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Borse Emergenti meglio di Wall Street

Gli acquisti sono stati favoriti dalla de-escalation commerciale e da un dollaro più debole.

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Dopo cinque mesi di saliscendi, i mercati emergenti dimostrano di avere una marcia in più rispetto a Wall Street.

L'indice MSCI Emerging Markets è cresciuto del +7,6% vs il modesto +0,5% dell'S&P500 e il deludente -4,2% dei Magnifici Sette.

Gli acquisti sono stati favoriti dalla de-escalation commerciale e da un dollaro più debole.

L'accordo iniziale tra Stati Uniti e Cina è considerato dagli analisti di UBS Global Research un fattore chiave per una più ampia ripresa dei mercati azionari globali. Il cambiamento di tono sulle relazioni commerciali è stato particolarmente favorevole per i mercati emergenti, con l'America Latina tra i principali beneficiari.

La debolezza del dollaro è cruciale

Storicamente, un calo di oltre il -5% del dollaro è stato correlato a una sovraperformance media dell'11% delle azioni dei mercati emergenti rispetto alle azioni statunitensi. Questa tendenza si è riaffermata quest'anno, con il dollaro più debole che ha sostenuto le valute e le valutazioni dei mercati emergenti, aiutando molti mercati a riprendersi dai minimi precedenti.

Tuttavia, UBS osserva che gran parte dell'ottimismo è già stato scontato. Le valutazioni attuali sono prossime alle medie storiche. Per ulteriori guadagni, saranno essenziali una continua crescita degli utili e dinamiche commerciali stabili. Una ripresa delle tensioni commerciali o utili deboli potrebbero pesare sui fondamentali macroeconomici e rallentare il rally.

Via da Wall Street, alla ricerca di altri lidi

Gli investitori stanno cercando sempre più di diversificare al di fuori degli Stati Uniti. UBS prevede un graduale spostamento verso una più ampia esposizione azionaria internazionale, poiché gli investitori cercano di ridurre il rischio di concentrazione.

Tuttavia, si prevede che questo processo si svilupperà nel tempo. I recenti guadagni delle azioni dei mercati emergenti si sono verificati rapidamente, portando a prospettive di breve termine più equilibrate.

Nel frattempo, gli Stati Uniti rimangono un motore chiave per gli utili aziendali, in particolare nei settori della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, rendendo difficile per i portafogli globali ridurre completamente l'esposizione.

UBS mantiene una posizione neutrale sui mercati emergenti nel complesso, ma intravede opportunità selezionate per gli investitori attivi concentrati sui fondamentali.

Taiwan e India si distinguono per il loro potenziale di crescita a lungo termine, trainato da trend strutturali e utili in miglioramento.

Nella Cina continentale, UBS privilegia il settore tecnologico dopo una solida stagione degli utili. Gli analisti prevedono che la solida redditività continuerà fino al 2025 e al 2026, con i mercati che continuano a sottostimare il potenziale di una crescita sostenuta degli utili in una fascia bassa o media a due cifre.

In America Latina, il Brasile ha guidato i rialzi, sostenuto dal sentiment globale favorevole e dal sostegno valutario. UBS osserva che, sebbene questa tendenza possa persistere, le variabili interne stanno diventando più rilevanti. Le prospettive fiscali del Brasile, la politica monetaria e le elezioni presidenziali del 2026 probabilmente influenzeranno il sentiment degli investitori.

UBS prevede che la banca centrale inizierà ad allentare i tassi nel quarto trimestre del 2025, a condizione che le condizioni fiscali rimangano stabili. Gli sviluppi politici saranno un fattore determinante per la performance del mercato nel 2026.

Quadro grafico MSCI Emerging Markets

Il trend è impostato da circa due anni all'interno di un canale lievemente crescente, come sotto evidenziato. I primi segnali di riequilibrio sono giunti con la ripresa stabile di quota 1.000 punti. La violazione di area 1.200 punti proietterebbe obiettivi intorno a 1.400/1.500 punti. 

Operatività. Confermiamo la view positiva. Sfruttare le flessioni verso 1.050/1.000 punti per comprare sulla debolezza. La prima chiusura sopra 1.200 punti favorirà altri acquisti per target finale in area 1.450 punti. Peggioramento del quadro di fondo ed eventuale stop loss in caso di cedimento di area 1.000 punti.

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Per puntare sulle prospettive di crescita degli Emergenti si possono utilizzare i tre seguenti strumenti, il primo è concentrato sulle borse dell'Asia-Pacifico al di fuori di Cina e Giappone.

1) ETF Franklin Ftse Asia ex China ex Japan Ucits  
Isin: IE00BFWXDV39 (FLQA)

Da inizio 2025: -4%
L'ETF replica l'indice FTSE Asia ex Japan ex China. L’indice di spesa complessiva (TER) è 0,14% annuo. La replica è fisica totale ovvero acquistando tutti i componenti dell'indice. I dividendi sono accumulati e reinvestiti nell'ETF. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Valuta di quotazione Euro. Leggi il documento KID.

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2) SPDR - MSCI Emerging Markets Ucits (Eur)
Isin: IE00B469F816 (EMRG)
Da inizio 2025: -0,50%
L'ETF mira a replicare la performance dell'indice MSCI Emerging Markets il più fedelmente possibile. La valuta di riferimento è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici e non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue 0,18%. Leggi il documento KID.

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3) SPDR - S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats Ucits 
Isin: IE00B6YX5B26 (EMDV)
Da inizio 2025: -0,40%
L'ETF mira a replicare l'andamento dell'indice S&P Emerging Markets High Yield Dividend Aristocrat NR USD ovvero riprodurre il rendimento dei titoli ad alto rendimento nei mercati azionari dei paesi emergenti. La valuta di denominazione è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici. Commissioni totali annue 0,55%. Dividendo semestrale. Yield circa 4,0% su base annua. Leggi il documento KID. 

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