Le banche possono reggere bene ai dazi di Trump
"Riteniamo che i rischi siano complessivamente contenuti e le valutazioni, in generale, appaiono ancora attraenti”, scrive Barclays nella nota che alza il target di Unicredit e Intesa Sanpaolo

L'indice delle banche italiane ha rintuzzato egregiamente i contraccolpi generati dallo scoppio della guerra commerciale: alla caduta di circa un quarto del valore registrata nella prima settimana di aprile ha fatto seguito un rimbalzo intorno al +23%. Il bilancio provvisorio del 2025 è un ottimo +19%.
Il rallentamento dell’economia provocato dallo scoppio della guerra commerciale mondiale azzererà secondo Barclays la crescita dell’Italia nel 2025.
In questo contesto, per l’analista Paola Sabbione, le banche dovrebbero tenere bene le posizioni, sia in termini di peggioramento del costo del rischio che di raffreddamento dell’attività caratteristica del prestito.
Banche alla prova dei Dazi di Trump
“Riteniamo che i rischi siano complessivamente contenuti e le valutazioni, in generale, appaiono ancora attraenti”, si legge nel report.
Il tasso di rendimento totale della distribuzione di dividenti, pari al 9,7%, “dovrebbe essere sostenibile”, con un Ritorno sul Capitale tangibile (ROTE) vicino al 13%.
Sul delicato tema degli NPL, Barclays si aspetta per il 2025 che l’1% degli impieghi diventi cattivo debito, dallo 0,9% del 2024.
Siamo comunque ben distanti dai momenti bui dello scorso decennio, nel periodo 2007 -2024, la media dei nuovi NPL sui prestiti è stata 2%.
Anche assumendo uno scenario molto più negativo, secondo i calcoli di Barclays, non si scende sotto il 10% di ROTE. Va così in quanto “il grado di copertura dei crediti in bonis delle banche italiane è è ora in media dello 0,61%, contro lo 0,46% del periodo pre-Covid. Ciò significa che le banche hanno spazio per normalizzare la copertura generica dei crediti in bonis, allocando alcuni accantonamenti per la copertura specifica degli NPL”, spiega l’analista.
I dazi di Trump, con lo sconquasso provocato, portano Barclays a ridurre le aspettative di crescita dei prestiti per il 2025 e 2026: il margine d’interesse delle banche italiane coperte da Barclays dovrebbe quindi registrare un ribasso del -7% nel 2025 e del -3% a/a nel 2026.
Nel report, Barclays riduce il target price di Banca MPS a 7,10 euro, da 7,40. Il target price di Intesa Sanpaolo sale invece a 4,90 euro, da 4,80. UniCredit passa a 56,30 euro da 50.
Solida redditività, contesto tassi favorevole
A interrogarsi sulle condizioni di salute delle banche, alla luce del peggioramento del contesto di mercato, è anche S&P.
“Nel 2025 le banche europee dovrebbero continuare a beneficiare di una solida redditività, di una buona capitalizzazione e liquidità e di una qualità degli attivi relativamente buona.
I fattori trainanti includono un contesto favorevole per quanto riguarda i tassi di interesse, ma anche la costante attenzione della maggior parte delle banche nel derisking dei propri bilancio e al controllo dei costi negli anni passati.
Non vediamo inoltre un rischio di credito di controparte rilevante per il sistema nel suo complesso, perché poche banche hanno attività di prime brokerage rilevanti. E alcune operazioni di trading beneficeranno di una maggiore attività in un contesto di volatilità del mercato”, si legge nel report di oggi degli analisti del credito.
Analisi Tecnica Banche Italia
La brusca correzione di inizio aprile non ha compromesso il trend rialzista di lungo periodo che ha portato l'indice del settore bancario italiano sui massimi dal 2009 nella prima frazione dell'anno. Area discriminante posizionata dai top del 2015 verso area 18.500 punti. Operatività. Rafforziamo la view positiva. Sono scattati gli incrementi sulla forza alla prima chiusura sopra 20.500 punti. Step successivo in area 28mila punti. Sfruttare correzioni fino ad area 18.500 per comprare sulla debolezza.

Diversi gli strumenti disponibili su Borsa italiana per intervenire con una logica speculativa/di diversificazione.
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