Terre rare sempre più rare, Cina e Usa se le contendono
Il Dragone ha imposto nuove pesanti restrizioni alle esportazioni di questi preziosi elementi chimici, alimentando gli attriti con Washington

Pechino ha sferrato un nuovo attacco contro gli Stati Uniti nell'ambito della guerra commerciale.
I nuovi provvedimenti riguardano le terre rare, elementi chimici impiegati in diversi settori (transizione energetica, auto, difesa, semiconduttori) di cui la Cina è il principale produttore mondiale.
Pechino ha adottato nuove restrizioni alle esportazioni delle terre rare ed alle tecnologie impiegate nell'estrazione e riciclaggio di questi elementi. Il divieto può venir meno solo a seguito di precise, dirette e circostanziate autorizzazioni.
E' ciò che emerge da una nota pubblicata giovedì dal ministro del Commercio cinese. Le restrizioni, con effetto immediato, hanno il fine di "salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali". Con questa mossa, il Dragone vuole rispondere a Washington, che di recente ha limitato alle aziende cinesi l’accesso ai chip di ultima generazione.
Le limitazioni sono estese alle entità straniere esportatrici di prodotti che contengono tracce di terre rare della Cina.
Pechino ha effettuato pesanti investimenti nell'ambito della raffinazione delle terre rare (un processo molto esoso e complesso per depurare gli elementi dalle rocce estratte) e ha ottenuto molti brevetti. Questa situazione ha portato molti operatori a lavorare in Cina i minerali. Il processo di estrazione è costoso e difficile da attuare con modalità ecosostenibili, per questo viene frequentemente compiuto nei Paesi con regole ambientali poco rigorose.
Il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping dovrebbero incontrarsi presto in Corea del Sud per trovare un accordo sulla guerra commerciale.
La Cina, sottolinea Bloomberg, ha spesso sfruttato la sua leadership nel settore delle terre rare come leva nei negoziati. "Si tratta di alzare la posta e dimostrare che la Cina ha delle carte da giocare. Serve a metterla nella posizione più solida possibile nell'ambito dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti", ha affermato Dylan Loh, professore associato alla Nanyang Technological University.
Cina e terre rare, qualche dato
Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, commentati da Il Sole 24 Ore, la Cina presidia tutta a catena del valore delle terre rare.
Il Paese controlla il 90% della produzione al livello globale, il 93% della produzione di magneti permanenti.
Gestisce il 63% dell'estrazione di ossidi di terre rare, (al secondo posto troviamo gli Usa con il 12%, seguiti da Australia e Myanmar, al 10%), e l'84% della raffinazione degli ossidi di terre rare (il 14% avviene in Malesia).
Usa e Ue vogliono affrancarsi da Pechino
In questi anni, gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno compiuto diversi passi per attenuare la dipendenza da Pechino nell'ambito delle terre rare.
Di recente, il governo americano ha messo gli occhi sulla società Usa Critical Metals, della quale vorrebbe acquistare una quota. Lo ha riferito Reuters qualche giorno fa, facendo balzare le quotazioni della società a New York. Mercoledì ha chiuso in rialzo del +18%.
A maggio, gli Stati Uniti hanno firmato un accordo con l'Ucraina, per ricevere da quest'ultima terre rare ed altri metalli critici come ricompensa per l'appoggio ottenuto nell'ambito della guerra contro la Russia. Prima ancora, Donald Trump aveva minacciato di voler annettere la Groenlandia, Paese ricco di queste materie prime.
L'Unione Europea, nel marzo 2024, ha emanato un Regolamento sulle Materie Prime Critiche, che mira a ridurre la dipendenza dall'estero. Le norme prevedono che, entro il 2030, una certa percentuale di estrazione, lavorazione, riciclo di questi elementi debba essere fatto in loco.
Per investire sulle terre rare
Per investire in ottica di lungo termine si può utilizzare il seguente strumento:
ETF WisdomTree Strategic Metals and Rare Earths Miners UCITS
Isin IE000KHX9DX6 (RARE)
L'ETF replica l'andamento dell'indice WisdomTree Strategic Metals and Rare Earths Miners. A sua volta, replica le società di tutto il mondo impegnate nell'esplorazione, nell'estrazione e/o nella raffinazione di materiali essenziali per la transizione verso le fonti di energia rinnovabili. I titoli azionari inclusi sono filtrati a seconda di criteri ESG (ambientali, sociali e di corporate governance). L’indice di spesa complessiva (TER) dell'ETF è pari allo 0,50% annuo. Replica fisica totale ovvero acquistando tutti i componenti. Non distribuisce dividendi. L’ETF è stato lanciato il 3 aprile 2024 ed ha domicilio fiscale in Irlanda.
