Banche: in arrivo la grande restituzione ai soci, 206 mld in due anni
Philip Richards, analista del settore di Bloomberg Intelligence, calcola che i soci delle banche euro, tra 2025 e 2026, si porteranno a casa circa il 10% di rendimento, tra dividendo e buyback

Effetto banche sulle borse dell'Europa
Se le borse europee stanno per chiudere il trimestre con un forte vantaggio su Wall Street, è soprattutto merito delle banche. Da inizio anno l’indice Stoxx di riferimento del settore guadagna il +26%, contro il +7,5% dell’indice Stoxx 600 e il -3% dell’S&P500 di Wall Street.
Non si tratta di una fiammata degli ultimi mesi, ma di un movimento iniziato con l’arrivo dei primi benefici del rialzo dei tassi: dai minimi di fine 2022 il rialzo è del +125%. Dopo una simile performance ci si potrebbe aspettare almeno una fase di assestamento, se non di rintracciamento.
La performance stellare può andare avanti
Se si guarda ad alcune metriche chiave per l’industria c’è da farsi sorgere qualche dubbio sulla presunta fine del rally. Le banche europee, se si dà per buono quel che stima il consensus, stanno pianificando di distribuire 206 miliardi di euro agli azionisti tra quest’anno e il prossimo.
Questa cifra, ricavabile dalle indicazioni del consensus di Bloomberg, rappresenta quasi un quinto (19%) della loro capitalizzazione combinata. Philip Richards, analista del settore di Bloomberg Intelligence, calcola che i soci si portano così a casa circa il 10% di rendimento.
Un maxi travaso: dai forzieri alle tasche dei soci
Le banche sono piene di capitale in eccesso, hanno alti livelli di redditività e non dovrebbero essere chiamate, a causa del rallentamento economico in atto, a prestare in grandi quantità.
Ridare indietro soldi agli azionisti o investire nella crescita per linee esterne, come in effetti sta accadendo in Italia, è un modo per evitare di arrivare a livelli abnormi di liquidità parcheggiata nei propri forzieri: oltre una certa misura, gli eccessi creano inefficienza e vanno a erodere la redditività.
Richards, basandosi sulle stime del consensus, afferma che i dividendi in arrivo in Europa dovrebbero avere un controvalore di 124 miliardi di euro, il 60% del totale della remunerazione. Circa 82 miliardi di euro sono i riacquisti di azioni.
UniCredit, Intesa, BNP Paribas, ING, BBVA e Lloyds - con un surplus combinato di 29 miliardi di euro - sono tra quelli con il maggiore capitale in eccesso rispetto agli obiettivi CET1.
Il capitale in eccesso combinato delle 27 banche comprese nel paniere di Bloomberg è pari a 51 miliardi di euro, in lievissimo calo rispetto a sei mesi fa nonostante il peggioramento del contesto macroeconomico. Questa massa di denaro rappresenta quel che si può definire la "cassa da guerra”, il fondo per le operazioni straordinarie e per le acquisizioni.
Per andare alla guerra bisogna avere i forzieri pieni, è vero, ma fino a certo punto, non si deve esagerare. Di solito, per tenere le posizioni in termini di redditività ed efficienza, le banche aumentano gli impieghi e ingrossano gli asset ponderati al rischio. Oggi però la domanda di credito è debole, anzi, le principali banche si aspettano nei prossimi trimestri un andamento fiacco se non negativo dell’erogazione di prestiti. L’unico modo per abbassare l’indice Common Equity Tier 1 è allora quello dell’aumento della cedola e del buyback.
Analisi Tecnica
Il quadro del settore bancario europeo resta saldamente rialzista. Il primo vero ostacolo, posizionato in area 240 punti, è stato violato con determinazione per la prima volta dall'ottobre 2009, aprendo la strada a un rally con obiettivi molto ambiziosi, anche fino a 534 punti (upside potenziale +120%).
Operatività
Rafforziamo il giudizio positivo. Accompagnare il rialzo per target intermedio a 375 punti (upside +50%) e target finale in area 500 (upside +100%). Cambio di direzione ed eventuale stop loss in caso di ritorno sotto quota 240 punti.

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