MATERIE DI BASE - Goldman ottimista con l'aiuto delle banche centrali
La performance dell'indice Bloomberg delle Commodity è quasi piatta da inizio anno

Fatto
L'indice Bloomberg delle commodity tratta poco sopra i livelli di venerdì a 99,0 usd.
Si è appena chiusa la prima settimana in rosso (-0,5%), dopo tre consecutive al rialzo. La performance da inizio anno è quasi invariata, effetto combinato della prospettiva di rallentamento della crescita globale, della faticosa ripartenza cinese e infine del forte rimbalzo del dollaro USA.
Secondo Goldman Sachs, le materie prime avanzeranno quest'anno, mentre le banche centrali negli Stati Uniti e in Europa si muoveranno per ridurre i tassi di interessi, contribuendo a sostenere la domanda industriale e dei consumatori.
Le materie prime potrebbero rendere il +15% nel 2024, grazie alla discesa del costo del denaro, alla ripresa generalizzata del settore manifatturiero e alla persistenza dei rischi geopolitici, hanno detto gli analisti americani, guidati da Samantha Dart e Daan Struyven in una nota del 24 marzo.
Rame, Alluminio, Oro e Prodotti Petroliferi sono visti in crescita, secondo la banca d'affari, che ha anche sottolineato la necessità di essere selettivi poiché i guadagni non coinvolgeranno tutte le commodity. L'indice, infatti, nel primo trimestre ha fatto un modestissimo progresso, ma l'oro ha toccato prezzi record e il rame ha superato i 9.000 dollari la tonnellata, record da 11 mesi.
“Crediamo che un taglio dei tassi negli Stati Uniti in un ambiente non-recessivo possa portare a prezzi più alti delle materie prime, con la maggiore spinta proveniente dai metalli (rame e oro in particolare), seguiti dal petrolio greggio", hanno detto gli analisti.
La prospettiva cautamente rialzista di Goldman Sachs fa eco ai commenti di altri osservatori. Macquarie Group Ltd. all’inizio di questo mese ha scritto che le materie prime stanno entrando in un nuovo ciclo di ripresa aiutate da una riduzione delle forniture e da una ripartenza a livello globale.
Anche Jeff Currie, ex capo della ricerca sulle materie prime presso Goldman e ora presso Carlyle Group LP, ha previsto guadagni con i tagli della Fed.
JPMorgan Chase & Co. ha evidenziato il potenziale di rialzo dell’oro.
Nelle previsioni di fine anno di Goldman Sachs, il rame è visto a 10.000 dollari la tonnellata, l'alluminio a 2.600 dollari la tonnellata e l'oro a 2.300 dollari l'oncia, che sarebbe un record nominale. Attualmente il rame gira a 8.884 dollari la tonnellata, l'alluminio a 2.306 dollari la tonnellata, sul London Metal Exchange, mentre i lingotti sfiorano i 2.167 dollari l'oncia.
“Nel medio termine, continuiamo a mantenere una visione costruttiva sull'oro sostenuta da un eventuale allentamento della Fed, che dovrebbe essere cruciale per riattivare gli acquisti di ETF Gold, in gran parte dormienti", hanno affermato gli analisti, con riferimento ai flussi contrastati verso i fondi negoziati in borsa.
Al contrario, rimangono ribassisti sulle prospettive per i metalli dedicati alle batterie (per auto elettriche) come nichel, cobalto e carbonato di litio.
Effetto
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