I dazi di Trump mettono in subbuglio le borse mondiali
L'impatto sulla crescita stimata del PIL italiano viene indicato in circa -0,6/-0,8% da Confindustria che prevede, con l’effetto dei dazi, una crescita quasi nulla del PIL nel 2025.

Il piano dei dazi reciproci di Trump
L’aliquota base di tassazione delle esportazioni verso gli USA sarà del 10% ed entrerà in vigore a partire dal 5 aprile mentre sono previste maggiorazioni differenziate per paese a seconda del livello di dazi applicati dagli stessi all’import negli USA che saranno introdotti a partire dal 9 aprile: i dazi annunciati ieri sono pari alla metà di quanto applicato all’export da USA verso questi paesi.
Per l’UE i dazi saranno del 20%, per la Cina del 34% (che si somma al 20% già imposto a febbraio), il 10% per UK, il 24% per il Giappone e il 26% per India.
I dazi annunciati ieri non si applicano invece a prodotti già interessati da misure specifiche tra cui auto e componenti, acciaio e alluminio il cui export verso gli USA è oggetto di una tassa del 25%.
L’introduzione dei dazi era ampiamente attesa e ora sarà importante verificare le reazioni dei paesi colpiti dai dazi e le eventuali strategie negoziali con gli USA o di politica industriale per ridurre gli effetti negativi delle nuove tasse.
L'impatto sulla crescita stimata del PIL italiano viene indicato in circa -0,6/-0,8% da Confindustria che prevede, con l’effetto dei dazi, una crescita quasi nulla del PIL nel 2025.
Al momento non è ancora chiaro quale sarà la risposta della UE ai nuovi dazi e come deciderà di reagire il governo italiano per proteggere i settori e le società impattate.
Alcuni paesi sembrano intenzionati a proporre delle concessioni agli USA come nel caso di Canada (considera la possibilità di togliere dazi nel caso in cui lo facessero anche gli USA), Messico (al momento non si prevede una contro-reazione immediata), Vietnam che prevede tagli dei dazi all’import da US ed India sulle auto elettriche.
I settori maggiormente esposti ai dazi rimangono quello delle auto e della componentistica. Tra gli altri settori impattati, l’alimentare e il beverage ed i beni di lusso dove però vediamo maggiore resilienza legata alla minore elasticità della domanda al prezzo ed alla possibilità dei clienti di sostituire parzialmente gli acquisti nel paese con quelli effettuati all’estero.
Esclusi invece al momento dai dazi i prodotti farmaceutici, semiconduttori, rame, oro, legname e in generale alcuni prodotti non reperibili negli USA.
Gli analisti si aspettavano un approccio meno aggressivo da parte di Donald Trump. Alla luce di quanto emerso hanno aggiustato in peggio le previsioni dell'impatto dei maggiori dazi sull'economia, alimentando il timore che l'economia americana e quella globale cadano in una recessione.
La reazione degli analisti
JPMorgan ha affermato di essere ancora in attesa di vedere come saranno applicate le tariffe prima di apportare modifiche alle sue stime, pur avvertendo che la piena attuazione delle politiche commerciali di Trump rappresenta uno "shock macro sostanziale non attualmente incorporato nelle previsioni". Gli esperti della prima banca americana aggiungono che "questo shock sarà probabilmente amplificato dal suo impatto sul sentiment e dalla ritorsione dei paesi che affrontano significativi aumenti delle loro aliquote tariffarie".
Capital Economics ha scritto che le tariffe reciproche di Trump sono più pesanti del previsto, con l'aliquota effettiva sulle importazioni Usa prevista in aumento al 26%, il massimo degli ultimi 131 anni. CE ha spiegato che Canada e Messico se la sono cavata a buon mercato, mentre i principali paesi asiatici come Cina e Vietnam sono stati i più colpiti. Giappone e UE sono in mezzo. Non è chiaro per CE quale sarà l'impatto sull'economia Usa che dipenderà dall'attuazione dei dazi e dalle probabili entrate fiscali aggiuntive. "Se le maggiori entrate vengono restituite ai consumatori tramite altri tagli fiscali, la crescita Usa potrebbe non risentirne troppo. Se vengono utilizzate per pagare il deficit di bilancio, ciò equivale a un inasprimento fiscale di oltre il 2%, il che significa che l'economia sarebbe fortunata a evitare una recessione", ha scritto CE.
Wells Fargo prevede un taglio dei tassi da parte della FED "considerevolmente maggiore" del previsto nel 2025-26 a causa dei dazi, preceduto però da un approccio cauto nelle prossime immediate riunioni.
Barclays ha affermato che i nuovi dazi hanno peggiorato le prospettive economiche globali e hanno anche messo il Regno Unito e diversi paesi europei a rischio di recessione nella seconda metà del 2025. Le attuali previsioni di Barclays vedono un impatto sul Pil di circa l'1,1% per il Regno Unito e l'UE. Ma questo potrebbe aumentare a circa l'1,9% per l'Europa e all'1,5% per il Regno Unito.
Analisi Tecnica indice MSCI World
La tendenza di fondo si conferma strutturalmente rialzista, sebbene sia in corso una fisiologica correzione dal massimo storico di inizio anno. La soglia discriminante è verso 3.240 punti, corrispondente al picco record del 2022. Rischio di inversione del trend in caso di discesa sotto area 3mila punti.
Operatività
Manteniamo il giudizio positivo di lungo periodo. Si può cominciare a costruire una posizione anche ai valori attuali, sfruttando una eventuale estensione della correzione verso 3.300/3.240 punti per incrementare sulla debolezza. Obiettivo intorno a 3.900/4mila punti.
L'indice MSCI World rappresenta, per un piccolo risparmiatore, la soluzione migliore per diversificare al massimo grado gli investimenti azionari sulle borse sviluppate. Il mercato mette a disposizione una serie di strumenti, tra cui:
ETF SPDR MSCI World UCITS
Isin: IE00BFY0GT14 (SWRD)
Da inizio 2025: -5,50%
L'obiettivo è replicare l'indice MSCI World, che a sua volta replica i titoli azionari di 23 Paesi sviluppati di tutto il mondo. L’indice di spesa complessiva (TER) dell'ETF è pari allo 0,12% annuo. L’ETF replica la performance dell’indice sottostante con replica a campionamento (acquistando solo i componenti più importanti dello stesso). I dividendi dell'ETF sono accumulati e reinvestiti. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi il documento KID.
Per investire in modo innovativo con un approccio socialmente responsabile sulle borse globali è disponibile il seguente:
ETF Spdr MSCI ACWI Climate Paris Aligned Ucits
Isin: IE00BYTH5370 (AWPA)
Da inizio 2025: -6,50%
L'obiettivo dell'ETF è replicare l'indice MSCI ACWI Climate Paris Aligned. A sua volta l'indice replica titoli azionari di 23 Mercati Sviluppati e di 24 Mercati Emergenti. L'indice ha come obiettivo sovrappesare aziende sulla base di opportunità e rischi associati con il cambiamento climatico. Inoltre, sono prese in considerazione le direttive UE sulla protezione del clima. L'indice di riferimento è il MSCI ACWI. Commissioni totali annue 0,20%. Non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi il documento KID.
ETF Spdr Msci Acwi Ucits
Isin: IE00B44Z5B48 (ACWE.MI)
Da inizio 2025: -4,70%
L'obiettivo è seguire l'andamento dei mercati azionari dei mercati sviluppati ed emergenti replicando la performance dell'Indice MSCI ACWI, cercando al contempo di minimizzare il più possibile il tracking error tra la performance dell'ETF e quella dell'indice. Valuta di denominazione USD. Non distribuisce dividendi. Leggi il documento KID.
ETF Spdr Msci Acwi Euro Hedged Ucits
Isin: IE00BF1B7389 (EACW.MI)
Da inizio 2025: -3,20%
L'obiettivo dell'ETF è analogo a quello dello strumento precedente con la differenza che il risultato è coperto dal rischio cambio ovvero prende posizione sull'indice senza subire le oscillazioni positive/negative del cross euro/dollaro. Valuta di denominazione è l'EURO. Non distribuisce dividendi. Leggi il documento KID.

