La borsa di Hong Kong incamera la peggior seduta dal 2008
Si prevede che la Cina intensificherà le sue misure di stimolo per fronteggiare i venti contrari derivanti dalle tariffe statunitensi

La borsa di Hong Kong si avvia a chiudere la prima seduta della settimana con un tonfo del -13%, peggior variazione giornaliera dal 2008.
Il sottoindice Hang Seng Tech è in calo del -17%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -9%.
La liquidità viene dirottata sugli strumenti ritenuti meno rischiosi: il rendimento del bond governativo cinese a dieci anni è in calo di otto punti base a 1,63%, è la contrazione giornaliera più ampio degli ultimi sei mesi.
Pechino intende accelerare sul piano di stimolo
I decisori politici cinesi hanno discusso misure per sostenere l'economia e stabilizzare i mercati di fronte alle tariffe commerciali elevate del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tra cui misure di stimolo accelerate, ha riferito Bloomberg lunedì. L'attenzione nelle discussioni è in gran parte sulle misure di stimolo per aumentare i consumi, ha affermato un report di Bloomberg, citando persone a conoscenza della questione.
I principali decisori politici cinesi e alti funzionari governativi, tra cui i regolatori finanziari, si sono incontrati negli ultimi tre giorni e hanno preso in considerazione l'accelerazione delle misure pianificate anche prima che Trump svelasse il suo ultimo giro di tariffe.
La Cina è destinata a essere tra i più colpiti dalle nuove tariffe reciproche di Trump, che porteranno le tariffe statunitensi sulle importazioni cinesi fino a un totale del 54%. Le tariffe dovrebbero entrare in vigore mercoledì.
Pechino ha condannato le misure, reagendo con tariffe del 34% sui beni americani, introducendo anche maggiori controlli sulle esportazioni di beni e minerali essenziali verso gli Stati Uniti.
Si prevede che la Cina intensificherà le sue misure di stimolo di fronte ai venti contrari economici derivanti dalle tariffe statunitensi. Pechino aveva recentemente delineato piani per un maggiore sostegno fiscale, in particolare attraverso misure volte a sostenere la spesa dei consumatori.
Pechino ha giurato di combattere "fino alla fine" con gli Stati Uniti in una guerra commerciale in rapida escalation.
Yuan a rischio svalutazione
L'inasprimento della guerra commerciale potrebbe spingere le autorità cinesi a svalutare aggressivamente lo yuan: di questa ipotesi si parla in queste ore, dopo che Pechino ha avvertito di voler rispondere in modo “risoluto”. La mossa, in teoria, renderebbe le esportazioni cinesi più economiche ma rischierebbe di innescare una fuga di capitali. Wells Fargo vede il rischio di un graduale deprezzamento, fino al 15%, della valuta, in un periodo di due mesi.
Secondo Jefferies, la Cina potrebbe anche "fare le cose in grande", arrivando anche fino al 30% di deprezzamento.
Mizuho è invece prudente e ritiene possibile un indebolimento solo del 3%, in quanto le autorità, in questi ultimi mesi, hanno sempre lasciato intendere di voler proteggere la valuta.
In ogni caso, ”la Cina può giocare duro con gli Stati Uniti sulle ritorsioni”, dice Aroop Chatterjee, stratega di Wells Fargo "Una mossa valutaria affronta direttamente qualsiasi perdita di competitività”.
Taiwan obbedisce a Trump
L’indice Taiex di Taipei perde quasi il -10%. Taiwan non cercherà tariffe di ritorsione contro i dazi al 32% di Donald Trump e si impegnerà per rimuovere le barriere commerciali con gli Usa. In un messaggio video, il presidente William Lai ha elencato cinque misure, tra cui l'istituzione di un team per i negoziati e l'acquisto di più beni americani per ridurre lo squilibrio commerciale, nel mezzo dei timori dell'opinione pubblica sulle potenziali ricadute economiche della stretta di Washington. Lai ha riconosciuto il "significativo impatto" della mossa del tycoon sull'economia, ma ha esortato a non farsi prendere dal panico in base ai "solidi fondamentali economici" di Taiwan
Analisi tecnica indice Hang Seng
L'indice principale della borsa di Hong Kong, dove sono concentrati i principali titoli dell'high tech cinese come Alibaba, è stato respinto più volte dalla prima importante soglia discriminante posizionata intorno a 23.800/24mila punti, dove transita la media mobile di lungo periodo sotto evidenziata, prendendo la direzione opposta a causa dell'esplosione della guerra commerciale. Per il momento la tendenza rialzista non è ancora compromessa e rimane sorretta dalla trendline crescente costruita dai minimi del 2024.
Operatività
Restiamo ottimisti nel lungo termine. Si suggerisce di sfruttare discese fin verso area 20mila punti per comprare sulla debolezza. Cambio di scenario e stop delle posizioni rialziste in caso di discesa sotto 19mila punti per riposizionarsi verso area 15mila.

Tra gli ETF quotati alla Borsa di Milano che investono sulle borse della Cina, segnaliamo i seguenti, ciascuno dei quali contraddistinto da caratteristiche specifiche. Ciò consente acquisti complementari: il primo offre maggiore esposizione ai titoli dell'alta tecnologia; il secondo replica l'indice CSI 300; il terzo direziona le risorse verso le società più impegnate nella transizione ecologica.
ETF Franklin Ftse China Ucits Etf - Usd (Acc)
Isin: IE00BHZRR147 (FLXC)
Nel 2025: -1,0%
L'ETF investe in azioni a grande e media capitalizzazione in Cina e replica il rendimento dell'indice FTSE China 30/18 Capped. L'indice ha un'ampia copertura delle classi di azioni cinesi, tra cui le azioni A, B, H, N; le azioni Red, P, S Chips. I componenti di tipologia A sono disponibili per gli investitori internazionali attraverso il Northbound China Stock Connect Scheme. Il peso dei singoli componenti viene ponderato tenendo conto del flottante e delle restrizioni applicate agli investitori stranieri. E' rivisto semestralmente. Replica fisica. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Non distribuisce dividendi. Costi di gestione 0,19% annuo. Leggi il documento KID.
Gli indici FTSE Russell UCITS Capped sono ponderati per la capitalizzazione di borsa e progettati per limitare la concentrazione in ogni singola azione nel rispetto dei requisiti di diversificazione richiesti dall'Unione Europea (UCITS). In particolare, l'indice FTSE China 30/18 Capped rappresenta la performance delle società medio/grandi quotate sulla borsa cinese. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%. I primi cinque titoli presenti in ordine di peso sono:

ETF X-TRACKERS CSI300 UCITS
Isin LU0779800910 (XCHA)
Nel 2025: -11,0%
L'ETF replica l'andamento dell'indice CSI 300, indice che riflette l'andamento delle azioni di 300 società quotate sulla Borsa Valori di Shangai e sulla Borsa Valori di Shenzhen (Azioni Cina A). Non distribuisce un dividendo. Spesa corrente annua 0,50%. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Leggi il Documento KID.
Per investire con la massima diversificazione sulla Borsa di Taiwan, Piazza Affari mette a disposizione il seguente strumento specializzato:
ETF Franklin Ftse Taiwan - Usd (Acc)
Isin: IE000CM02H85 (FLXT)
Nel 2025: -20,0%
Obiettivo dell'ETF è replicare con acquisti fisici (azioni e non derivati) l'andamento delle principali blue chip della borsa di Taiwan tramite l'indice FTSE Taiwan 30/18 Capped Net Return. Valuta di denominazione USD. Valuta di quotazione EURO. Commissioni totali annue (Ter) 0,19%. Leggi il documento KID. L'indice FTSE Taiwan 30/18 Capped, a sua volta, replica l'andamento dei titoli azionari a grande e media capitalizzazione della borsa di Taiwan. Per evitare una concentrazione eccessiva in ogni singola azione, il peso di ciascun componente è limitato ogni trimestre di modo che quello della più grande azienda non superi il 30% e l'eventuale peso delle altre aziende non superi il 18%.