SETTORE UTILITY - Possibile price cap europeo ai prezzi del gas a 110 euro/MWh?

Come investire in modo diversificato sul settore più redditizio dal punto di vista dei dividendi
86f7196958ce4fe8af63418637784423

L'indice Stoxx del settore Utility europeo è poco mosso e fatica a reagire, dopo cinque ribasso consecutivi.

Da inizio anno -12,30% vs -16,0% dell'indice Stoxx 600. 

Secondo quanto riportato da MF, tra le possibili soluzioni che l'UE intenderebbe adottare sulla crisi del gas vi sarebbe allo studio quella di lavorare per l'applicazione di un tetto al prezzo del gas ipoteticamente fissato a 110 euro/MWh (oggi -3% a 235 euro) per un periodo di tempo limitato dal 1° ottobre fino a marzo 2023. 

Il tetto si applicherebbe al prezzo a cui le imprese venderebbero l'energia a imprese e famiglie. 

Il delta tra prezzo di acquisto e di vendita della materia prima sarebbe finanziato dall'Unione Europea emettendo debito comune, sulla falsariga di quanto fatto per affrontare la ripresa dal Covid. 

La Germania sembrerebbe ormai convinta, mentre l'Olanda resta ancora sulle proprie posizioni. 

Il tetto consentirebbe una tempestività di azione maggiore rispetto a una riforma più strutturale, quale è quella auspicata da Ursula von der Leyen di sganciare i prezzi dell'elettricità da quelli del gas. Quest'ultima riforma molto probabilmente si farà, ma richiederà insomma tempi più lunghi rispetto a quelli di un price cap così formulato.

Ricordiamo che il prossimo 9 settembre tutti i ministri dell'Energia Ue si riuniranno per discutere sulle possibili soluzioni alla crisi gas. In vista del meeting, la Commissione potrebbe avanzare già alcune proposte che dovrebbero trovare maggiore ufficialità nel discorso sullo stato dell'Unione il 14 settembre. 

Con l’avvio del nuovo anno termico a partire dal 1 ottobre, il rischio di drammatici extra costi di approvvigionamento gas per i suppliers e di mancato rinnovo di numerosi contratti di fornitura richiedono l’individuazione di soluzioni a livello comunitario in tempi brevissimi.

Quadro grafico settore Utility europeo. 

L'indice Stoxx Utility è tra i pochi a non essere mai riuscito finora a tornare sopra i livelli del marzo 2020 (pre-pandemia). Il primo importante ostacolo è collocato nella fascia 400/418 punti, messa sotto attacco diverse volte negli ultimi mesi, ma senza successo. Il movimento degli ultimi due anni può definirsi laterale con importante sostegno in area 350/342 punti. 

Il quadro di breve è peggiorato bruscamente, dopo gli eventi di Jackson Hole, portando l'indice a sfondare in rapida successione le due medie mobili a 50 e 100 giorni. In poche battute si è ormai approdati sul fortissimo supporto in area 350/342 punti. 

Operatività. Manteniamo una visione positiva sul settore, anche in virtù della elevata remunerazione sotto il profilo dei dividendi (le stime di bloomberg indicano un 4,80% medio a livello europeo). Si suggerisce di comprare ai livelli attuali, sfruttando eventuali discese fin verso area 340 punti. Stop loss prudenziale in caso di discesa sotto 335 punti.


Chi vuole investire sul settore Utility europeo con la massima diversificazione ha a disposizione una serie di strumenti. 

Nel seguente ETF, le Utility italiane rappresentano il 20% del totale. Al primo posto la Spagna con il 22%:

SPDR MSCI Europe Utilities UCITS
Isin IE00BKWQ0P07 

Da inizio anno -9,0%
Obiettivo dell'ETF è la replica dell'indice MSCI Europe Utilities, che raggruppa i principali protagonisti europei del settore, comprensivo del reinvestimento del dividendo. Ciò consente di amplificare la performance da inizio anno a un livello superiore a quello registrato dall'indice corrispondente. Commissioni totali annue 0,30%. Nella tabella di seguito i primi dieci titoli, tra cui compare al secondo posto la nostra Enel. Leggi il documento KID.



www.websim.it