il livello più basso da agosto, secondo i dati ufficiali pubblicati lunedì, a causa della riduzione delle attività di manutenzione presso le raffinerie statali e indipendenti.
Analisi tecnica Settore Oil & Gas europeo
L'indice Stoxx Oil & Gas conferma l'impostazione rialzista avviata dai minimi del 2020 (pandemia). Gli ostacoli di valenza crescente sono posizionati nella fascia 390/400 punti. La piena rottura di area 400 punti aprirebbe la strada a una risalita fin verso area 470 punti. In direzione opposta, correzioni verso area 320/300 punti sono sistematiche occasioni d'acquisto.
Operatività. Sfruttare le discese verso 320/300 punti per comprare sulla debolezza in ottica di medio periodo. Le estensioni nel range 390/400 punti sono occasioni per prendere profitto, stando pronti però a rientrare in tendenza alla prima chiusura sopra 400 punti. Cambio di scenario ed eventuale stop loss da applicare in caso di chiusura sotto 290 punti.

Per investire sul settore Energy europeo, c'è il seguente ETF quotato a Piazza Affari:
Spdr MSCI Europe Energy UCITS (EUR)
Isin: IE00BKWQ0F09 (STNX)
Da inizio 2025: +6,50%
Lo strumento punta a replicare la performance dell'indice MSCI Europe Energy cha a sua volta investe nelle principali azioni del settore energetico europeo. I dividendi delle singole società non vengono distribuiti ma reinvestiti nel fondo (accumulazione). L’indice di spesa complessiva è pari allo 0,30% annuo. Valuta di denominazione Euro. Leggi il documento KID.

Per investire sul settore Energy statunitense c'è il seguente ETF quotato a Piazza Affari:
SPDR S&P US Energy Select Sector
Isin IE00BWBXM492 (SXLE)
Da inizio 2025: -6,30%
Lo strumento punta a replicare la performance dell'indice S&P Energy Select Sector che raggruppa le società energetiche statunitensi di grandi dimensioni appartenenti all'indice S&P500. Non distribuisce dividendi. L'indice di spesa complessiva è pari a 0,15%. Valuta di denominazione Usd. Leggi il documento KID.
