BANCHE ITALIANE - Il Governo porge la guancia sulla tassa straordinaria. L'Analisi Tecnica di Websim

Il governo rimodella la tassa sui profitti straordinari a favore del settore, raggiunto un compromesso tra Giorgia Meloni e Forza Italia

banche

Fatto

L'indice Ftse del settore bancario italiano ha chiuso la settimana con un ottimo spunto (+3,60%), sovraperformando nettamente la media delle borse europee (+0,3%).

Da inizio anno registra un guadagno del +34% che si confronta con il +14,0% messo a segno dall'indice Stoxx Banks.

Unicredit +76%, BPER +54%, Banco BPM +39%, sono i titoli migliori.

Il Governo ha rivisto profondamente la Windfall tax. La nuova versione sembra impattare quasi marginalmente sulle banche.

La versione che probabilmente verrà approvata calcola la tassa (che rimane un one-off sul 2023) sul “delta” NII 2023 Vs 2021 (maggiorato di un 10%) mentre è stato cancellato il calcolo sul 2022.

Il “cap” alla tassa è stato fissato come 26 bp degli RWAs individuali (quindi presumiamo domestici).

Molto più importante il fatto che alle banche sia data la possibilità di evitare di pagare la tassa se opteranno per girare a “riserve patrimoniali indisponibili” un ammontare pari a 2.5 volte la tassa medesima.

Le esistenti riserve “disponibili” sono comunque utilizzabili dalle banche per arrivare ai 2.5 volte nel caso, per esempio, che la redditività 2023 non sia abbastanza capiente. La tassa sarebbe da pagare solo nel momento in cui la banca decidesse più avanti nel tempo di distribuire le riserve accantonate per la Windfall. 

La nuova versione della tassa è estremamente positiva per le banche: laddove (come crediamo accadrà) si scelga l’opzione di girare 2.5 volte la tassa a riserve indisponibili l’impatto sarebbe zero sui conti 2023 a livello di conto economico e di ratios patrimoniali (le riserve indisponibili sono comunque parte del CET1).

A livello patrimoniale si parla quindi della stessa capital generation che nel 2023 ci sarebbe comunque stata prima dell’approvazione della tassa.

Secondo i nostri calcoli le politiche di dividendo delle banche non sono a rischio visto che le banche hanno dei payout tra il 30% ed il 70%; anche banche come Unicredit che offrono nel 2023 un payout molto alto (6.5 mld su 7.1-7.5 mld di utile netto nel 2023 da consensus Factset) sembrano avere il buffer necessario per l’accantonamento a riserva.

La possibilità di usare riserve disponibili precedentemente accantonate per calmierare eventuali deficit dovrebbe contribuire positivamente alla visibilità sui dividendi 2023 in ogni caso.

Reputiamo questa opzione remota visto la presenza nei bilanci delle banche di ampie riserve “disponibili” legate ad utili pregressi.

Effetto

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