Borse Emergenti più forti dei dazi di Trump
Raiffeisen scrive che la leadership cinese dovrebbe essere meglio preparata alla guerra commerciale scatenata da Trump, rispetto al 2018. Il calo del prezzo del petrolio, è un altro elemento a favore

Mercati emergenti post due aprile
Come hanno reagito i mercati azionari e obbligazionari dei paesi emergenti alle comunicazioni di Trump del 2 aprile e dei giorni successivi? “La prima reazione è stata negativa pur rimanendo entro limiti accettabili, con un calo dei prezzi di circa il 10% per l'indice globale dell’area. Da allora, la maggior parte dei mercati ha recuperato buona parte delle perdite”, si legge in una nota del team del team Cee and Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management.
Quel che è successo dall’inizio del mese è sintetizzato così: “La nuova politica “America first” della Casa Bianca ha portato finora, almeno sui mercati finanziari, a un risultato piuttosto riassumibile in “America last”.
La risposta della Cina ai dazi di Trump
Pechino ha varato un aumento consistente dei dazi sui prodotti statunitensi, ma allo stesso tempo ha lasciato aperta la porta al dialogo. “La leadership cinese dovrebbe oggi essere molto meglio preparata a una simile controversia rispetto al primo mandato di Trump. Lo stesso sembra valere anche per molte aziende cinesi. Ciò dovrebbe aver contribuito alla reazione finora relativamente moderata delle borse cinesi. Secondo le prime stime, gli analisti prevedono per il 2025 un calo della crescita tra l'1% e l'1,5% del prodotto interno lordo cinese. Con ogni probabilità, Pechino reagirà con stimoli fiscali e monetari e cercherà comunque di raggiungere l'obiettivo di crescita precedente, pari a circa il 5%. A tal fine, dovrebbe essere necessario rafforzare soprattutto i consumi interni e, di conseguenza, ridurre il tasso di risparmio interno”, prosegue la nota.
Agli strategist della banca tedesca continuano a piacere le società di qualità leader di mercato a livello globale, quelle che dipendono solo in misura limitata dal mercato statunitense. "Inoltre, continuiamo a privilegiare le società Internet cinesi con flussi di cassa elevati e meno sensibili alle fluttuazioni macroeconomiche. Puntiamo inoltre su titoli che beneficiano di programmi commerciali speciali e su settori che rimarranno al centro dell'attenzione del governo cinese fino a nuovo ordine, come la localizzazione della produzione di semiconduttori”.
Il calo del petrolio è un elemento positivo
La Cina non è un caso isolato, quasi tutti i paesi emergenti dovrebbero riuscire a tenere bene le posizioni, in caso di inasprimento del conflitto commerciale. “Il calo del prezzo del petrolio, dovuto alle aspettative di rallentamento dell'economia mondiale, aiuta tutti i paesi emergenti che dipendono dalle importazioni di greggio. Le banche centrali e i governi di numerosi grandi mercati emergenti, come la Cina e l'India, dispongono di un ampio margine di manovra per contrastare questa tendenza”, si legge più avanti".
Passando allo scenario geostrategico, Raiffeisen afferma che un accordo Stati Uniti – Iran, così come la risoluzione del conflitto in Ucraina, potrebbe portare a una diminuzione dei premi di rischio per le azioni dei mercati emergenti, in particolare sui mercati dell'Europa centrale e orientale.
L'indice MSCI Emerging Markets guadagna da inizio anno il 2%, dai minimi del 9 aprile il guadagno sfiora il 12%.
Quadro grafico dell'indice MSCI Emerging Markets
Operatività. Confermiamo la view positiva. Sfruttare le flessioni verso 1.060/1.000 punti per comprare sulla debolezza. La prima chiusura sopra 1.200 punti favorirà altri acquisti per target finale in area 1.450 punti. Peggioramento del quadro di fondo ed eventuale stop loss in caso di cedimento di area 1.000 punti.
WisdomTree Emerging Markets 3x Leverage Daily (EUR)
Isin: IE00BYTYHN28 (3EML.MI)
Da inizio 2025: +2,0%
L’ETP offre un rendimento complessivo costituito da una performance giornaliera tripla (3x) rispetto all’andamento dell’indice Emerging Equities Rolling Futures Index, che replica i contratti future Front Quarter e Second Quarter del mini MSCI Emerging Markets Index, più il reddito da interessi maturato sull’importo collateralizzato. Per esempio se l'indice aumentasse del 1%, l'ETP aumenterebbe del 3% escludendo le commissioni. Se l'indice scendesse del 1% l'ETP scenderebbe del 3% escludendo le commissioni. Questo ETP si rivolge quindi a chi ha una visione fortemente rialzista sulle principali Borse emergenti. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue da prospetto. Leggi il documento KID.
SPDR - MSCI Emerging Markets Ucits (Eur)
Isin: IE00B469F816 (EMRG.MI)
Da inizio 2025: -5,7%
L'ETF mira a replicare la performance dell'indice MSCI Emerging Markets il più fedelmente possibile. La valuta di riferimento è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici e non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue 0,18%. Leggi il documento KID.

SPDR - S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats Ucits
Isin: IE00B6YX5B26 (EMDV.MI)
Da inizio 2025: -5,50%
L'ETF mira a replicare l'andamento dell'indice S&P Emerging Markets High Yield Dividend Aristocrat NR USD ovvero riprodurre il rendimento dei titoli ad alto rendimento nei mercati azionari dei paesi emergenti. La valuta di denominazione è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici. Commissioni totali annue 0,55%. Dividendo semestrale. Yield circa 4,0% su base annua. Leggi il documento KID.