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Petrolio in rialzo, ma è una corsa a ostacoli tra OPEC+ e stagnazione

Il petrolio sale per il secondo giorno consecutivo sulla scia delle notizie relative ai negoziati in vista tra Washington e Pechino

La città pulsa di energia, con ciminiere e serbatoi all’orizzonte.

Il petrolio sale per il secondo giorno consecutivo sulla scia delle notizie relative ai negoziati tra Washington e Pechino. Nel fine settimana, infatti, gli Stati Uniti e la Cina avvieranno i colloqui commerciali preliminari.

A sostenere i prezzi odierni c’è anche la prospettiva di forniture americane più deboli di quanto previsto precedentemente, ma lo scenario di fondo è più complesso delle notizie di giornata.

I future sul Brent e il greggio statunitense West Texas Intermediate hanno chiuso lunedì ai livelli più bassi dal febbraio 2021, scendendo sotto i 60 dollari al barile, a seguito della decisione presa dall’OPEC+ nello scorso weekend di accelerare ulteriormente l’aumento della produzione di petrolio per il secondo mese consecutivo. 

In particolare, la scelta del cartello dei produttori porterà a una quota complessiva di 960.000 barili al giorno tra aprile e giugno 2025. Tutto questo nonostante le condizioni economiche globali deboli, aumentando la prospettiva di un eccesso di offerta.

Il rimbalzo tecnico e la soglia psicologica

L’inversione di rotta di martedì sembra essere un rimbalzo “più tecnico che fondato su basi fondamentali", ha dichiarato Yeap Jun Rong, stratega di mercato presso IG. Oggi i rialzi proseguono appunto sulla scia dei colloqui USA-Cina, ma "venti contrari persistenti, tra cui un cambiamento decisivo nella strategia di produzione dell’OPEC+, una domanda incerta a causa dei rischi legati ai dazi statunitensi e revisioni al ribasso delle previsioni di prezzo continuano a pesare sull’andamento generale".

"È piuttosto sorprendente che ci sia stato questo rimbalzo", ha aggiunto Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime presso SEB. "Ma i 60 dollari al barile rappresentano una soglia psicologica”, e quando si arriva al di sotto di tale livello “molte persone pensano che sia un ottimo prezzo".

Senza scordare che anche il ritorno degli operatori di mercato cinesi, dopo una festività pubblica di cinque giorni dal 1° maggio, ha contribuito ieri a sostenere i prezzi.

Produzione più forte dei consumi

Spinto dalle aspettative che la produzione supererà i consumi, il petrolio è sceso di oltre il -20% da aprile, mese cruciale per l’avviamento dei dazi voluti dal presidente statunitense, Donald Trump. Le tariffe hanno infatti spinto al rialzo le scommesse su un rallentamento dell’economia globale e questo sentiment continua a perdurare. 

La visione di medio termine sembra dunque avere una rotta precisa. Barclays ha recentemente abbassato la sua previsione per il Brent per il 2025 di 4 dollari, portandola a 70 dollari al barile, per poi passare a 62 dollari nel 2026. La motivazione riguarda "un percorso difficile per i fondamentali", in un contesto di tensioni commerciali crescenti e del cambiamento di strategia produttiva dell’OPEC+. 

Lo scenario resta comunque all’insegna della volatilità, seguendo prevedibilmente flussi di notizie contrastanti provenienti dall’amministrazione americana, eventuali inversioni di rotta del cartello dei produttori, nuovi dati macro e potenziali cambi di politiche monetarie.

Analisi Tecnica Brent 

Per circa tre anni ha prevalso una tendenza di fondo laterale, con un ritmo cedente (massimi decrescenti in successione). Perso il fortissimo supporto statico intorno a 70/68 usd, area dei minimi degli ultimi cinque anni, si è concretizzata una accelerazione delle vendite che sembra essersi esaurita in area 60 usd, dopo uno spike fino a 58 usd. Questo livello ha avviato una reazione da ipervenduto, più che fisiologica dopo un crollo di 17 usd al barile in poco più di una settimana. Per invertire la tendenza ribassista occorre tornare almeno al di sopra degli 80 usd. 

Operatività 

L'approdo verso 60 usd favorisce gli acquisti sulla debolezza. Tuttavia, è consigliabile tenere alta l'allerta perchè una chiusura di settimana sotto 57 usd potrebbe spingere la quotazione fino a 50 usd.

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