Francia, Lecornu ottiene un mezzo via libera dal parlamento
Si allontana, dopo le prime consultazioni con i rappresentanti delle principali forze politiche e il premier incaricato, la possibilità di un altro ricorso al voto anticipato

A Parigi c'è un governo
L’esploratore Sebastien Lecornu non si è subito perso nella giungla infida dell’Assemblea Nazionale e sembra poter arrivare all’obiettivo del suo incarico, la formazione di un governo più duraturo di quello caduto a inizio settimana dopo 836 minuti.
Nella breve dichiarazione stampa rilasciata prima di ricevere il segretario socialista Olivier Faure per il proseguimento delle consultazioni, Lecornu ha detto che ''tutti sono concordi nel dire che l'obiettivo di rientro del deficit va tenuto al di sotto del 5%, vale a dire, in chiaro, tra il 4,7 e il 5%" per il 2026. Fino ad ieri, la Francia puntava ad un rapporto deficit/Pil al 4,7% per il prossimo anno. La dichiarazione ha per il momento ridimensionato la possibilità di un fallimento del suo incarico, ipotesi che avrebbe aperto la porta a uno scioglimento del parlamento. Il presidente Emmanuel Macron si è dato tempo fino a stasera per trovare una soluzione alla crisi, se Lecornu dovesse trovare tutte le porte chiuse, arriverà un gesto di "responsabilità".
Sul mercato secondario delle obbligazioni, il governativo a dieci anni della Francia, l’OAT, passa di mano a un tasso di rendimento del 3,50%. Non si allarga e neanche si restringe il differenziale con il Bund tedesco di pari scadenza (3,67%) e con il BTP italiano (3,47%).
Stasera Lecornu va in televisione
La situazione è molto fluida e le prossime ore potrebbero essere decisive, Lecornu sarà stasera al telegiornale delle 20 di France 2, la tv pubblica d'Oltralpe, subito dopo il termine delle consultazioni, ha anticipato la stessa emittente radiotelevisiva.
In mattinata, il primo ministro aveva fatto sapere che si sarebbe espresso "prima o dopo" essersi recato "eventualmente all'Eliseo", per illustrare l'esito delle consultazioni al presidente Emmanuel Macron.
Il problema sono i conti pubblici
Lo stallo politico istituzionale in atto sulla legge di bilancio, “dimostra che lo Stato non ha più margine d’azione, né per aumentare le entrate né per ridurre la spesa”, affermava ieri in una nota BDL Capital Management. Così come gli italiani amano il BTP, i francesi apprezzano gli OAT, per cui “preferiscono prestare a governi fragili” e tralasciano le tante imprese internazionali ben gestite, che hanno tutte le probabilità di essere più forti e più solide finanziariamente tra dieci anni, mentre gli Stati avranno più debito e meno margine di manovra rispetto a oggi”. I cittadini europei investono attualmente solo il 6% dei loro risparmi in azioni di società quotate, cinque volte meno degli statunitensi. È ora di fare la nostra rivoluzione: l’audacia è diventata molto meno rischiosa dell’immobilismo”.
Un ETF a gestione attiva sui bond UE
Il seguente strumento quotato a Piazza Affari punta sulle obbligazioni societarie denominate in Euro con rating investment grade. Duration 4,90 anni.
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