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Arrivano le debuttanti alla borsa dell'Arabia Saudita

La calma post Ramadan stata disturbata quest'anno nel Golfo Persico, da un vivacissimo flusso di IPO: maggio è stato il mese più intenso dell'anno, con una raccolta di quasi 2 miliardi di dollari.

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La borsa di Riad sta provando a rimbalzare dopo aver toccato a fine maggio i minimi delle ultime 52 settimane.

L’indice Tadawul è stato depresso negli ultimi mesi dalle decisioni un po’ autolesioniste dell’Opec+ sulla produzione di petrolio. L'incremento annunciato nel fine settimana, il terzo consecutivo, è stato comunque più basso di quel che si aspettavano gli analisti.  

Arrivano le debuttanti 

La calma post Ramadan è stata disturbata quest'anno nel Golfo Persico da un vivacissimo flusso di IPO: maggio è stato il mese più intenso dell'anno, con una raccolta di quasi 2 miliardi di dollari.

Da inizio anno, secondo i calcoli di Bloomberg, le aziende esordienti sui listini hanno raccolto 3,6 miliardi di dollari, il 6% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Ipo saudite

La maggior parte delle otto IPO di maggio sono state alla borsa di Riad, a conferma del ruolo guida assunto dall’Arabia Saudita in quest’area del pianeta, sempre più crocevia di traffici, interessi e poteri, sempre meno legata al petrolio e all'energia.

La compagnia aerea low-cost Flynas, punta in questi giorni a raccogliere 1,1 miliardi di dollari nella prima quotazione in borsa di una società del settore in quasi vent'anni.

L’operazione dovrebbe essere un successo, visto che gli ordini sono arrivati a 109 miliardi di dollari.

L'operazione ha rappresentato "una pietra miliare significativa" per il settore aeronautico della regione, secondo Hitesh Asarpota, CEO di Emirates NBD Capital.

Il buon esito del collocamento delle azioni, parte nuove e parte esistenti, potrebbe incoraggiare altre compagnie low-cost a prendere in considerazione lo sbarco in borsa.

La borsa interessa ancora poco

Gli ostacoli di tipo istituzionale non mancano: "alcuni degli attori chiave in questa regione operano più come attività governative strategiche per la nazione, che come aziende interessate alla privatizzazione", aggiunge Asarpota. 

A questo riguardo, l'amministratore delegato di Etihad ha dichiarato a Bloomberg TV il mese scorso, che la compagnia aerea è pronta a quotarsi in borsa "se e quando" il suo proprietario, il fondo sovrano di Abu Dhabi, ADQ, prenderà una decisione in tal senso.

Intanto, a Dubai, una divisione di investimento dell'emiro, ha raccolto 584 milioni di dollari attraverso la quotazione di Dubai Residential REIT, un fondo di investimento immobiliare, la rara operazione punta a sfruttare le potenzialità di profitto di un mercato immobiliare in rapida crescita.

Altre Ipo in arrivo 

Asarpota prevede che l'attività di IPO nel Golfo rimarrà solida per il resto dell'anno, in particolare dopo l'estate, poiché l’onda lunga del flusso di investimenti andrà oltre gli asset statali. 

Il manager prevede un interesse crescente in settori come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e il mattone. Anche le aziende a conduzione familiare, storicamente prudentissime, sembrano cominciare a interessarsi ai mercati azionari. 
 

L'Arabia Saudita ha dominato fino a oggi i collocamenti in borsa, nei prossimi anni il primato resterà.

Il Paese "rappresenta dal 60% al 70% del volume delle IPO del Consiglio di cooperazione del Golfo e mi aspetto che il regno sia leader in futuro", aggiunge. "La combinazione di dimensioni economiche, piani di diversificazione e privatizzazione attiva manterrà elevati i volumi nel prossimo futuro".

Come investire sulla Borsa dell'Arabia Saudita

L'incidenza della borsa dell'Arabia Saudita ha avvicinato quello della Borsa del Brasile. La borsa di Riyad è diventata così la sesta in termini di peso specifico all'interno dell'indice MSCI Emerging Markets, dopo: Cina (27,50%), Taiwan (20,20%), India (18,40%), Corea del Sud (9,40%), Brasile (4,50%). 

Composizione MSCI Emerging Markets. L'indice MSCI Emerging Markets comprende in totale 24 Paesi: Arabia Saudita, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Corea del Sud, Kuwait, Malaysia, Messico, Perù, Filippine, Polonia, Qatar, Sud Africa, Taiwan, Thailandia, Turchia, Emirati Arabi Uniti. La Borsa cinese ha il peso specifico maggiore, seppure in forte calo rispetto al 2023, quando superava il 30%. 

Per puntare sulle prospettive di crescita della Borsa dell'Arabia Saudita, Franklin Templeton ha lanciato un nuovo ETF: 

L'ETF Franklin FTSE Saudi Arabia UCITS
Isin: IE000C7DDDX4 (SAUDI)

Da inizio 2025: -15,0%

L'ETF è collegato al FTSE Saudi Arabia 30/18 Capped Index che copre azioni saudite a grande e media capitalizzazione ponderate in base alla capitalizzazione di mercato. L'indice incorpora un limite massimo del 30% sulla partecipazione più grande e un limite massimo del 18% sugli altri componenti, offrendo un'esposizione più diversificata rispetto alla regola del limite del 35/20 determinato dall'indice MSCI.

Valuta di denominazione USA. Valuta di quotazione Euro. Non distribuisce dividendo. E' il più economico d'Europa, per un costo annuo pari allo 0,39%.

Nel FTSE Saudi Arabia 30/18 Capped Index, il settore finanziario rappresenta il 39,3% del peso totale. Seguono materiali di base (15,8%), energia (11,7%), servizi di pubblica utilità (9,2%) e tlc (7,9%).

Il titolo più "pesante" è Al Rajhi Banking & Investment (14,2%), seguito dal gigante dell'energia Saudi Aramco (9,8%), ACWA Power (7,4%) e Saudi National Bank (7,4%).

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Marino Masotti

Caporedattore