Bond UE - Avanti con il taglio tassi, anche i falchi ci stanno
Ing prevede un allentamento monetario complessivo da 100 pb: “Il tasso d'interesse sui depositi, al 3%, è ancora restrittivo, troppo per l'attuale stato di debolezza dell'economia dell'eurozona"

Fatto
Tutto lascia pensare che il 2025 inizierà con un altro taglio dei tassi nella zona euro, a 2,75%-2,90% dal precedente 3,0% -3,15%. "Contrariamente a quanto accaduto a dicembre, i preparativi per la riunione di mercoledì-giovedì sono stati relativamente tranquilli, almeno in pubblico. Non ci sono state opinioni controverse sulle prossime mosse. Al contrario, sembra esserci un crescente consenso sulla necessità di ulteriori tagli dei tassi”, scriveva venerdì in una nota Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING.
I segnali di miglioramento dell’economia tedesca arrivati ieri mattina dalle rilevazioni dell’istituto IFO sul clima per gli affari, non dovrebbero cambiare il contesto, così come non dovrebbero muoverlo i dati sul PIL del quarto trimestre della zona euro: il consensus si aspetta +0,1% trimestre su trimestre, in frenata dal robusto +0,4% del periodo precedente e contro il +0,2% previsto dallo staff della BCE nell’aggiornamento di dicembre.
Il dato dell'Ifo, ma soprattutto le novità sull'intelligenza artificiale emerse nel fine settimana in Cina, stanno deprimendo l'azionario e stanno portando a un rafforzamento delle obbligazioni anche in Europa. Il Bund tedesco tratta al tasso di rendimento del 2,53%, da 2,55% di venerdì.
“Ricordiamo che i verbali della riunione di dicembre avevano già evidenziato un crescente orientamento all'allentamento da parte dell'Eurotower, basato sui dubbi relativi alle previsioni di crescita e sul crescente rischio di un'inflazione sottotono”, prosegue Brzeski.
Tutto spinge per un altro allentamento monetario, dopo i passi di giugno, settembre e dicembre 2024, anche perché, secondo ING, ci troviamo di fronte a una versione "light” di stagflazione: economia lenta e inflazione in risalita.
All’ex mercato generale di Francoforte dove ha sede dal 2014 la BCE, sembrano guardare oltre questa temporanea spinta inflazionistica, “persino i falchi sembrano orientati a posizioni più accomodanti, - segnala l’economista della banca olandese - La ragione principale di ciò è che le previsioni di dicembre utilizzavano un tasso terminale per l'inflazione inferiore al 2%. Per centrare le stime, la banca centrale dovrà tagliare i tassi per un totale di 100 pb. Se a ciò si aggiunge l'aumento dei rischi per la crescita dell'Eurozona derivanti dalle potenziali scelte di politica economica della nuova amministrazione statunitense, si comprende la posizione dei funzionari”.
Ing, così come tanti altri soggetti, prevede che la riduzione dei tassi continuerà: “Il tasso d'interesse sui depositi, al 3%, è ancora restrittivo, troppo per l'attuale stato di debolezza dell'economia dell'Eurozona. La recente impennata dei rendimenti obbligazionari ha inoltre peggiorato le condizioni finanziarie dell’area. Anche se alcuni sostengono che la politica monetaria può fare ben poco per risolvere i problemi strutturali, l'instabilità politica e l'incertezza presenti in molti Paesi costringeranno la BCE a continuare a fare il lavoro pesante”.
Effetto
Consideriamo gli attuali rendimenti una buona occasione per costruire una posizione con ottica di lungo periodo. Il seguente strumento quotato a P…
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