NASDAQ 100 - ARM Holding raddoppia di prezzo in quattro sedute

Le azioni della società delle tecnologie al servizio della produzione dei chip, erano state piazzate a 51 dollari per azione. Chi ha preso il titolo in IPO ha triplicato il valore

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Fatto

ARM Holding , ieri in rialzo del +29% a 149 dollari, è arrivata in borsa al momento del primo boom del tema dell’intelligenza artificiale, il 13 di settembre dell’anno passato. Le azioni della società delle tecnologie al servizio della produzione dei chip erano state piazzate a 51 dollari per azione. Chi ha preso il titolo in IPO ha triplicato il valore, chi ha comprato all’inizio della scorsa settimana, lo ha raddoppiato.

Giusto per collocare il periodo nel contesto della cronaca dei mercati finanziari, Nvidia aveva segnato il 13 settembre un prezzo di 454 dollari. Da quel giorno il produttore di chip più esposto al tema dell’intelligenza artificiale ha proseguito la corsa, arrivando ieri a 722 dollari, +65% dal 13 di settembre.

Nel giorno del debutto a Wall Street, ARM Holding, aveva guadagnato quasi il +25%, ma nelle successive sei sedute il prezzo di borsa era tornato quello dell'IPO.

Il titolo era lentamente risalito nelle settimane successive, arrivando intorno a ottanta dollari a fine anno. Ma l’inizio della nuova storia è arrivato la scorsa settimana, con la revisione al rialzo delle previsioni sull’andamento del business, dovuta in larga parte alla rapida diffusione dell’intelligenza artificiale.

L’esplosivo rialzo di giovedì, (+48%) è stato seguito da quello di ieri: sono stati scambiati nella seduta di lunedì 111 miliardi di pezzi, cinque in più della seduta post pubblicazione dei dati. Nei giorni precedenti i volumi erano stati sempre sotto i dieci miliardi.

La capitalizzazione è arrivata ieri a 153 miliardi di dollari, cinque volte di più di quel che Softbank aveva pagato nel 2016 per acquisirla. Tre anni anno dopo il primo cambio di proprietario, il conglomerato giapponese delle attività nell’high tech aveva tentato, senza riuscirci, di venderla a circa quaranta miliardi di dollari.

Lo scorso autunno, lo sbarco a Wall Street a 54 miliardi di dollari era stato considerato con qualche sospetto, in quanto il trimestre precedente l’IPO si era chiuso con ricavi piatti, un pessimo biglietto da visita per chi entra nel Nasdaq.

Oggi ci ritroviamo in una situazione paradossale dal punto di vista delle dottrine dell’investimento: il prezzo di borsa è il 65% sopra la media del target price espresso dai trentuno analisti attivi su ARM Holding.

Anche i più ottimisti, come Andrew Gardiner di Citi, si fermano intorno a 120 dollari. Come al solito, quando ci sono i cambi di paradigma, la razionalità dei fondamentali delle società lascia il posto alle logiche del trading.

Nei prossimi giorni, qualcuno sarà richiamato dalle aspettative di altre meraviglie, altri invece porteranno a casa i profitti: oggi sembrano farsi sentire di più questi ultimi. II titolo perde il 6% nel preborsa.

Effetto

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