BANCHE EUROPA - Da Unicredit, segnali forti per tutto il settore

Il risultato netto è molto sopra le attese anche per effetto di voci non ricorrenti, al netto di queste, i ricavi dell'attività caratteristica battono di parecchio le stime. 

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Fatto

L'indice Ftse delle banche italiane vola in rialzo del +5,30% e si proietta sui massimi da gennaio 2016.

Da inizio 2024 la sua performance è già +12% vs +0,4% dell'indice Stoxx Banks e +1,2% dell'indice Stoxx 600.

Da Unicredit sono arrivati stamattina “messaggi forti”, commentava Barclays subito dopo la presentazione di dati del trimestre molto sopra le attese su quasi tutte le metriche del conto economico. Il titolo guadagna il 10% e si porta su livelli che non vedeva da otto anni.

Le  indicazioni sull’andamento del business presenti nel comunicato sono segnali positivi anche per il sistema banche dell’Europa, oggi occasionalmente penalizzato dal forte calo della spagnola Santander e della britannica Lloyds Banking: il Financial Times riporta che l’Iran ha usato le due società per evadere le sanzioni.

Le banche italiane invece salgono nella scia di Unicredit: Monte Paschi +2,5%, Bper Banca +2,5%, Intesa Sanpaolo +2,5%. La grana politica nella quale sono incappate Santander e Lloyds nulla toglie alla portata strategica delle comunicazioni del trimestre di Unicredit.

Pur essendo stati gonfiati da elementi positivi non ricorrenti, i conti sono molto sopra le attese. L’utile netto è arrivato a 2,8 miliardi di euro, circa quattrocento in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Circa mezzo miliardo di euro sono elementi positivi di natura fiscale e quasi un altro mezzo miliardo sono voci straordinarie, ma anche al netto di queste, il risultato scende solo a 1,9 miliardi di euro, quasi il doppio dell’attesa del consensus.

E’ l’attività operativa ad andare bene. Il margine d’interesse è cresciuto del 5,7% anno su anno a 3,6 miliardi, “principalmente per via di tassi più alti e della buona gestione del pass-through dei depositi”.

La voce  commissioni, in calo dello 0,7% anno su anno a 1,8 miliardi, è stata penalizzata dal quadro macroeconomico sfavorevole, ma complessivamente, i ricavi totali hanno battuto le attese del consensus per seicento milioni di euro.

Le rettifiche su crediti sono state bassissime, solo 300 milioni di euro, pari a un Costo del Rischio ("CoR") di 28 punti base, circa trecento milioni di euro sopra le stime del consensus, contro gli 850 milioni indicati dalla banca.

Unicredit stima per l’anno in corso un utile netto sostanzialmente in linea con il 2023 e con RoTE (tasso di rendimento sul patrimonio netto tangibile) a circa 16,5%. Questo, sottolinea il gruppo nella nota sui conti ,“a riprova della nostra capacità di proteggere la redditività in ogni fase del ciclo economico”. 

Il conto economico sarà quest’anno penalizzato dall’uscita dalla Russia, ma l’impatto stimato dal ceo Andrea Orcel è tutto sommato contenuto, circa trecento milioni di euro.

Il payout del 2024 è atteso al 90% dell'Utile Netto, il che implica quasi 8 miliardi di euro di monte premi per i soci, il 17% della capitalizzazione di venerdì.

Il riacquisto delle azioni dovrebbe valere 4,3 miliardi di euro e il dividendo 3,4 miliardi (8% di rendimento). E’ previsto inoltre un “interim” dividend in più rispetto all’interim buyback che è oggi in corso.

Nel corso della presentazione dei dati, Orcel ha detto che il tema della crescita per acquisizioni viene valutato senza “ossessioni”. 

Effetto

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