BRASILE - La banca centrale ferma la caduta del real, borsa in ripresa
La valuta brasiliana rimbalza a 6,14 e si allontana dai minimi storici toccati il giorno prima. Il presidente Lula da Silva è tornato al lavoro dopo l'intervento chirurgico

Fatto
Quattordici miliardi di dollari è quel che la banca centrale del Brasile ha già speso per fermare la caduta del real. Altri sette dovrebbero essere impiegati oggi in due aste d’emergenza. La portata dell’intervento, mai visto di queste dimensioni nell’ultimo quarto di secolo, sta lasciando il segno. La valuta brasiliana rimbalza a 6,14 e si allontana dai minimi storici toccati il giorno prima.
I deflussi si sono fermati in coincidenza con l’approssimarsi del voto finale sul pacchetto di leggi contenenti i tagli alla spesa pubblica.
A Brasilia, i parlamentari di entrambe le camere del Congresso hanno votato ieri notte a favore di un emendamento costituzionale cruciale per la tenuta della manovra. Il disegno di legge, nella sua versione definitiva, dovrebbe essere approvato stasera.
In origine, il piano di austerità prevedeva un taglio da settanta miliardi di reais alla spesa pubblica, circa 11,4 miliardi di dollari, ma il testo è stato travolto e stravolto da molti emendamenti. Il Ministero delle Finanze deve ancora stimare quale sarà l'impatto delle modifiche sui conti pubblici, ma il mercato non è stato ad aspettare e ha iniziato a girare le spalle al Brasile.
La borsa di San Paolo ha toccato mercoledì i minimi degli ultimi sei mesi, stanotte è arrivato un rimbalzo modesto.
Da inizio anno l’indice Bovespa perde poco meno del 10%, se però si introduce l’effetto cambio, il bilancio peggiora, nell’ultimo anno, la performance in dollari è -27%.
"Il governo manca di credibilità", ha detto ieri a Bloomberg Daniela Da Costa-Bulthuis, del team di gestori che ha in carico 200 miliardi di euro (207 miliardi di dollari) di asset presso Robeco Institutional Asset Management.
L'ex banchiere centrale Arminio Fraga, così come Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno detto che le politiche fiscali allegre potrebbero vanificare gli effetti delle robuste mosse di politica monetaria annunciate questo mese. Dieci giorni fa la banca centrale ha alzato di cento punti base, al 12,25%, il tasso di riferimento Selic, una mossa che neanche il più falco degli osservatori si aspettava. Il governatore Roberto Campos Neto ha avvertito che nel giro di pochi mesi dovrebbero arrivare altri due maxi incrementi del costo del denaro.
I deflussi non si sono però fermati, anche perché negli stessi giorni, il presidente Luis Inacio Lula da Silva è finito in sala operatoria per un delicato intervento al cervello. Terminata la convalescenza nella sua casa di San Paolo, da ieri il presidente è al Palacio do Planalto, la residenza presidenziale progettata da Oscar Niemeyer negli anni sessanta.
Intanto si prepara il cambio al vertice della banca centrale, al posto di Campos Neto arriverà il mese prossimo Gabriel Galipolo, oggi alla guida del principale dipartimento del Banco do Brasile, quello sulla politica monetaria. Il quarantaduenne economista nominato da Lula a metà di quest’anno ha già detto che farà tutto il possibile per domare l’inflazione.
Effetto
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