Bond - Il "Whatever it takes" di Draghi sulla spesa per la difesa
All'Europa servono immediatamente almeno 800 miliardi di euro l'anno per avviare l'aumento della spesa nella difesa, diventata indifferibile: l'unica soluzione, secondo Draghi, sono gli eurobond

Fatto
L’inaspettato rimbalzo dell’indice ZEW sulle aspettative di sviluppo dell’economia tedesca contribuisce a tenere sotto pressione l’obbligazionario europeo.
Il Bund decennale tratta a un tasso di rendimento del 2,50%, circa quindici punti base sopra i minimi da inizio anno, toccati a metà mese.
Effetto BTP Più sullo spread
Il BTP decennale tiene le posizioni, a 3,55%, anche per effetto della spinta del successo del BTP Più: dopo il quasi record di raccolta nel primo giorno, a 5,6 miliardi, il nuovo titolo per il retail italiano arriva oggi a tre miliardi provvisori (per un totale parziale di 8 miliardi). La risposta tonante del retail italiano al nuovo prodotto messo sul mercato dal Tesoro, rafforza tutto l’obbligazionario italiano, con lo spread Italia Germania che si avvicina ai minimi da fine 2021, intorno a 104 punti base.
Trump mette l'Europa nell'angolino
Il recente incremento dei tassi di mercato è da collegare alla decisione degli Stati Uniti di ignorare l’Europa nell’avvio del processo di pace in Ucraina. Al tavolo del negoziato in Arabia Saudita ci saranno gli inviati di Mosca e Washington, pare che non ci sarà neanche una delegazione di Kiev. La ritirata dallo scacchiere dell’Est annunciato da Donald Trump costringe l’Europa e ripensarsi, soprattutto sul tema della difesa. “È chiaro che l'Europa dovrà aumentare la spesa fiscale, sia per la difesa che per ricostruzione dell’Ucraina”, ha dichiarato a Bloomberg Mohit Kumar chief strategist di Jefferies International. Più soldi per le armi e la difesa potrebbero tradursi, per paesi già super indebitati come l’Italia, nella necessità di aumentare il deficit. Per questa ragione, “vediamo un'ulteriore sottoperformance dei bund sia rispetto ai Treasury statunitensi che rispetto agli swap”, dice Kumar.
Draghi prova a riportarla al centro
All’indomani del fallimentare vertice di Parigi, nel corso dei quali sono emerse solo le differenze sulla possibilità di un invio di truppe in Ucraina, arriva però un appello alla mobilitazione da chi, nella storia recente, ha più volte lasciato il segno.
“C'è una situazione molto difficile. Ora abbiamo i nostri valori. Abbiamo differenze di opinioni. Ma non è il momento di sottolineare queste le differenze, è il momento di sottolineare il fatto che dobbiamo lavorare insieme, sottolineare ciò che ci accomuna e ciò che credo ci accomuna sono i valori fondanti dell'Unione Europea, ha detto Mario Draghi stamattina all'Eurocamera a Bruxelles.
L’ex premier italiano, prima ancora governatore della BCE, è andato oltre gli appelli all’unità di intenti entrando nel cuore del problema: il reperimento a breve, “perché il tempo non è dalla nostra parte”, delle risorse che servono all’Europa per non restare fuori dai giochi. Bisogna trovare 750-800 miliardi l'anno, “cifra stimata per difetto", per il rilancio della competitività e per porre le basi all’aumento della spesa per la difesa. Oggi, siamo messi così male “che anche se fossimo collettivamente la terza area che spende di più al mondo, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva.
La risposta più rapida ed efficace sono gli eurobond , "questo debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale".
L'Europa a capo dei non allineati
Secondo Gilles Moec AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research, ritiene che l'Europa si dovrebbe porre alla guida dello schieramento di paesi "non allineati" al nuovo ordine mondiale. Per poter essere il soggetto leader di quell'insieme di paesi in grado di mettersi in connessione con i club dei paesi guida che stanno prendendo il posto del mondo globalizzato degli scorsi decenni, "l’Ue deve prima dimostrare la sua solidità interna", si legge nella nota firmata da Moec. A tal proposito, "le elezioni in Germania del 23 febbraio saranno un test chiave – il cui esito rimane incerto. Rimaniamo dubbiosi sul fatto che Berlino sia disposta a portare l’Ue a uno stato di integrazione più profondo dopo le prossime elezioni, mentre i negoziati di coalizione genereranno probabilmente un vuoto politico transitorio
Effetto
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